ambiente

Lettera aperta al ministro della Cultura. La Rete Nogesi non parteciperà alla manifestazione

mercoledì 20 aprile 2022

È indirizzata al ministro della Cultura, Dario Franceschini, e per conoscenza al presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, e al ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, la lettera aperta con cui la Rete Nogesi annuncia di non partecipare alla manifestazione indetta per venerdì 22 aprile. Di seguito, la missiva in forma integrale:

Venerdì 22 aprile 2022 si svolgerà a Roma una manifestazione davanti al Ministero della Cultura per chiedere al suo responsabile, On. Dario Franceschini, di dare una svolta al processo autorizzativo degli impianti a fonti rinnovabili, da troppo tempo bloccato dal dicastero, dalle Soprintendenze e dalla burocrazia (vedi geo. 3179).

A nostro giudizio non si tratta che dell’ultima trovata “dell’ambientalismo capitalista” come qualcuno lo ha ribattezzato, di Legambiente e QualEnergia, che si presenta nell’occasione sotto la veste di un fantomatico comitato di “Cittadini per l’Italia rinnovabile”, intriso di operatori del settore e da essi largamente sponsorizzato.

La scrivente Rete NOGESI (NO Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante) non parteciperà alla suddetta manifestazione, che ha l’unico scopo di colpire gli addetti al Ministero della Cultura, le Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio che, in tutto il Paese, proteggono il paesaggio dalle mire dell’industria.

Forse è proprio questa la resilienza italiana: aspettare, solitamente, il momento buono (ora la guerra Russia-Ucraina) per dichiarare una emergenza e, in suo nome, non solo cancellare in un solo colpo la posizione diversa, ma chiedere il consenso e, perfino, ottenerlo attorno a ciò che prima non si poteva mettere in discussione.

Così viene annientata una storia secolare volta alla costruzione di una “cultura del paesaggio” che, sviluppatasi proprio all’inizio del nuovo millennio, era approdata – con la decisiva spinta proveniente dalla Convenzione europea del 2000 – a una concezione finalmente meno elitaria, in cui il paesaggio diventa elemento complementare del territorio e la sua percezione non è più quella del singolo e basata su elementi emozionali, ma quella delle comunità e fondata su aspetti profondamente culturali.

Ciò, di conseguenza, bloccherebbe la disseminazione di impianti sui suoli agricoli e, soprattutto, le loro conseguenze: consumo di suolo; sottrazione di aree agricole produttive; devastazione dei paesaggi. E ancora sottrarrebbe alla criminalità organizzata alcuni segmenti nei quali in passato hanno proliferato le sue attività: quello dei cambi di destinazione urbanistica; della compravendita di aree agricole da utilizzare per i campi di produzione energetica; della realizzazione  degli impianti e delle opere accessorie (strade, elettrodotti, ecc.).

Per attivare un percorso di questo tipo occorre effettuare scelte eminentemente politiche che l’attuale governo stenta a compiere data la eterogeneità della compagine che lo sostiene, ma che dovrebbero e potrebbero essere battaglie identitarie delle forze politiche più sensibili ai temi ambientali in una visione ampia che preservi per le prossime generazioni non solo l’atmosfera, ma anche il paesaggio.

Sul capitolo “geotermia” abbiamo indirizzato al Governo due comunicazioni: una all’inizio dell’attività del Governo Draghi (14.03.2021, vedi geo.2829) e l’altra il 11.06.2021 (vedi geo.2938) indirizzata al Ministro Cingolani (e p.c. a Draghi).

Dalle due missive si evidenzia come la geotermia elettrica (tanto ad alta entalpia che a media entalpia) sia una scelta scellerata nelle aree ad alta fragilità idrogeologica come in Amiata e sul Lago di Bolsena (impianto geotermico a media entalpia di Castel Giorgio), ad alto pregio ambientale (come l’impianto geotermico regionale Val di Paglia), denunciando gli intenti speculativi delle multinazionali del settore.

Abbiamo anche scelto il blocco degli incentivi alla geotermia - fermi dal giugno 2016 - perché con il loro conferimento si distruggono i territori attraverso attività  poco rispettose dell’ambiente; chiediamo infine che sia data piena attuazione alle normative in materia di concessioni pubbliche, in occasione del rinnovo delle concessioni minerarie in Toscana in scadenza nel 2024, e non la proposta ENEL e regione Toscana.

Cordiali saluti,

Velio Arezzini, portavoce Rete Nazionale NOGESI (NO Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante)