Intorno alla Rupe cresce l'economia della Grande muraglia, in molti vogliono vendere ai cinesi

Case, ristoranti, alberghi, aziende avviate, bar: da Orvieto a Baschi, passando Per Castel Viscardo e Allerona, in tanti vogliono vendere ai cinesi che, a quanto pare, comprano senza farsi troppi scrupoli. Sotto la Rupe sta nascendo una solida muraglia del commercio cinese che oggi non è più soltanto negozi pieni zeppi di qualsiasi cosa o il classico ristorante dove si servono ravioli e involtini primavera.
L’economia cinese a Orvieto e nell’Orvietano è una realtà che comincia ad avere il suo peso. Tra la fine del 2015 e l’inizio dell’anno nuovo un noto albergo di Orvieto Scalo è stato acquistato da un imprenditore cinese. Ma non è solo questo “l’affare” che ormai porta la firma dei figli della Repubblica popolare.
Tutto nasce sul finire - sempre che siano finiti - degli anni della crisi. Secondo la fondazione Italia-Cina, più di 90 gruppi cinesi (Hong Kong esclusa) avevano una presenza in aziende italiane alla fine del 2013. Secondo il Financial Times , nel 2014 l'Italia è stato l'obiettivo principale dello shopping cinese in Europa. Dei 6 miliardi di dollari complessivamente investiti nel Vecchio continente, quasi 4 miliardi sono piovuti da noi. Dopo Gran Bretagna e Francia, l'Italia è il terzo Paese europeo per ammontare degli investimenti cinesi davanti a Germania, Grecia, Portogallo e Spagna. E questi dati sono continuati a crescere per tutto il 2015.
L’Umbria non è rimasta fuori da questo fenomeno, tantomeno Orvieto. E gli imprenditori locali si sono accorti che è più facile vendere a un investitore cinese rispetto ad un italiano. Ma come fare? Intanto Orvieto non è una metropoli e già il “passa parola” ha il suo effetto. Ma se proprio si vuole fare le cose in “regola” l’attenzione si rivolge sui portali on line specializzati. Sono decine i siti che promuovono annunci di vendita - immobili e attività commerciali - in italiano e cinese.
I numeri delle visite di questi siti mettono paura e gli affari si fanno. Nell’elenco dei “beni” messi in vendita sul “mercato” cinese c’è una nota tabaccheria di Ciconia con area scommesse, lotto, superenalotto e valori bollati. Il tutto ad un prezzo di 510mila euro. Ma c’è anche una nota azienda orvietana impegnata nell’assistenza informatica che vende attività e capannone, sempre nell’area commerciale di Ciconia, ma in questo caso si preferisce la “trattativa riservata”.
Ma non c’è solo Orvieto. A Baschi, per esempio, si vende per 1milione e 500mila euro un immobile con appartamento, attività di ristorazione e affittacamere. Spostandoci verso Allerona, e restando sopra il milione di euro, si spera di vendere all’investitore cinese il capannone e i macchinari di una nota impresa per la lavorazione del marmo.
Più in alto a Castel Viscardo, i portali di “intermediazione commerciale” tra Cina e Italia mettono in vendita sia un capannone nella zona industriale Le Prese a 150mila euro, sia un palazzetto nel centro abitato del paese per 130mila euro.

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