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Sicurezza idrica in Umbria, Lazio e Toscana. Avanti il progetto "Invasi sul fiume Paglia"

giovedì 17 aprile 2025

Dibattito pubblico sul progetto "Sistemi di invasi sul fiume Paglia", una delle più rilevanti iniziative infrastrutturali in corso nel Centro Italia per la prevenzione del rischio idraulico e la gestione integrata delle risorse idriche, presentato dall'Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, il cui iter progettuale si concluderà entro febbraio 2026.

All’evento, insieme al segretario generale di AUBAC Marco Casini, hanno partecipato Angelica Catalano, direttrice generale per le dighe e le infrastrutture energetiche del MIT, Manuela Rinaldi, assessore regionale del Lazio a Lavori Pubblici, Politiche di Ricostruzione, Viabilità e Infrastrutture, Thomas De Luca, assessore regionale dell’Umbria alla Tutela e alla Valorizzazione Ambientale e Ornella Segnalini, assessore ai Lavori Pubblici e alle Infrastrutture della Città di Roma Capitale.

Finanziato nell’ambito del Piano Nazionale degli Interventi nel Settore Idrico – Sezione Invasi (Legge 145/2018), il progetto è articolato in due fasi: la redazione del documento di fattibilità delle alternative progettuali, già conclusa, e la successiva progettazione di fattibilità tecnica ed economica della soluzione che sarà valutata a valle del confronto con cittadini e stakeholder.

L’opera interessa il bacino del fiume Paglia, principale affluente del Tevere, che attraversa Toscana, Lazio e Umbria. Il progetto nasce per far fronte alle criticità idrauliche e climatiche che affliggono il territorio: esondazioni sempre più frequenti (come quelle del 2010 e 2012), erosione delle sponde, carenza di aree naturali di laminazione, scarsa permeabilità del suolo e un regime fluviale tipicamente torrentizio, aggravato dalla riduzione delle precipitazioni degli ultimi anni.

L’analisi condotta ha permesso di individuare una serie di soluzioni infrastrutturali tra loro combinabili: le casse di espansione, destinate alla laminazione controllata delle piene, e un invaso artificiale, finalizzato anche all’accumulo di acqua per usi irrigui e ambientali. L’obiettivo è duplice: da un lato, ridurre in modo significativo le portate di piena e i danni economici connessi agli eventi estremi; dall’altro, incrementare la disponibilità di acqua nei periodi di siccità, contribuendo così anche alla resilienza delle colture agricole e alla tutela dell’ecosistema fluviale.

"Il progetto sugli invasi del Paglia nasce da una visione di lungo periodo, basata sull’analisi del territorio e delle sue vulnerabilità" ha spiegato Marco Casini, segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale. "Si tratta - ha detto - di un sistema integrato di opere pensate non solo per contenere i fenomeni alluvionali, ma anche per migliorare la capacità del territorio di adattarsi ai cambiamenti climatici, sempre più evidenti nella gestione della risorsa idrica. Il dibattito pubblico che si apre rappresenta un’occasione di ascolto e partecipazione concreta: vogliamo che questo percorso sia condiviso, trasparente e fondato sull’interesse collettivo". L’intervento ha una portata sovraregionale e sarà oggetto di confronto con le Regioni Umbria, Lazio e Toscana.

"Oggi - ha detto Manuela Rinaldi, assessore ai Lavori Pubblici, alle Politiche di Ricostruzione, alla Viabilità e alle Infrastrutture della Regione Lazio - è è una giornata importante per la nostra regione perché l'avvio del dibattito pubblico per la scelta dell'alternativa progettuale per i sistemi di invasi del fiume Paglia, segna l'inizio di un percorso di realizzazione di grandi opere di prevenzione  dei nostri territori e di tutela ed efficienza della risorsa idrica. Ringrazio il professor Casini e tutta la struttura dell'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Centrale per la grande attenzione e professionalità con cui affrontano le varie problematiche relative all'intero bacino idrografico che gestiscono e tutelano".

"In questo momento storico - ha dichiarato Thomas De Luca, assessore regionale dell’Umbria alla Tutela e alla Valorizzazione Ambientale - è fondamentale ragionare su opere che mettano in sicurezza i nostri territori da eventi estremi ed è ineludibile pensare a interventi come quello sul fiume Paglia che guardino anche all'irrigazione. Inoltre, il dibattito pubblico è una modalità strategica di coinvolgere anche le amministrazioni locali che in questo modo avranno voce in capitolo e potranno lavorare per migliorare il progetto. Come Regione Umbria siamo a disposizione per ridurre qualsiasi tipo di distanza tra gli attori interessati".

Rilevante anche l’impatto positivo atteso su scala più ampia: la regolazione delle piene del Paglia avrà effetti diretti sulla sicurezza idraulica del medio-basso Tevere, contribuendo a evitare la sovrapposizione con le piene dall’invaso di Corbara, che rappresenta una delle principali criticità per la città di Roma in caso di eventi meteorici estremi.

Ornella Segnalini, assessore ai lavori pubblici e alle infrastrutture di Roma Capitale ha ribadito l’importanza dell’opera per la città di Roma, sottolineando che “il fiume Paglia è uno degli affluenti più critici del Tevere e contribuisce in modo significativo al rischio idraulico per Roma". "La nostra città, storicamente esposta a esondazioni - ha aggiunto - ha cercato di difendersi con opere imponenti come i muraglioni ottocenteschi e la Diga di Corbara.  Ma eventi recenti, come l’alluvione del 2014 che ha messo in pericolo 50.000 cittadini tra Labaro e Prima Porta, ci ricordano che non possiamo abbassare la guardia. Dobbiamo recuperare l’acqua, ma anche difenderci da essa.

Per questo stiamo lavorando per rafforzare le capacità operative dei Consorzi di Bonifica, in particolare sul Consorzio di Bonifica del Litorale Nord. Senza un sistema strutturato di opere di difesa come quello presentato oggi, tutti questi sforzi rischierebbero di essere vani. Il dibattito pubblico è fondamentale e ben venga ora, quando il progetto è ancora in fase di fattibilità: è il momento giusto per confrontarsi".

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