Tornato sulla Rupe, dopo 40 anni, il Raduno Nazionale dei Granatieri di Sardegna

In occasione del 363esimo anniversario della fondazione del Corpo, Orvieto ha fatto da cornice come annunciato al 34esimo Raduno Nazionale dei Granatieri di Sardegna, organizzato dal sodalizio riconosciuto dal Ministero della Difesa, con il patrocinio e la collaborazione del Comune. Dal carosello storico allo Stadio "Luigi Muzi" all'adunata in Piazza Duomo dopo la messa in Cattedrale, non sono mancati i momenti spettacolari.
Alla manifestazione, tenutasi da venerdì 9 a domenica 11 settembre, hanno preso parte radunisti provenienti da tutta Italia, i vertici nazionali dell’Associazione, i presidenti dei Centri Regionali, dei Centri territoriali e delle Sezioni ANGS e i rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d’Arma, per rafforzare il lungo legame di affetto e amicizia stabilito sin dal 1976 tra i Granatieri, la città di Orvieto e il Comune.
Per tre giorni l'ufficio del sindaco ha custodito il prestigioso Medagliere dell'Associazione. "Ho ricevuto con piacere dalle mani del presidente, il generale Giovanni Garassino - ha detto il sindaco, Roberta Tardani - la riproduzione della medaglia storica del 3° Reggimento Granatieri di Sardegna, coniata nel lontano 1941, che riporta tutte le battaglie combattute dal reggimento dal 28 ottobre 1940 al 3 maggio 1941".
Dal presidente il Comune ha ricevuto anche l’attestato di nomina a socio benemerito dell'Associazione Nazionale dei Granatieri di Sardegna. "Un riconoscimento - spiega il primo cittadino - che rende omaggio alla città che per molti anni è stata la sede del Terzo Reggimento Guardie e rende merito al grande sforzo organizzativo degli uffici comunali per celebrare al meglio questo importante Raduno.
Ringrazio tutte le autorità civili e militari che hanno partecipato al Raduno tornato nella nostra città esattamente quarant'anni dopo l’ultima volta. Piazza Duomo, simbolo di Orvieto, suscita sempre grandi emozioni per la straordinaria bellezza della Cattedrale e per quello che di così importante, significativo e universale custodisce per tutta la cristianità. Le divise, il meraviglioso Duomo che ci osserva e ci protegge rimandano il pensiero a una figura che ha saputo conciliare questi due mondi: Padre Gianfranco Maria Chiti.
È lui - il granatiere diventato frate cappuccino, il Servo di Dio - uno dei motivi per cui siamo qui oggi a celebrare questo appuntamento. Un modello di riferimento per la fede, il coraggio, la generosità ma anche per il modo in cui aveva concepito la vita militare, la sua funzione educativa volta alla difesa della pace, del diritto e della giustizia.
Alla sua figura, così cara alla nostra città, vanno idealmente dedicati questi giorni. Giorni in cui, grazie alla vostra presenza e alla suggestiva esperienza del carosello storico, abbiamo ripercorso in maniera emozionante un pezzo della storia del nostro Paese ma anche un pezzo importante della nostra città che per moltissimi anni ha ospitato alla caserma Piave il Terzo Reggimento Guardie.
La presenza dei Granatieri a Orvieto ha marcato un periodo storico, segnandone anche lo sviluppo sociale ed economico. Quello che dovremmo conservare non è però soltanto il ricordo o le mura di un edificio ma lo spirito di servizio e il senso di appartenenza che traspare ancora oggi da parole, volti e gesti e da cui ogni comunità dovrebbe trarre esempio e farne tesoro comune".
"Grazie - ha concluso il primo cittadino, rivolgendosi ai Granatieri - per aver scelto Orvieto per la vostra festa che a causa della pandemia mancava da quattro anni, grazie a tutti coloro - uffici comunali, Polizia Locale, Protezione Civile, Forze dell'Ordine - che hanno ancora una volta reso possibile una grande manifestazione in città. E grazie agli orvietani per la pazienza e la collaborazione in questi giorni".

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