Orvieto dice addio a Gianni Marchesini

Schivo ma attento, taciturno eppure esuberante. "Individualista", come lui stesso definiva tutti i membri appartenenti alla sua famiglia. Ironico e provocatorio ma anche profondamente sensibile, Gianni Marchesini ha scelto – anzi, non lo ha scelto – il momento più assurdo per andarsene, a 73 anni, a Terni. In una città stanca e silenziosa che, come il resto d'Italia, ora teme ora esorcizza l'alieno chiamato Covid-19. La sua di città, ogni giorno, da qualche anno, era abituata a leggere le sue massime e i giochi di parole su Facebook, dove fu proprio lui ad agosto 2016 ad annunciare a tutti la scomparsa della sorella Anna.
Amata come la mamma, Zaira. Come Maria Teresa, Virginia, Laura. Come Orvieto, la "città alta e strana" alla quale aveva consegnato il suo progetto "Markesing" invocando un nuovo Rinascimento e appellandosi alla necessità di puntare sull'Industria del Turismo Esperienziale "che – scriveva – finirebbe per sostituire l'attuale, piuttosto frettoloso e acritico, con un altro, interattivo e inclusivo, nato per fornire a diversificate tipologie turistiche un'esperienza costruita sui desideri, le loro attitudini per sperimentare la quale il turista raggiungerà appositamente Orvieto e pagherà per poterne godere".
Sognava una "Orvieto Felice", Zorro, più forte della banalità, fino a farne un brand. Oltre che con "Le Grandi Firme della Tuscia", da poco aveva tessuto una stretta collaborazione con la Sezione di Orvieto della Federazione Italiana Donne Arti, Professioni e Affari, aderente alla Business Professional Women International, dialogando con le donne di libri e scrittura. E non è forse un caso, allora, che la sua dipartita sia avvenuta in una data iconica come domenica 8 marzo, Giornata Internazionale della Donna. Di lui restano gli aneddoti, sportivi e non, di una città che era e non sarà più, dispensati al Caffè Montanucci, "l'ufficio".
Senza nostalgie di maniera, ma con lo stesso affetto testimoniato dall'Associazione Culturale "La Cava e i Cavajoli" che "si stringe ai familiari, agli amici e agli orvietani tutti in questo assurdo momento di lutto per la perdita di Gianni Marchesini, di cui ricorda la spontanea generosità e l’affabile ed amabile capacità di custodire, e spesso incarnare, l’orvietanità che ci sta a cuore. La Cava e Orvieto sono un po' più soli". Orfani di quella sagace fantasia critica, di quella schiettezza e di quel senso, sempre più precario, di comunità. "Ciò che si dice in città ci appartiene, ma soltanto perché chiacchierato nel dialetto".
Restano, allora, in eredità le tante parole scritte intingendo la penna in quell'ironia salvifica che tanto manca all'ombra del Duomo, in un crescendo di risate e gag orecchiate lungo il corso cittadino, nella piazza del mercato o tra i vicoli. Per anni, ha raccontato Orvieto e i suoi dintorni, ne ha nobilitato il dialetto. Con "Lettere da Fort Umbria" e con "Sta finestra do' da", "Mo 'n giorno che è", "Su e giù dall'ospedale", "Chiacchiere al mercato", "Ah, pipì!", "Scappo che ciò prescia", 1 e 2. Attingendo a queste pagine è nata anche una riduzione teatrale, in collaborazione con la Compagnia "La Batreccola" di Porano.
"La notizia della scomparsa di Gianni Marchesini – il commento del sindaco, Roberta Tardani – ha lasciato la città incredula e sconcertata. Gianni era una persona di grande spessore culturale, dotata di un'irresistibile ironia ma soprattutto un grandissimo amico. Ha raccontato con il sorriso e con sarcastica schiettezza vizi e virtù della nostra città. Non ha risparmiato nessuno e, almeno idealmente, è stato amico di tutti gli orvietani. Nel periodo 2011/2013 aveva rappresentato il Comune nell'Associazione Teatro Mancinelli.
Oggi il Comune gestisce direttamente questo luogo della cultura, quindi mi impegno affinché l’Amministrazione Comunale insieme alla città, ricordino Gianni Marchesini in modo adeguato sin da questa Stagione Culturale, appena l’attività pubblica potrà riprendere come tutti speriamo". Dopo "Orvieto per Anna", la serata-evento della Stagione 2017/2018 dedicata ad Anna Marchesini si pensa già ad un'intitolazione. In ottemperanza al decreto del presidente del Consiglio dei Ministri i funerali, intanto, non potranno essere svolti. Che la vita, alla fine, è una grande spiazzante commedia.
La redazione di Orvietonews.it, in questo momento, fa fatica a trovare le parole migliori e si stringe al dolore dei familiari che è quello di un'intera città, sempre più povera di figure così carismatiche, innamorate – veramente – di Orvieto.

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