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Italia Nostra: "Pfas dai campi pozzi, ecco l'elenco di nuovi comuni interessati"

mercoledì 2 ottobre 2024

Le prossime notizie locali di cui sentirete poco parlare riguardano l'acqua potabile di Terni, ma anche del circondario. Oggi infatti viene fuori che i velenosi Pfas sono pure nelle acque potabili di brani significativi della provincia. Lo certificano analisi Arpa Umbria, rimaste ignote per sei anni, ma portate in evidenza da Italia Nostra.

Ecco: a fronte delle nostre segnalazioni pubbliche del 15 settembre scorso; a fronte delle nostre dieci domande avanzate tramite stampa qualche giorno dopo, restano tuttora assordanti e inspiegabili i silenzi del gestore Sii-Acea, dell'Auri, dell'Asl 2, della Regione Umbria, dei Comuni interessati. Comuni che, adesso, capiamo come non siano più 'soltanto' Terni e Narni.

Sviscerando la misera mezza paginetta sui Pfas nelle acque potabili, pubblicata da Arpa on line, comprendiamo come la questione travalichi i pozzi della Conca Ternano-Narnese, proprio perché quei pozzi, contaminati da diversi composti perfluoroalchilici, non dissetano solo il capoluogo e l'antica Nequinum, ma alimentano molte altre realtà del Sud dell'Umbria.

I pozzi chimicamente contaminati di Fontana di Polo, Cerasola e Argentello servono, infatti, anche San Gemini Sud, Amelia, Penna in Teverina, Lugnano in Teverina, Giove, Attigliano, Alviano, Guardea e Montecchio. Bene parimenti ricordare che le utenze di Penna, Giove, Guardea e Montecchio sono integrate pure da pozzi diversi -di cui non sappiamo tuttavia se Arpa abbia mai svolto analisi sui Pfas.

Mentre i residenti interessati dal problema - presumibilmente molte decine di migliaia di persone - continuano a pagare profumatamente per acqua potabile talora carica di criticità igienico-sanitarie, Italia Nostra chiede ancora una volta ad Arpa, Regione, Asl, Auri e Sii-Acea di chiarire se siano mai intervenuti; cosa stiano attualmente facendo; e come mai, in ben sei anni, nulla sia stato fin qui comunicato pubblicamente, con la necessaria forza mediatica. 

E infine: perché il gestore insiste ancora nel prelevare acqua dai pozzi della Conca Ternano-Narnese, lasciata inquinare dai soliti ignoti per decenni e decenni, quando bisognava pianificare da tempo nuovi acquedotti sicuri?  E quando la politica nazionale e locale programmerà finalmente le necessarie bonifiche in quella che Raiuno -TV7 definì icasticamente "La valle dei veleni", tra le grida ipocrite del sinedrio locale?

Andrea Liberati
Italia Nostra Terni