cronaca

Consiglio comunale aperto su caso Cro, Sindaco e Fondazione dal ministro Morando

mercoledì 28 giugno 2017
Consiglio comunale aperto su caso Cro, Sindaco e Fondazione dal ministro Morando

La seduta del Consiglio Comunale straordinatio dedicato ai risvolti economico/finanziari e sociali sottesi alla paventata fusione per incorporazione della Cassa di Risparmio di Orvieto in Banca Popolare di Bari che si è concluso con l’approvazione all’unanimità dell’ordine del giorno in cui si ribadisce la netta contrarietà al progetto di fusione per incorporazione della Cassa di Risparmio di Orvieto Spa in Banca Popolare di Bari, il Sindaco, Giuseppe Germani ha annunciato che sulla vicenda, sarà ricevuto a Roma, dal Vice Ministro dell’Economia, Enrico Morando, unitamente ad una delegazione della Fondazione CRO. Il Sindaco, inoltre, incontrerà la Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.

Sul progetto di fusione per incorporazione della Cassa di Risparmio di Orvieto in Banca Popolare di Bari, intanto, nei prossimi giorni verrà convocato un Consiglio Comunale “aperto” alla partecipazione delle municipalità dell’Orvietano e dei Comuni di “Area Interna” e di tutte le forze sociali e produttive espressione della Città e del territorio, a cui saranno invitati i vertici di BpB (proposta che è stata accolta dall’Assemblea a maggioranza).

Di seguito, un'ampia sintesi del dibattito del Consiglio Comunale di martedì 27 giugno a cura dell'Ufficio Stampa del Comune di Orvieto:

I lavori si sono aperti con la lettura dell’ordine del giorno sottoscritto da tutti i gruppi consiliari in sede di Conferenza dei Capigruppo, da parte del Presidente dell’Assemblea, Angelo Pettinacci. Documento su cui il Sindaco, Giuseppe Germani ha espresso il totale assenso da parte sua e della Giunta. “Oggi il Consiglio Comunale svolge appieno il suo ruolo. Il documento è la sintesi di un grande lavoro fatto da parte di tutti i gruppi consiliari per raggiungere un obiettivo comune – ha evidenziato – con questo atto, il Consiglio Comunale si accinge a fare un primo passo fondamentale nel tentativo di ricercare soluzioni importanti, uno sforzo che permette a tutti gli attori di assumere delle decisioni responsabili nell’interesse di tutta la collettività. Il Comune di Orvieto è socio della Fondazione CRO dove è presente con propri rappresentanti. Per domani è stato fissato l’incontro al Ministero dell’Economia, con il Vice Ministro Enrico Morando al quale consegnerò l’ordine del giorno che stiamo per approvare, invitando il Governo a porre la massima attenzione perché questo territorio non perda una entità fondamentale come è la Cassa di Risparmio. Con questo spirito ci accingiamo ad incontrare sia il Vice Ministro che la Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. Ad essi rappresenterò il forte disagio di tutta la nostra comunità. Dobbiamo mettere in campo tutte le azioni affinché quanto paventato non accada. Serve una mobilitazione delle forze vive della città, delle forze imprenditoriali e non solo, in una azione concentrica che raggiunga i due soci principali della CR Orvieto, nel convincerli che la strada intrapresa è quella sbagliata. Un errore che non terrebbe conto delle vere istanze del territorio e oltretutto incomprensibilmente affrettato. Il documento sarà inviato ai Sindaci dell‘Area Interna Sud-Ovest Orvietano per creare la massima attenzione di tutti i Comuni della zona, sia di quelli che hanno una filiale di territorio sia di quelli che non hanno sportelli della CRO ma gravitano su questa area in termini di economia e di interessi diffusi. Reputo positiva la presa di posizione anche del Presidente della Fondazione, segno che si sta camminando in una direzione forte e condivisa”.

Stefano Olimpieri (“Identità e Territorio”): “Un tema di grande attualità, serio e importante, quello delle banche, della gestione del credito e degli investimenti, quindi affrontare la questione della potenziale ed eventuale fusione è un tema che va trattato seriamente, perché interessa il territorio di tre regioni dove esistono filiali della CR Orvieto. Ogni cosa, dunque, va fatta con intelligenza e tatto senza seguire potenziali strumentalizzazioni che ci spingerebbero verso il baratro. Il documento che approveremo ripercorre un excursus storico che va dal 1990 con la ‘legge Amato’ quando le Fondazioni misero sul mercato le loro azioni, fino ai giorni d’oggi. Nei primi anni ’90 ebbero inizio, infatti, le liberalizzazioni che hanno spolpato le banche italiane a scapito dei territori: vorrei richiamare in proposito il 2009 quando corremmo il rischio che la nostra banca fosse acquisita da Cassa Risparmio di Teramo (poi commissariata e a sua volta acquisita insieme alla Cassa di Pescara da Cassa Risparmio di Bari che è una banca di sistema) e da Banca Etruria. I territori dunque subiscono questi processi. Oggi come Consiglio Comunale abbiamo l’obbligo di lanciare un messaggio al socio di maggioranza e alla Fondazione per non subire questa operazione che equivale al depotenziamento del territorio. In questo momento storico serve dialogo e diplomazia. Dobbiamo essere Istituzioni lungimiranti: il Consiglio Comunale ha il suo ruolo, ma a livello normativo e politico il ruolo vero lo ha il Sindaco che nomina un membro nel Consiglio di Indirizzo e che un anno fa aveva già incontrato i vertici di BpB. La questione non si è manifestata il 19 giugno 2017, ma almeno due/tre anni fa. Se Orvieto deve costruire qualcosa deve superare dunque le divisioni, le conventicole di palazzo e muoversi unita per sostenere una causa. Il Sindaco ha la responsabilità politica e istituzionale di trarre la sintesi. In questi nove giorni (dal 19 giugno scorso) il Sindaco doveva mettere a sistema gli organi istituzionali quindi avrebbe dovuto tenere dei rapporti istituzionali con il presidente dell’ANCI Nazionale nonché Sindaco di Bari, Antonio De Caro e il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Spero che l’incontro con il Vice Ministro Morando sortisca gli effetti sperati”. “Il Consiglio Comunale – ha concluso dichiarandosi contrario Consiglio Comunale ‘aperto’ - non può diventare capro espiatorio della vicenda. Io non ci sto a questo gioco. Va costruito un argine per impedire che questa paventata e nefasta possibilità di fusione si concretizzi. Ci sono ancora dei meccanismi per mettere a sistema tutte le realtà e le istituzioni. Anche sul presunto ‘conflitto di interesse’ che alcuni consiglieri dipendenti della banca avrebbero, è un tema che non sta in piedi poiché in una realtà delle dimensioni della nostra la questione dei rapporti di parentela e/o amicizia con soggetti che hanno ruoli nella banca locale fa parte della quotidianità e per questo non si può diventare ‘capri espiatori’. Sono contrario al Consiglio Comunale aperto e lo dico perché chi a parole dice ‘salviamo la banca’ poi cerca di fare un danno alla banca stessa con iniziative che non aiutano. Oggi ci confrontiamo per costruire insieme rapporti istituzionali e un percorso che ci deve fare arrivare ad una compattezza di città, ciascuno all’interno del proprio ruolo. Sono favorevole al documento, ma apertamente contrario al Consiglio Comunale aperto come strumento di qualcuno che gioca allo sfascio”.

Andrea Sacripanti (Gruppo Misto): “Su quest’ultimo aspetto in Commissione io ho votato a favore del Comunale ‘aperto’ non perché desidero lo sfascio. In questi giorni abbiamo lavorato e acquisito informazioni importanti dai soggetti deputati. Lo scenario che si sta prefigurando per Orvieto è pesante: la banca perderebbe il suo valore direzionale diventando la semplice filiale di una banca con quello che ne consegue, inoltre perderebbe 43 posti di lavoro (senza gli ammortizzatori sociali a sostegno). Dalla premessa dell’ordine del giorno emerge che la Fondazione Cassa di Risparmio in questi anni ha esercitato un ruolo nevralgico, importantissimo nella vita socio-economica della città e del territorio. La preoccupazione dei cittadini è ai massimi livelli dal momento che in questa fase devono assistere alla perdita di un riferimento quale la banca del territorio e alla spoliazione della Fondazione. Come Istituzioni quindi non dobbiamo essere silenti su questi risvolti negativi, ecco allora le ragioni di un Consiglio Comunale ‘aperto’ con i soggetti qualificati per tutelare Orvieto, i cittadini e i dipendenti dell’istituto di credito. Parimenti non dobbiamo mettere a repentaglio i livelli occupazionali di una banca che oggi ha la responsabilità sociale di un territorio. Ecco il senso di quanto emerso dal documento e dai lavori della Commissione consiliare. Non credo che sia utile subire passivamente l’ennesima spoliazione di uno degli ultimi presidi che ha fatto grande la nostra città. Mi auguro che il Consiglio Comunale ‘aperto’ riesca e che la città tutta risponda per difendere il territorio. E’ la prima volta che mi trovo di fronte ad una operazione di una portata simile e non nascondo che, da conigliere, vorrei poter lasciare un segno del nostro impegno e quindi di essere più uniti possibile in questa fase. La partita è ancora aperta. Sono convinto che il Sindaco unito con il suo Consiglio Comunale riuscirà a portare a casa un risultato”.

Roberta Cotigni (Per andare avanti): “il problema è complesso e pesante per tutti ci cittadini e la realtà orvietana. Sono stata soddisfatta nell’apprendere la posizione del Presidente della Fondazione CRO, anche se da un anno si sentiva parlare dell’avvio di un processo di fusione. Sono favorevole al Consiglio Comunale ‘aperto’ affinché i soggetti determinanti in questa scelta siano presenti, compresi i vertici di BpB che auspico spieghi il proprio piano di ristrutturazione che prevede molti esuberi. Sarebbe una perdita economica impressionante i cui effetti negativi saranno visibili già nel prossimo periodo. Condivido il documento volto a contrastare questa scelta che definisco scellerata. Non possiamo permettere che anche la Cassa di Risparmio faccia la fine di altri presidi istituzionali che la nostra città ha perso nel corso del tempo”.

Claudio Di Bartolomeo (PSI): “voto a favore del documento. Reputo importante rafforzare la posizione del presidente della Fondazione CRO, ente che può essere determinante nella scelta finale. E’ questo il momento per far riacquistare ai cittadini la fiducia nella propria banca. Siamo ancora in tempo se ci prendiamo le nostre responsabilità e se anche gli altri membri del CdA lo faranno nei confronti del territorio. Auspico una cittadinanza unita nel prossimo Consiglio Comunale ‘aperto’ che io ho approvato. Ma è importante che sia presente chi ha responsabilità decisionali”.

Roberto Meffi (Forza Italia): “mi sarei atteso una sala più gremita perché un argomento serio con ricadute sociali e occupazionali come quello che stiamo discutendo non è cosa di poco conto. Da questa mattina prima come Commissione Capigruppo e poi come Assemblea Elettiva siamo impegnati per dare un contributo fattivo sull’argomento, tanto che abbiamo redatto un documento rafforzativo verso le istanze dei cittadini. La Cassa di Risparmio di Orvieto non deve aggiungersi alla lista delle strutture che vengono meno nel nostro territorio, e sicuramente di quanto è accaduto nel passato anche recente ci sono delle responsabilità. La nostra vicinanza è forte alla banca locale e tutte le azioni che pensiamo di mettere in campo sono contenute nel mandato affidato al Sindaco. Ma faremo dell’altro, finché Cassa Risparmio SpA, BpB e Fondazione CRO non troveranno un punto di caduta unitario”.

Tiziano Rosati (Sinistra Italiana): “anche ad Orvieto si sta verificando quanto accade in altre aree del Paese. Non per questo però la nostra comunità si deve rassegnare o arrendersi, ma usare tutti gli strumenti della comunità, della politica e delle istituzioni per contrastare questo disegno. Peraltro, fa pensare questa fusione con un istituto di credito su cui la Cassazione non si è ancora espressa. Voto favorevole”.

Alessandro Vignoli (“Per andare avanti”): “siamo tutti dello stesso avviso: stiamo discutendo di uno dei temi più importanti dell’attualità orvietana. Stiamo parlando del presente e del futuro di una banca che nel corso del tempo ha visto crescere la propria importanza con 50 filiali distribuite sul territorio di ben tre regioni e molto sentita come banca degli orvietani. C’è quindi la necessità della più ampia diffusione possibile a livello comunicativo. Le conseguenze di certe operazioni le abbiamo viste con il Tribunale che all’indomani della chiusura ha imposto una riorganizzazione della città stessa. Gli effetti collaterali di quella perdita si vendono oggi, quindi l’eventuale venir meno di un istituto di credito come la CRO sul territorio sarebbe una ulteriore occasione di impoverimento decisivo. Oltre alla posizione di una quarantina di dipendenti della banca, viene messo in discussione anche il ruolo direzionale e gestionale della Banca orvietana. Da ultimo definirei inquietante la ‘fretta’ che si vorrebbe mettere all’operazione - legata addirittura a date fissate a fine giugno - con effetti scellerati sul territorio. Al di là di preferire degli sterili comunicati stampa, i vertici del BpB devono farsi conoscere e far sentire direttamente alla cittadinanza orvietana quali sarebbero gli effetti positivi di questa operazione. Il panorama che oggi abbiamo di fronte propende piuttosto per una grande e diffusa preoccupazione di tutta la città nelle sue varie articolazioni. Con la fusione della CRO in BpB ci troveremo sicuramente più poveri”.

Lucia Vergaglia (M5S): “in tema di responsabilità delle parti la scarsa presenza di cittadini a questo odierno incontro suona forse come una scarsa fiducia nelle Istituzioni. Il Consiglio Comunale ‘aperto’ serve quindi per sollecitare di più la partecipazione della cittadinanza. Gli elementi di conoscenza acquisiti in questi giorni, ci hanno permesso di conoscere più approfonditamente la questione e l’incontro di domani al Ministero sarà senz’altro utile. Il Consiglio Comunale ‘aperto’ ci consentirà un maggiore scambio e coinvolgimento di vari soggetti. Le decisioni prese da alcune persone non possono essere accettate con leggerezza e queste persone devono avere il coraggio di parlarne pubblicamente. Il percorso e la fase attuale è formidabile per invertire una tendenza. Dobbiamo accompagnare i concittadini nel percorso della ricerca della chiarezza”.

Maria Flavia Timperi (PD): “alla base dell’ordine del giorno c’è assoluta trasversalità del sentimento. Siamo tutti concordi nel dire che la politica ha il dovere di esercitare un ruolo entro gli ambiti consentiti, ma è dovere della politica preoccuparsi delle ricadute allarmanti sul tessuto economico e sociale del nostro territorio che tale progetto potrebbe avere. Questa unanime preoccupazione ci fa criticare apertamente i metodi e la tempistica seguite in questa vicenda. Né ci rassicurano i comunicati stampa di BpB. Sono favorevole allo svolgersi di un Consiglio Comunale ‘aperto’ che sappia condividere informazioni, scenari, prospettive e che sappia coinvolgere gli attori e tutti coloro che hanno presidiato in questi anni la questione”.

Andrea Taddei (PD): “la fusione era un qualcosa che già da un anno era latente che le parti, Fondazione e Cassa Risparmio SpA, dovevano in parte fronteggiare. La fretta sarebbe determinata dalla data della semestrale del 30 giugno che sarebbe importante per definire il valore del concambio. Personalmente ha cercato di approfondire i punti di forza e di debolezza della CRO oggi e dopo la fusione. Oggi una banca solida di territorio, con un forte ruolo sul sociale in termini di mantenimento di servizi fondamentali, ma anche banca di confine; inoltre, il 26,43% delle quote della Fondazione che permette di poter erogare servizi che vanno dall’istruzione, al sociale alla formazione e all’arte, tanto importante in una città come Orvieto. Ad oggi con le nuove normative, i punti di debolezza sono invece la tendenza a far sì che le piccole realtà come quella orvietana vengano integrate per mezzo della incorporazione all’interno di gruppi più grandi in termini di efficientamento ma scapito della erogazione di servizi sul territorio. Con il concambio, inoltre, il valore delle quote della Fondazione andrebbe sostituito con quote della BpB passando a valori molto più ridotti. Quindi la fretta di chiudere questa operazione prima che BpB si sia trasformata in SpA vedrebbe ridimensionato il ruolo della Fondazione con la riduzione del suo patrimonio azionario. Non solo, nel piano si parla di una riorganizzazione basata su 500 esuberi di personale, ovvero, la banca orvietana dovrebbe farsi carico per oltre 40 unità di una parte di esuberi che non sono di sua competenza. Se la negoziazione doveva essere condotta in un anno, adesso è giunto il momento di riaprirla con forza, infatti, se adesso è sufficiente che la Fondazione CRO blocchi l’operazione, non lo sarà più una volta che BpB sarà diventata SpA. Quindi in questo momento la cosa più importante è realizzare la massima coesione che va recuperata con i membri all’interno del CdA della Fondazione (non allineati agli indirizzi della Fondazione stessa). Anche il prossimo Consiglio Comunale ‘aperto’ dovremo portare avanti una posizione che punti a fare chiarezza e trasparenza con la città”.

Presidente dell’Assemblea, Angelo Pettinacci: “ringrazio tutti i consiglieri con i quali c’è stata un’ottima collaborazione, ringrazio la Fondazione CRO e le RSA della banca. Resta il rammarico per non aver avuto un incontro e un contraddittorio con la parte di maggioranza BpB. A breve ci sarà un Consiglio Comunale ‘aperto’ a cui inviteremo le parti e il management della BpB. In merito al conflitto di interessi a cui ha fatto cenno Olimpieri, anche io ribadisco che non c’è alcun tipo di conflitto di interessi. Siamo in un momento storico importante e come Consiglio Comunale mettiamo in discussione i modi e i tempi rispetto a come si sta andando verso una ‘fusione a freddo’ che fa solo del male. Nell’ordine del giorno chiediamo che i due soggetti privati deputati tornino a un tavolo di trattative con i tempi necessari perché questa fretta che ci preoccupa molto, in realtà non è giustificata da alcun atto. In una situazione in cui la Corte Costituzionale si sta prendendo i suoi tempi per pronunciarsi sulla Legge che obbliga la trasformazione di alcune banche popolari in società per azioni. Questa fretta ci preoccupa e vogliamo spingere per la ripresa delle trattative. Probabilmente ci sono altre soluzioni da attenzionare e da meditare come le fusioni con gruppi bancari più simili alla nostra Orvieto rispetto a quello che è BpB. Il Sindaco ha il mandato di compiere tutti gli atti necessari. Il capitolo esuberi è ugualmente importante con 500 unità su tutto il gruppo che per Orvieto significa oltre 40 persone e le loro famiglie – ovvero la perdita di uffici di direzione e la presenza sul territorio – per non parlare di un nuovo pendolarismo. Il documento che approviamo verrà portato già da questa sera all’attenzione dei Sindaci dell’Area Territoriale dell’Orvietano e oltre in quei comuni del Lazio e Toscana che rischiano di perdere i servizi bancari sui propri territori. Anche io mi rammarico che questa sera la presenza della città non è numerosa, speriamo che lo sia di più nel Consiglio Comunale ‘aperto’ che faremo nei prossimi giorni. Dobbiamo tenere alta l’attenzione politica e istituzionale ma con intelligenza, fermezza e attenzione. E’ l’appello che rivolgo a tutti coloro che saranno invitati a partecipare al Consiglio Comunale ‘aperto’”.

Replica del Sindaco: “la sintesi del dibattito è contenuta nel documento unitario che ci apprestiamo a votare ed il messaggio inviato alla proprietà dell’istituto di credito è chiaro ed inequivocabile. Il Cons. Olimpieri attribuisce la massima responsabilità al Sindaco che la assume ma stiamo portando avanti un lavoro insieme. Posso dire di non essere stato con le mani in mano: domani, infatti, vedrò il Vice Ministro Morando e la Governatrice dell’Umbria, Marini. Con me a Roma ci saranno anche i vertici della Fondazione CRO. Spero di poter convincere i vertici di Banca Popolare di Bari ad essere ad Orvieto nel Consiglio Comunale ‘aperto’”.


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