ambiente

"Sistemi globali del cibo e Reti agroalimentari alternative: il ruolo dell'agroforestazione"

sabato 6 luglio 2024

I sistemi globali del cibo, che hanno preso forma a partire dalla seconda metà del XIX secolo, sono capillarmente diffusi: per un verso, qui da noi nell’Occidente opulento, determinano le forme di consumo condizionando già i gusti individuali, e poi le economie di accaparramento e le strategie di valore simbolico; per un altro verso, nei paesi neo-coloniali, si impongono attraverso coltivazioni estensive fortemente impattanti per l’ambiente e per il clima e originano speculazioni fondiarie e il paradosso di una agricoltura senza agricoltori. Dalla palma da olio alla produzione di molte altre soft commodities della filiera agroalimentare globale (cereali, soia, caffè, cacao, cotone, zucchero, tabacco, semi oleosi, nocciole, per citarne solo alcune), ci si trova di fronte ad un modello di ruralità coloniale largamente reintrodotto negli stessi paesi colonialisti

Le Reti agroalimentari alternative (Alternative Food Network, AFN) che nascono già negli anni ’70 come reazione alla “rivoluzione verde”, cioè all’industrializzazione dell’agricoltura, stanno abbandonando la dimensione di nicchia, si ispirano a consapevoli paradigmi di sviluppo bio-economico, stanno costruendo e ri-costruendo saperi colturali efficaci e rispettosi delle matrici ambientali in ogni produzione agroalimentare, infine stanno intercettando la sensibilità ecologica sempre più diffusa nei diversi strati sociali. L'agroecologia è il contesto scientifico dell’approccio olistico verso un’agricoltura sostenibile nel nexus “ambiente, società, economia”.

L'agroforestazione (agroforestry) è una branca dell'agroecologia, comprensiva dell'ecologia forestale, che contempla la consociazione di specie arboree e/o arbustive perenni e multifunzionali con seminativi, pascoli e elementi di zootecnia, nella stessa unità di superficie. L'agroforestazione viene praticata per lo più da piccole imprese contadine a conduzione familiare e assume rilievi decisamente importanti: sociali e ambientali. L'agroforestazione è considerata una delle principali strategie di adattamento e mitigazione alla crisi climatica, attraverso il recupero di biodiversità agroforestale e la valorizzazione delle produzioni di qualità in aree altrimenti depresse quali le aree interne.   

Se ne è parlato nel corso della giornata di lavori di venerdì 28 giugno, a Borgo Podernovo, Bolsena, nella stupefacente cornice della caldera vulsina. L’evento, realizzato come terzo workshop della Rete Regionale di Innovazione in Agroforestry (Regional Agroforestry Innovative Network RAIN) ha presentato i cinque studi di caso che il progetto Agroforestry for Europe (AF4EU) realizzerà sul nostro territorio durante i prossimi mesi:

1) coltivazione dell’asparago selvatico negli oliveti tradizionali;

2) produzioni alimurgiche in frutteto e oliveto;

3) benessere animale attraverso l’ombreggiamento arboreo e il ripristino delle siepature;

4) recupero di aree prone al dissesto attraverso impianti melliferi e apicoltura:

5) consociazioni di colture officinali in mandorleti agroforestali.

Il workshop, in collaborazione con le stazioni ARSIAL di Velletri (Roma) e di Alvito (FR), ha dato occasione per acquisire le evidenze colturali e economiche riguardanti la reintroduzione dell’asparagina selvatica: favorire la consociazione di Asparagus acutifolius negli oliveti vocati ha importanti ricadute sulla salute dei terreni e delle piante e sull’integrazione di reddito dell’agricoltore.

Si è parlato anche di specie alimurgiche, di “erbe mangerecce”, grazie alla Scienza botanica del Museo del Fiore di Acquapendente (VT) e di quella gastronomica della Hosteria di Villalba di Allerona (TR). Cioè di cicorie, borraggine, “dente di leone”, ortiche e “orecchie di lepre” che sono state alla base dell’alimentazione contadina e povera per secoli (ne scriveva Giovanni Targioni Tozzetti, De alimenti urgentia, 1767. Da cui la parola alimurgia e derivati) e che oggi sono oggetto dell’iconico “foraging”. La valorizzazione delle specie erbacee spontanee ad uso alimentare può rinvigorire l'economia aziendale agricola senza ulteriore uso di presidi agronomici potenzialmente dannosi per l'ambiente ed onerosi per il bilancio aziendale. E' necessario però raccogliere e divulgare conoscenze e e pratiche poco diffuse, sia tradizionali ma oggi neglette, come il riconoscimento delle erbe spontanee in campo, sia innovative, come la propagazione e la gestione in campo delle diverse spontanee.

Il progetto Agroforestry for Europe (AF4EU) è finanziato da HORIZON-CL6-2022-GOVERNANCE-01 (Innovative governance, environmental observations and digital solutions in support of the Green Deal). Oltre all’animazione della rete di stakeholder dedicata all’agroforestry (RAIN), realizzerà un Sistema informativo e formativo su piattaforma Web, un sistema di valutazione, anch’esso digitale, della sostenibilità dell’impresa agroecologica e iniziative di sensibilizzazione. Nel territorio dell’Etruria meridionale, AF4EU è condotto dall’Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi terrestri del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IRET, Porano, TR) in collaborazione con il Biodistretto Lago di Bolsena (BDLB, Gradoli, VT).