cronaca

Laghetto di Sugano, un'oasi di pace lasciata all'incuria

giovedì 18 giugno 2020
di Rosaria Benini
Laghetto di Sugano, un'oasi di pace lasciata all'incuria

Un laghetto abbandonato a se stesso. Queste le sorti del laghetto che, sotto il borgo di Sugano da cui prende il nome, da anni accoglie soprattutto appassionati di pesca sportiva. Decidere di trascorrere una giornata di pesca presso questo luogo – che di potenziale ne ha da vendere visto il suo fascino – è una scelta coraggiosa.

Coraggiosa perché non vi è nulla che qui possa fungere da comodità o da servizio al visitatore o al pescatore di turno. Per comodità si intende qualche cesto per la spazzatura, uno o due tavoli con relative panchine, vegetazione curata, sentieri battuti e cartelli indicativi.

Anche posteggiare l’auto è impossibile; o la si lascia sul ciglio della strada, ostruendo il passaggio di altri veicoli, o davanti ai passi delle proprietà private, rischiando di essere di intralcio. Una volta parcheggiata la macchina poi, l’impresa ardua è aprirsi dei varchi tra la fitta coltre di vegetazione che copre il già ristretto sentiero che conduce al laghetto.

Strano che negli anni – e qui non si fa riferimento solo agli anni recenti, ma anche a quelli più remoti – nessuna Amministrazione Comunale di Orvieto abbia ritenuto opportuno bonificare tale zona e renderla vivibile dalla popolazione, come invece si è fatto con altre bellezze naturali del nostro territorio trasformate in parchi a misura d’uomo.

Non solo non sono stati attuati piani di valorizzazione, ma a venir meno è stato proprio il prendersi cura di tale luogo. E’ visibile, infatti, ad occhio nudo la manutenzione che del lago ne fanno i privati – ad esempio agriturismi – dando ad una sponda di esso un aspetto incantevole, e la cura che della sponda opposta fa – o per meglio dire non fa – la gestione pubblica.

Non è necessario essere architetti o progettisti per riconoscere che l’area del laghetto di Sugano presterebbe anche come zona pic-nic; immaginate se qui venissero posti bracieri o fontanelle d’acqua pubblica. La gente pagherebbe oro per trascorrervi pranzi del 25 Aprile o del 1 Maggio in compagnia di amici e parenti con qualche comfort in più.

Oltretutto, il territorio circostante il piccolo lago, è zona di escursioni. Nei pressi del lago di Sugano si trova infatti la famosa centrale idroelettrica dell’Ingegner Netti – anticamente nota come Officine Netti; dapprima utilizzata per illuminare il Teatro Mancinelli e successivamente l’intera città di Orvieto.

La centrale, che sfruttava la ricchezza di acque di cui gode questa zona, nonostante lo stato d’abbandono in cui versa rappresenta un vero e proprio esempio di ‘architettura industriale’ e continua ad attrarre anno dopo anno avventurosi visitatori sia locali che forestieri.

Recentemente essa è anche stata candidata come uno dei ‘Luoghi del Cuore’ del FAI. Alcuni dei sentieri percorribili in zona, sono tali grazie al lavoro di tracciabilità che ne ha fatto il Gruppo Speleo CAI di Orvieto. Ma è l’intera zona che meriterebbe di essere oggetto di un grande piano di riqualificazione e rivalutazione.

 

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