"Ricetta bianca o ricetta rossa?". Storie di Cup, sanità e burocrazia

Siamo al solito problema. Oltre alle liste d'attesa interminabili, che costringono quasi tutti a dirottare verso visite specialistiche ed esami diagnostici a pagamento, in strutture private, vanificando il diritto alla sanità pubblica, ci si mette ora anche la burocrazia.
Un signore si è recato presso il CUP per prenotare la visita semestrale per il rinnovo del piano terapeutico, necessario per ottenere i farmaci usati da sua moglie per la cura dell'artrite reumatoide di cui è affetta da oltre trent'anni e, come se nulla fosse, l'hanno dirottata proponendole una visita a Terni.
Come è noto, purtroppo, l'unico medico specialista in organico presso l'Ospedale di Orvieto ha lasciato da tempo il suo posto di ruolo, licenziandosi per continuare più libero nel suo lavoro in una nota struttura privata. Ma il povero signor Mario, prima di decidere il da farsi e come organizzarsi, per questa gita fuori porta, ha chiesto notizie anche in Direzione Ospedaliera, sul perché costringono tanti pazienti a questi viaggi, solo per vedersi rinnovare un piano cure usato da anni.
Mario si domandava perché, durante il Covid, i medicinali venivano concessi senza il bisogno della firma dello specialista, e perché, nell'era dell'informatica non si potessero usare i mezzi di comunicazione per diagnosi a distanza, come viene tuttora fatto nel caso delle commissioni per l'invalidità che esercitano il loro ruolo anche con la non presenza del malato, proprio per evitare disagi o contagi.
Insomma abbiamo posto il quesito direttamente al sindaco che si è subito interessata, facendo pressione sul direttore generale. Ora siamo in attesa di decisioni e visto che l'unico medico in convenzione è stato attivato su Terni, che almeno una volta al mese sia disponibile anche ad Orvieto, oppure che la ASL si convenzioni con specialisti che già operano in privato.
Il racconto si conclude con un'ironica "ricetta bianca o ricetta rossa". Mario vedendo che la soluzione non si avvicinava, responsabilmente tornava al CUP con l'abituale ricetta del medico di base (bianca), ma dopo la fila allo sportello gli dicevano che purtroppo, a seguito dell'avvio del nuovo Cup regionale il pc quella mattina non riconosceva il modello presentato, per cui facendo qualche decina di chilometri lo sfortunato ritornava alla casella di partenza, dal medico di base per trascrivere la richiesta sulla vecchia ricetta rossa (per intenderci quella che era stata abolita).
Prima di partire per ritornare al Cup ha fatto la prova in farmacia, ma qui era la rossa che non veniva riconosciuta, finalmente dopo il terzo viaggio al Cup, con la bianca e la rossa in mano, riusciva a fare la prenotazione che non era più Terni, ma a Magione. L'episodio ci ricorda tanto Gigi Proietti, anche lui umbro, quando parlava in una sua gag, della vacca bianca e di quella nera, di colore diverso, ma tutte e due sue.
Partecivile Apd Tribunale del Malato Orvieto

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