GrIG: "Il taglio degli alberi nel centro storico non era stato autorizzato"

L'Amministrazione Comunale di Orvieto ha recentemente annunciato e avviato un’ampia operazione di manutenzione straordinaria del patrimonio arboreo cittadino. Il Comune afferma che saranno interessate ben “199 piante concentrate nel centro storico tra corso Cavour, Piazza Cahen, via Postierla, Fortezza Albornoz, Pozzo di San Patrizio, strada della Stazione, parco della Confaloniera, Piazza Angelo da Orvieto, San Domenico, via Bonaventura Cerretti, via dei Dolci, Duomo, Piazza Marconi, ex caserma Piave e strada di Porta Romana. Sulla base di tale programma sono previsti 152 interventi di potatura, 47 interventi di abbattimento di piante considerate pericolose e a rischio di cedimento, e 21 nuovi impianti”.
Ma esistono adeguate e inequivocabili perizie che indichino la necessità degli abbattimenti? E’ stata verificata la presenza di nidi, visto l’avvìo della stagione riproduttiva dell’avifauna selvatica? Soprattutto, sono state acquisite le necessarie autorizzazioni paesaggistiche e storico-culturali? Nel mentre le motoseghe sono state messe in moto a fine febbraio 2025.
Per questi motivi, recepite preoccupate segnalazioni da parte di residenti, l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) aveva inoltrato (3 marzo 2025 e 7 aprile 2025) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti, coinvolgendo i Ministeri della Cultura e dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, il Comune di Orvieto, la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Perugia, i Carabinieri Forestale e del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, informata per gli accertamenti di competenza la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni.
Il centro storico di Orvieto, un gioiello urbanistico e artistico del Bel Paese, infatti, è tutelato con vincolo paesaggistico e con vincolo culturale (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), inoltre la nidificazione della fauna selvatica è protetta (direttiva n. 2009/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica, esecutiva in Italia con la legge n. 157/1992 e s.m.i.) ed è vietato alcun disturbo/danneggiamento/uccisione delle specie avifaunistiche in periodo della nidificazione, che può integrare anche eventuali estremi di reato, in particolare ai sensi dell’art. 544 ter cod. pen.
E le risposte sono giunte, delineando un quadro sconfortante. Il Comune di Orvieto (nota prot. n. 13353 del 31 marzo 2025) ha fornito la relazione tecnica di un agronomo incaricato per la verifica strumentale VTA e l’aggiornamento dello stato del patrimonio arboreo e la relativa autorizzazione per potatura e abbattimento di numerosi alberi (leggi regionali Umbria n. 28/2001 e n. 7/2002) emanata dall’Ufficio Ambiente dello stesso Comune di Orvieto (nota prot. n. 2822 del 20 marzo 2025).
Autorizzazione comunque successiva all’avvio del cantiere di taglio. Ma è il Ministero della Cultura ad aver messo nero su bianco l’inesistenza di alcuna autorizzazione paesaggistica. La Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio – Soprintendenza per l’Umbria, infatti, ha comunicato (nota prot. n. 8264 del 18 aprile 2024) di aver provveduto, con nota prot. n. 4413 del 4 marzo 2025, alla “immediata sospensione dei lavori … effettuati dal Comune di Orvieto” e, con nota prot. n. 6991 del 3 aprile 2025, alla “richiesta al Comune di Orvieto … di integrazione documentale dei lavori in oggetto per attivare la procedura ex art. 167 d.lgs. n. 42 del 2004.”.
Le strutture del Ministero della Cultura hanno certificato, a lavori iniziati (4 marzo 2025), “che ad oggi non è pervenuta a Questo Ufficio alcuna richiesta di parere”, per cui, “atteso inoltre che il numero delle 47 essenze arboree di cui si indica l’abbattimento appare significativo sotto l’aspetto della tutela paesaggistica”, è stata chiesta “la immediata sospensione dei lavori, ferma restandola eventuale messa in sicurezza delle piante, ove necessaria, che vengono dichiarate instabili/a rischio caduta”.
Infine, verificato che “sono stati eseguiti n. 45 abbattimenti e gran parte delle potature”, è stata imposta l’apertura della procedura di ripristino ambientale a carico del trasgressore (cioè il Comune) prevista dall’art.167 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. Dal canto suo il Comando generale dell’Arma dei Carabinieri ha comunicato (nota prot. n. 12/9-4 del 2 aprile 2025) di non poter fornire atti e informazioni ambientali richieste, perché si tratta di “atti sottratti all’accesso” ai sensi dell’art. 5 bis, comma 1°, lettera f, del decreto legislativo n. 33/2013 e s.m.i., “per evitare un pregiudizio concreto alla tutela” dell’interesse pubblico inerente “la conduzione di indagini sui reati e il loro perseguimento”.
In sostanza, i Carabinieri Forestale stanno conducendo in proposito indagini su ipotesi di reato, molto probabilmente per violazione del vincolo paesaggistico (art. 734 cod. pen., 181 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.). Il GrIG esprime soddisfazione e apprezzamento per lo svolgimento di rapidi controlli finalizzati alla verifica della legittimità o meno di tagli e potature relativi a un patrimonio arboreo che costituisce elemento importante del centro storico umbro e senz’altro continuerà a seguire la vicenda per garantirne la migliore salvaguardia ambientale e storico-culturale.
Stefano Deliperi,
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
Per ulteriori informazioni:
http://gruppodinterventogiuridicoweb.com

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