Cesp Orvieto
cronaca

"Delle più complesse vicende del confine orientale d'Italia, noi ricordiamo tutto!". Incontro con la professoressa Alessandra Kersevan

lunedì 10 febbraio 2025

Il Giorno del Ricordo, nell’enunciazione della legge che l’ha istituito (Legge 2004/92) offre l’opportunità di approfondire le più complesse vicende del confine orientale d’Italia, prima, durante e subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Le violenze dei fascisti italiani iniziarono infatti già nel 1920, con l’incendio dell’Hotel Balkan, il Narodni dom (in sloveno Casa nazionale, Casa del popolo) sede delle organizzazioni degli sloveni triestini, un edificio polifunzionale nel centro di Trieste, nel quale si trovavano anche un teatro, una cassa di risparmio, un caffè e un albergo. Azione che Renzo De Felice definì "il vero battesimo dello squadrismo organizzato".

In seguito, non gli “italiani” tutti, ma i fascisti, decisero di occupare la Jugoslavia. Lo fecero assieme all'esercito nazista tra deportazioni, eccidi, campi di concentramento e rimozione della cultura slava. Diversamente, altri "italiani", antifascisti, combatterono invece al fianco della Resistenza e l'esercito della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Fra tutti ricordiamo la storia di Nello Marignoli, partigiano viterbese, che in più occasioni abbiamo raccontato ad Orvieto grazie all’emozionante monologo dell’attore Pietro Benedetti che ne ha raccolto il testimone attraverso la testimonianza diretta.

L’istituzione del Giorno del Ricordo sarebbe potuta essere quindi un’occasione concreta e ottimale per poter approfondire gli accadimenti e raccontarli, soprattutto alle giovani generazioni, possibilmente con l’ausilio di ricerche storiche documentate e fonti di archivio. Così purtroppo non è stato, a causa di coloro che da destra utilizzano strumentalmente il 10 febbraio, e ancora oggi, addirittura nelle dichiarazioni di importanti esponenti politici, inneggiano a “Istria e Dalmazia italiane” (es. Tajani, 2019) scatenando le proteste di Slovenia e Croazia. 

La cosiddetta memoria condivisa, in nome della quale si riscrive la storia perché si possa equiparare fascisti e partigiani definendo "vittime" i carnefici, non esiste e non potrà mai esistere perché la storia non si cancella. Per tali ragioni, come CESP (Centro Studi per la Scuola Pubblica) sedi di Terni e di Orvieto, giovedì 6 febbraio abbiamo promosso un incontro tra la prof.ssa Alessandra Kersevan, ricercatrice e storica, con studenti e docenti dell’Istituto di Istruzione Superiore "A. Casagrande - F. Cesi"  di Terni, presentando il libro "Lager italiani. Pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi 1941-1943", ovvero l'orrore di un sistema che portò all'internamento di oltre centomila sloveni croati serbi montenegrini, donne, bambini e uomini, di cui molte migliaia morirono di fame e di malattie; la storia, le testimonianze, le foto di una delle pagine più nere della storia d’Italia.

Il video dell’incontro è disponibile sul Canale YouTube del Cesp Umbria e rappresenta un ottimo strumento di approfondimento a disposizione di tutti, ma soprattutto di docenti e studenti. Presso la Libreria Sovrappensieri di Orvieto (Ciconia) che ringraziamo per la collaborazione, è possibile acquistare il libro oppure ordinarlo. Link diretto alla casa editrice: https://www.nutrimenti.net/libro/narrativa/lager-italiani/ 

Centro Studi per la Scuola Pubblica