cultura
Umbria Jazz Winter fa 13 con passione. Presentata ufficialmente la manifestazione
giovedì 27 ottobre 2005
di Laura Ricci
E’ stata presentata questa mattina in conferenza stampa nel ridotto del Teatro Mancinelli, dal sindaco di Orvieto Stefano Mocio, dall’assessore ai grandi eventi Carlo Carpinelli e da Carlo Pagnotta, che ne è direttore artistico, la tredicesima edizione di Umbria Jazz Winter, la prestigiosa manifestazione con cui Orvieto è ormai abituata, sotto i riflettori internazionali, a chiudere l’anno: 29 dicembre 2005 - 1 gennaio 2006.
Ancora una volta, dopo il clima di suspence da cui l’evento viene sempre circondato, forse per renderlo alla fine più gradito e prezioso, la città – e con lei Carlo Pagnotta – ha fatto il “miracolo”: nel senso che è riuscita ad organizzare, pur nel clima di difficoltà economiche in cui la cultura si trova, la sempre eccezionale manifestazione, che, di eccezionale, ha ovviamente anche i costi.
Oltre 650.000 euro, che tuttavia l’impegno comune di istituzioni e sponsor, e la passione dello staff organizzativo, sono riusciti a fronteggiare per rendere ancora una volta Orvieto protagonista di un evento che non solo costituisce un richiamo culturale di grande spessore e una diffusione a raggio mondiale - almeno in determinati circuiti - dell’appeal della città, ma che è indubbiamente un indotto economico di grande rilevanza; non solo per Orvieto, con le sue ricadute a livello ricettivo anche per l’intero comprensorio.
E’ stato il sindaco Mocio a sottolineare la centralità di Umbria Jazz Winter nel calendario dei grandi eventi cittadini e, nonostante l’attacco che il governo nazionale sta portando alla Cultura con i tagli della prossima finanziaria, la volontà di “resistere e proseguire”.
Sia il sindaco Mocio che il vicesindaco Carpinelli hanno tenuto a ringraziare Carlo Pagnotta, che da sempre è direttore e organizzatore dell’evento, gli sponsor e le numerosissime persone che lavorano con grande passione - tra l’altro in giorni in cui molti altri riposano e sono in festa - alla grande macchina organizzativa a cui è affidata la riuscita di questo evento.
“Orvieto ha scelto il filone della qualità – ha affermato Carlo Carpinelli – scelta che la premia perché vediamo che, in controtendenza con il dato nazionale, ha consolidato e addirittura aumentato le presenze turistiche; questo vale ancor più per Umbria Jazz, che sulla qualità e sul target medio-alto imposta tutta la sua organizzazione. D’altra parte è solo su questa linea che, rispetto alla competizione nazionale e internazionale, possiamo vincere la partita.”.
Carlo Pagnotta ha invece illustrato il programma della manifestazione, su cui Orvietonews tornerà in modo più dettagliato nei prossimi giorni, in cui continueremo a dare informazazioni e spigolature sull’importante evento di fine d’anno.
Un’edizione dedicata soprattutto alla chitarra comunque, con le chitarre di Bireli Lagrene e Christian Escoudé per Django Reinhardt, e di John Scofield per Ray Charles.
Tra le novità il trio di Robert Glasper, pianista di colore mai stato a Orvieto, e l’arpa elettrica di Edmar Castaneda, accompagnato da trombone e batteria; ancora le percussioni latine di Giovanni Hidalgo; e Francesco Cafiso – che di per sé, per Orvieto, non sarebbe una novità – che di nuovo ha però il fatto di aver rinunciato all’accompagnamento del pianoforte per porgere al pubblico, insieme ai Solisti di Perugia, le partiture originali del celebre progetto per sax alto e archi che Parker registrò fra gli anni ’40 e ’50 per Norman Granz: un omaggio anche a Charlie Parker dunque, nel cinquantenario della sua morte che il 2005 segna.
Altra novità, questa di metodo più che di contenuto, sarà un workshop tenuto da Scofield per i docenti e gli allievi del Centro Musica Orvieto di Anna Rita Catararcia: un’idea che la direttrice del Centro Musica ha sottoposto all’attenzione del direttore artistico Pagnotta e del grande chitarrista, per offrire un'importante opportunità a chi a Orvieto si dedica a questo tipo di musica, e che è stata accolta con favore da Scofield.
Non sono mancati, da parte di Carlo Pagnotta, ringraziamenti sentiti all’amministrazione ("economicamente, il jazz è sostenuto più da un Comune relativamente piccolo come Orvieto che da Perugia" ha tra l'altro affermato) e, con una punta d'amarezza, una tirata d’orecchie agli operatori della vitivinicultura che, nella città del vino, lasciano che, sul fronte bevande, siano solo acqua (Ferrarelle) e probabilmente birra (Pielzner è probabile, ma non ancora certo) a sostenere la città del Jazz. “Umbria Jazz costituisce un enorme indotto e un’enorme visibilità anche per il mercato del vino – ha detto Pagnotta – spiace che questo non venga considerato o che si pensi che tutto sia dovuto”.
Umbria Jazz non dimenticherà la solidarietà: per New Orleans naturalmente, dati i tragici e recenti eventi, visto lo stretto legame con la città della Louisiana che, a buona ragione, può essere considerata la culla del Jazz e che porta a Orvieto, ogni anno, oltre 30 musicisti suoi originari.
Partirà infatti da Orvieto, per arrivare fino alla promozione internazionale di Umbria Jazz che si farà in marzo a Melbourne, la felpa “Umbria Jazz loves New Orleans”: 2000 capi che, a 40 euro ognuno, frutteranno 80.000 euro in favore di New Orleans. “Le prime due – ha affermato Pagnotta – verranno acquistate dal sindaco e dal vice sindaco".
Altro gesto solidale verso la città sarà il Concerto in Piazza del Popolo nella notte di Capodanno, gratuito e simbolicamente dedicato a New Orleans.
Un Umbria Jazz Winter come sempre da non perdere, che conduce a Orvieto patiti del circuito e curiosi colti occasionali, ma che è un regalo anche per chi vive in città e nei dintorni: i patiti e gli appassionati che anche qui esistono e, in ogni caso, i meno esperti che comunque non disdegnano il jazz; e persino quelli che magari non ascolteranno nemmeno un concerto ma che, il 2 e ancor più il 3 gennaio, quando la città, almeno per un po’, piomberà davvero nel silenzio dell’inverno, deprivati di tanta animazione si chiederanno “E adesso?”…
Un Umbria Jazz winter che “fa tredici”, infine, anche con un bel gesto di omaggio: dedicando a Livio Orazio Valentini, insigne artista cittadino, il raffinato manifesto ufficiale della manifestazione.
Ancora una volta, dopo il clima di suspence da cui l’evento viene sempre circondato, forse per renderlo alla fine più gradito e prezioso, la città – e con lei Carlo Pagnotta – ha fatto il “miracolo”: nel senso che è riuscita ad organizzare, pur nel clima di difficoltà economiche in cui la cultura si trova, la sempre eccezionale manifestazione, che, di eccezionale, ha ovviamente anche i costi.
Oltre 650.000 euro, che tuttavia l’impegno comune di istituzioni e sponsor, e la passione dello staff organizzativo, sono riusciti a fronteggiare per rendere ancora una volta Orvieto protagonista di un evento che non solo costituisce un richiamo culturale di grande spessore e una diffusione a raggio mondiale - almeno in determinati circuiti - dell’appeal della città, ma che è indubbiamente un indotto economico di grande rilevanza; non solo per Orvieto, con le sue ricadute a livello ricettivo anche per l’intero comprensorio.
E’ stato il sindaco Mocio a sottolineare la centralità di Umbria Jazz Winter nel calendario dei grandi eventi cittadini e, nonostante l’attacco che il governo nazionale sta portando alla Cultura con i tagli della prossima finanziaria, la volontà di “resistere e proseguire”.
Sia il sindaco Mocio che il vicesindaco Carpinelli hanno tenuto a ringraziare Carlo Pagnotta, che da sempre è direttore e organizzatore dell’evento, gli sponsor e le numerosissime persone che lavorano con grande passione - tra l’altro in giorni in cui molti altri riposano e sono in festa - alla grande macchina organizzativa a cui è affidata la riuscita di questo evento.
“Orvieto ha scelto il filone della qualità – ha affermato Carlo Carpinelli – scelta che la premia perché vediamo che, in controtendenza con il dato nazionale, ha consolidato e addirittura aumentato le presenze turistiche; questo vale ancor più per Umbria Jazz, che sulla qualità e sul target medio-alto imposta tutta la sua organizzazione. D’altra parte è solo su questa linea che, rispetto alla competizione nazionale e internazionale, possiamo vincere la partita.”.
Carlo Pagnotta ha invece illustrato il programma della manifestazione, su cui Orvietonews tornerà in modo più dettagliato nei prossimi giorni, in cui continueremo a dare informazazioni e spigolature sull’importante evento di fine d’anno.
Un’edizione dedicata soprattutto alla chitarra comunque, con le chitarre di Bireli Lagrene e Christian Escoudé per Django Reinhardt, e di John Scofield per Ray Charles.
Tra le novità il trio di Robert Glasper, pianista di colore mai stato a Orvieto, e l’arpa elettrica di Edmar Castaneda, accompagnato da trombone e batteria; ancora le percussioni latine di Giovanni Hidalgo; e Francesco Cafiso – che di per sé, per Orvieto, non sarebbe una novità – che di nuovo ha però il fatto di aver rinunciato all’accompagnamento del pianoforte per porgere al pubblico, insieme ai Solisti di Perugia, le partiture originali del celebre progetto per sax alto e archi che Parker registrò fra gli anni ’40 e ’50 per Norman Granz: un omaggio anche a Charlie Parker dunque, nel cinquantenario della sua morte che il 2005 segna.
Altra novità, questa di metodo più che di contenuto, sarà un workshop tenuto da Scofield per i docenti e gli allievi del Centro Musica Orvieto di Anna Rita Catararcia: un’idea che la direttrice del Centro Musica ha sottoposto all’attenzione del direttore artistico Pagnotta e del grande chitarrista, per offrire un'importante opportunità a chi a Orvieto si dedica a questo tipo di musica, e che è stata accolta con favore da Scofield.
Non sono mancati, da parte di Carlo Pagnotta, ringraziamenti sentiti all’amministrazione ("economicamente, il jazz è sostenuto più da un Comune relativamente piccolo come Orvieto che da Perugia" ha tra l'altro affermato) e, con una punta d'amarezza, una tirata d’orecchie agli operatori della vitivinicultura che, nella città del vino, lasciano che, sul fronte bevande, siano solo acqua (Ferrarelle) e probabilmente birra (Pielzner è probabile, ma non ancora certo) a sostenere la città del Jazz. “Umbria Jazz costituisce un enorme indotto e un’enorme visibilità anche per il mercato del vino – ha detto Pagnotta – spiace che questo non venga considerato o che si pensi che tutto sia dovuto”.
Umbria Jazz non dimenticherà la solidarietà: per New Orleans naturalmente, dati i tragici e recenti eventi, visto lo stretto legame con la città della Louisiana che, a buona ragione, può essere considerata la culla del Jazz e che porta a Orvieto, ogni anno, oltre 30 musicisti suoi originari.
Partirà infatti da Orvieto, per arrivare fino alla promozione internazionale di Umbria Jazz che si farà in marzo a Melbourne, la felpa “Umbria Jazz loves New Orleans”: 2000 capi che, a 40 euro ognuno, frutteranno 80.000 euro in favore di New Orleans. “Le prime due – ha affermato Pagnotta – verranno acquistate dal sindaco e dal vice sindaco".
Altro gesto solidale verso la città sarà il Concerto in Piazza del Popolo nella notte di Capodanno, gratuito e simbolicamente dedicato a New Orleans.
Un Umbria Jazz Winter come sempre da non perdere, che conduce a Orvieto patiti del circuito e curiosi colti occasionali, ma che è un regalo anche per chi vive in città e nei dintorni: i patiti e gli appassionati che anche qui esistono e, in ogni caso, i meno esperti che comunque non disdegnano il jazz; e persino quelli che magari non ascolteranno nemmeno un concerto ma che, il 2 e ancor più il 3 gennaio, quando la città, almeno per un po’, piomberà davvero nel silenzio dell’inverno, deprivati di tanta animazione si chiederanno “E adesso?”…
Un Umbria Jazz winter che “fa tredici”, infine, anche con un bel gesto di omaggio: dedicando a Livio Orazio Valentini, insigne artista cittadino, il raffinato manifesto ufficiale della manifestazione.
Tutti insieme appassionatamente: gli sponsor di Umbria Jazz Winter
Sponsor e agenzie. Multiservice: perché no un tavolo di consultazione e un pacchetto Orvieto?

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