cronaca

Monteleone d'Orvieto ricorda la sua Liberazione

domenica 16 giugno 2024
di Sergio Giovannini

La nuova Amministrazione Comunale di Monteleone d'Orvieto, a pochi giorni dal voto, ha colto l’occasione, di questa ricorrenza per ricordare questo avvenimento che ha cambiato il corso della storia e per fare omaggio a quanti nel paese hanno combattuto ed hanno affrontato anche il sacrificio estremo, per garantire a noi quelle libertà che saranno sancite dalla carta Costituzionale nata proprio da questi avvenimenti.

Il nuovo sindaco, Paolo Garofani, con i consiglieri hanno ritenuto doveroso questo omaggio celebrato nella chiesa parrocchiale, luogo di incontro della Comunità, che accoglie credenti e non credenti e invita tutti alla riflessione e al raccoglimento. Il parroco, don Sam Pietraij, ha accolto, senza esitazione, la proposta di celebrare questo evento così come il presidente della locale e attivissima Sezione dei Combattenti e Reduci, Michele Polverini.

Si chiuse un capitolo terribile della storia del paese e si gettano le basi per aprirne uno nuovo alla luce della garanzia della libertà e della democrazia. Il 16 giugno 1944 il Fronte delle Forze di Liberazione dell’Ottava Armata inglese alleate entra a Monteleone.

Dai racconti di mia mamma e della signora Assunta Sassetti, coetanee, vicine di casa e allora quattordicenni, dalla mattina di quel giorno si assistette a vari passaggi a bassa quota di arei sopra i cieli delle nostre zone. Alcuni giovani, tra cui i fratelli di mia mamma, salirono sulla Torre dell’Orologio e videro chiaramente le colonne di mezzi avanzare da Ficulle verso Monteleone.

Tutti furono invitati a recarsi nei rifugi: antiche grotte scavate sotto il masso tufaceo della collina in cui si erge il paese, a volte usate anche come ricovero di animali. La mamma dice che suo nonno Loreto Sorci con qualche altro cittadino vollero invece restare in paese ad aspettare i primi militari in piazza. Assunta dice che la sua mamma fece indossare ai figli gli abiti buoni, “nel caso fosse successo qualcosa almeno li avrebbero avuti salvi”.

Intanto nella zona era attiva la così detta Banda Partigiana una ventina di uomini, capitanati da Aldo Angeli che servirono, tra l’altro a fornire alle forze alleate importanti informazioni logistiche sul territorio.

Gli attivisti del fronte di liberazione concordarono con il comandante tedesco una ritirata senza operazioni belliche e così fu: in paese non ci furono sparatorie Assunta ricorda un colpo di artiglieria caduto nei pressi di piazza Bilancini che comunque non provocò danni alle persone o alle case.

Il regime aveva soppresso le magistrature collegiali del Comune, Consiglio e Giunta, nonché la figura del Sindaco, tutte le cariche erano concentrate in una sola persona che assunse il nome di Podestà. Il Comando inglese, destituito il Podestà in carica cav. Errico Marocchi, nominò Marco Angeli Commissario Straordinario per la gestione degli affari del Comune.   

Un documento dell’archivio parrocchiale e le testimonianze raccolte, ci raccontano che il Priore don Francesco Petrucci in quel periodo organizzò una raccolta di fondi per dedicare la cappella a destra dell’Altare Maggiore della chiesa parrocchiale al Sacro Cuore di Gesù e curarne la decorazione “A ringraziamento della Sua evidente protezione sul nostro territorio nella triste occasione del passaggio della immane guerra”.

É particolarmente significativo che il primo contribuente dell’elenco sia don Giuseppe Vetralla, il “cappellano” di Monteleone che aveva subito, insieme allo stesso Priore, gravi ritorsioni nel periodo del regime tanto che fu addirittura incarcerato. La decorazione fu affidata al pittore Guglielmo Ascanio di Panicale che negli anni Trenta aveva lavorato in chiesa alla decorazione della cripta di San Teodoro e vi lavorerà ancora negli anni Cinquanta alla decorazione di tutta la chiesa.

Nel Museo Parrocchiale conserviamo un bozzetto-studio, realizzato dallo stesso Ascanio, per la decorazione della cappella. L’opera è stata donata al Museo nel 2018 da Gianfranco e Carlo Sassetti.

In una bacheca, allestita nei pressi della Cappella del Sacro Cuore, sono stati esposti questi documenti ed oggetti, insieme ad alcune cartoline militari spedite da monteleonesi al farmacista dott. Giuseppe Angeli da zone di operazioni militari nel periodo della guerra.

Tutte queste cose sono state ricordate nel corso della cerimonia. Poi il Sindaco, invitato dal Parroco, ha rivolto un saluto alla cittadinanza e ha sottolineato l’importanza di questi fatti di storia del paese e rivolto una riflessione agli attuali scenari di crisi nel mondo.

Il Presidente dell’Associazione Combattenti ha ricordato invece la tragica vicenda della famiglia Rossi vittime civili della guerra. Il padre Adurno e i suoi tre figli Alviero, Aldo e Armando di 11, 14 e 16 anni persero la vita a causa dell’esplosione di una mina nei pressi del podere dove vivevano in vocabolo Fossalto, in pianura, vicino al Chiani.

Al termine della messa, alla presenza anche dei rappresentanti della locale caserma dei Carabinieri, l’Amministrazione del Comune ha deposto un mazzo di fiori nell’altare del Sacro Cuore e il parroco, dopo la recita delle preghiere, ha impartito la solenne benedizione ai presenti.

Una semplice cerimonia dai significati profondi e molto significativa per questo paese che vuole sottolineare il buon inizio di una consigliatura giovane, aperta, schietta, al servizio del paese e della Comunità.