cultura

Settanta scatti, sei pellicole e un'etichetta. Così Orvieto ricorda Alberto Lattuada

sabato 20 dicembre 2014
di Davide Pompei
Settanta scatti, sei pellicole e un'etichetta. Così Orvieto ricorda Alberto Lattuada

Di paglia, di tela. Da pioggia, da sole. Russi o americani, etnici. Alcuni privi di valore, se non affettivo. Ma tutti appartenenti a una collezione privata. Circoscritti in un angolo dell'ambiente che ricostruisce lo studio, insieme a libri e documenti, quei cappelli reclamano un'appartenenza. E lasciano avvertire la presenza di chi li ha indossati. Ai piedi dall'attaccapanni, un megafono degli anni '70. Sullo scrittoio in legno, la mitica Lettera 22, che ha segnato il decennio precedente. "To Alberto from Van Heflin, 1958". La targhetta che ricorda il sodalizio è applicata su un sedile da campagna di cui il premio Oscar gli fece dono sul set de "La Tempesta". Alberto sta per Lattuada. E quella non è l'unica dedica riservata al maestro del cinema neorealista.

Ad aprire l'anno del centenario della sua nascita è stata la mostra "Occhio quadrato. Alberto Lattuada fotografo e cineasta" allestita con maestria, eleganza e rigore dal 25 gennaio al 23 marzo a Palazzo della Meridiana, nel cuore di Genova. Un'operazione dai grandi contenuti e bellezza, in cui i curatori Giuseppe Marcenaro e Pietro Boragina hanno evidenziato non solo il pregio degli scatti di scena, opera di fotografi quali Paola Foà Franci e Federico Patellani, ma anche un modo di vedere e di essere. Lo stesso che è alla base dell'omonimo libro di fotografie, edito dalla rivista Corrente nel 1941, di cui Lattuada fu anche redattore.

Altra forma di omaggio, dal taglio più intimo, è il progetto "Riservato A. Lattuada" che arriva da Orvieto, dove ha trascorso gli ultimi anni della vita fino alla scomparsa avvenuta nel 2005. La città da lui scelta alla fine degli '60 come rifugio, in cerca di "orti nuovi" e dei luoghi che avevano già affascinato l'amico Luigi Malerba, gli ha dedicato una mostra fotografica e una rassegna. "Nessun intento celebrativo – mette in chiaro il figlio, Alessandro Lattuadapiuttosto un'iniziativa condivisa da molti amici come contributo alla conoscenza e alla memoria di un uomo che con slancio e passione ha intrapreso una lunga missione artistica. Il suo essere eclettico e libero, restio alle categorie, insofferente alla burocrazia l'ha portato a spaziare dal giornalismo alla poesia, dal disegno alla fotografia, fino al cinema".

"La memoria che lega un grande maestro della cultura contemporanea a un luogo – sottolinea Alessandra Cannistràappare come un bene da conservare e far conoscere. E fa riflettere sulla vocazione della città di Orvieto e delle sue colline come meta di attrazione, elezione e ispirazione per intellettuali e artisti che nel corso del '900 e più recentemente l'hanno scelta come patria adottiva ponendola al centro di un circuito internazionale erede del grand tour. In questo senso, la collaborazione del Gruppo Fai di Orvieto e della Delegazione regionale Umbria è venuta naturale".

Va dalla A di amore per il cinema alla V di veggente, l'alfabeto "Parola di Lattuada" compilato nella guida alla mostra e alla rassegna da Guido Barlozzetti. "Lattuada – ricorda – comunicava l'idea del mondo intellettuale borghese, ma in modo originale e curioso, come è stato il percorso che lo ha avvicinato al cinema. La sua vorace disposizione alla pellicola si è trasformata prima in ricerca poi in realizzazione di film. Uno sguardo elegante per tenere insieme in un'immagine tutto quello che evoca e racconta. Aveva capito che il suo occhio che guardava nella cinepresa era quello dello spettatore".

Il resto lo fanno gli oltre 70 scatti in suggestivo bianco e nero tratti dall'archivio di famiglia e selezionati per restituire aspetti e momenti particolari della vita e dell'attività del regista. Immagini ed oggetti consentono di riconoscere Lattuada sul set della sua esistenza pubblica e privata. Nel contesto intimo della famiglia e al fianco dell'attrice Carla Del Poggio, la "moglie bambina" che sposò nel 1945. Nella gestualità istantanea delle riprese, nel mosaico degli incontri straordinari, della mondanità dei festival e dei premi cinematografici, della tensione risolta delle prime.

Mostra e rassegna godono del riconoscimento della Direzione Generale per il Cinema del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. L'elaborazione fotografica porta la firma di Massimo Achilli, il progetto grafico invece è di Lamberto Bizzarri. Inaugurata domenica 14 dicembre, alla vigilia della 22esima edizione di Umbria Jazz Winter, la mostra allestita a Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, sarà visitabile ad ingresso gratuito fino a sabato 10 gennaio, dalle 10 alle 18, ad eccezione di giovedì 1° gennaio, giornata in cui l'orario di riferimento sarà 11-16.

Sei, in tutto, le serate in cui si articola la rassegna cinematografica che prevede nella sede della mostra l'intervento di ospiti, testimoni e personaggi che con Lattuada hanno lavorato o lo hanno conosciuto. Le pellicole proiettate, selezionate da Guido Barlozzetti, saranno precedute da straordinari filmati documento tratti dalle Teche RAI. Dopo "Senza Pietà", sabato 20 dicembre alle 21 è la volta di "Anna". Seguono le proiezioni pomeridiane, alle 18, de "Il Cappottodomenica 21 dicembre, "Dolci Inganni" domenica 4 gennaio, "Oh, Serafina!" giovedì 8 gennaio - eccezionalmente a Palazzo Simoncelli, sede dell'Unitre di Orvieto, e "Venga a prendere il caffè da noi" sabato 10 gennaio.

Ulteriore omaggio, infine, è l'etichetta speciale che la cantina Cardèto di Orvieto ha deciso di apporre su una bottiglia di Bianco, il Grechetto Umbria Igp e un Rosso, il Merlot Sangiovese Umbria Igp. "Un'immagine davvero vintage di mio padre – osserva il figlio Alessandro, tra i consiglieri della storica cooperativa vitivinicola orvietana – ritratto insieme al famoso direttore della fotografia Aldo Tonti, che lavorano a Matera sul set del film "La lupa". A scattarla fu il grande Federico Patellani nel 1953. Di tutto questo e del progetto nel suo complesso sono estremamente contento ed anche fiero, con la consapevolezza che sarà un contributo per un bel ricordo".

Nota della Redazione: Orvietonews, giornale online registrato presso il Tribunale di Orvieto (TR) nr. 94 del 14/12/2000, non è una bacheca pubblica. Pur mantenendo fede alla disponibilità e allo spirito di servizio che ci ha sempre contraddistinto risultando di gran lunga l’organo di informazione più seguito e letto del nostro territorio, la pubblicazione di comunicati politici, note stampa e altri contributi inviati alla redazione avviene a discrezione della direzione, che si riserva il diritto di selezionare e modificare i contenuti in base a criteri giornalistici e di rilevanza per i lettori.