Italia Nostra: "Pfas dai campi pozzi, ecco l'elenco di nuovi comuni interessati"
Le prossime notizie locali di cui sentirete poco parlare riguardano l'acqua potabile di Terni, ma anche del circondario. Oggi infatti viene fuori che i velenosi Pfas sono pure nelle acque potabili di brani significativi della provincia. Lo certificano analisi Arpa Umbria, rimaste ignote per sei anni, ma portate in evidenza da Italia Nostra.
Ecco: a fronte delle nostre segnalazioni pubbliche del 15 settembre scorso; a fronte delle nostre dieci domande avanzate tramite stampa qualche giorno dopo, restano tuttora assordanti e inspiegabili i silenzi del gestore Sii-Acea, dell'Auri, dell'Asl 2, della Regione Umbria, dei Comuni interessati. Comuni che, adesso, capiamo come non siano più 'soltanto' Terni e Narni.
Sviscerando la misera mezza paginetta sui Pfas nelle acque potabili, pubblicata da Arpa on line, comprendiamo come la questione travalichi i pozzi della Conca Ternano-Narnese, proprio perché quei pozzi, contaminati da diversi composti perfluoroalchilici, non dissetano solo il capoluogo e l'antica Nequinum, ma alimentano molte altre realtà del Sud dell'Umbria.
I pozzi chimicamente contaminati di Fontana di Polo, Cerasola e Argentello servono, infatti, anche San Gemini Sud, Amelia, Penna in Teverina, Lugnano in Teverina, Giove, Attigliano, Alviano, Guardea e Montecchio. Bene parimenti ricordare che le utenze di Penna, Giove, Guardea e Montecchio sono integrate pure da pozzi diversi -di cui non sappiamo tuttavia se Arpa abbia mai svolto analisi sui Pfas.
Mentre i residenti interessati dal problema - presumibilmente molte decine di migliaia di persone - continuano a pagare profumatamente per acqua potabile talora carica di criticità igienico-sanitarie, Italia Nostra chiede ancora una volta ad Arpa, Regione, Asl, Auri e Sii-Acea di chiarire se siano mai intervenuti; cosa stiano attualmente facendo; e come mai, in ben sei anni, nulla sia stato fin qui comunicato pubblicamente, con la necessaria forza mediatica.
E infine: perché il gestore insiste ancora nel prelevare acqua dai pozzi della Conca Ternano-Narnese, lasciata inquinare dai soliti ignoti per decenni e decenni, quando bisognava pianificare da tempo nuovi acquedotti sicuri? E quando la politica nazionale e locale programmerà finalmente le necessarie bonifiche in quella che Raiuno -TV7 definì icasticamente "La valle dei veleni", tra le grida ipocrite del sinedrio locale?
Andrea Liberati
Italia Nostra Terni