"Shiatsu&Alzheimer": attraverso il corpo una via per entrare in relazione
"Shiatsu&Alzheimer" è un progetto sostenuto dall’Associazione Alzheimer Orvieto e realizzato all’interno della Residenza Protetta per malati di Alzheimer “Non ti scordar di me” di Castel Giorgio. Ha ottenuto risultati interessanti per entrambi gli obiettivi che si era prefisso: portare un miglioramento nella qualità della vita della persona malata d'Alzheimer e raccogliere dati e informazioni per l’elaborazione di uno studio clinico dell'esperienza.
Il Vice Presidente dell’Associazione Alzheimer Orvieto, Fabio Salomone, ci parla di come è nato il progetto: «Lo Shiatsu è una tecnica a mediazione corporea rivolta al potenziamento e al miglioramento dello stato di benessere della persona attraverso l’armonizzazione delle sue risorse naturali; agisce a livello profondo e quindi sul sistema nervoso viscerale e in particolare può avere effetti su rilassamento, umore, irrequietezza, sonno. È grazie alle caratteristiche dello Shiatsu e all’esperienza professionale su pazienti fragili (oncologici e in fase terminale) dell’operatrice che ce lo ha proposto che abbiamo deciso di realizzarlo prima in via sperimentale (6 mesi da novembre 2015 ad aprile 2016) e, visti i risultati incoraggianti, di proseguire (da settembre 2016 le attività sono riprese fino ad aprile 2017)».
Al 31 dicembre 2016 le persone trattate sono state in totale 18 ed i trattamenti 160, diversamente distribuiti sui pazienti reclutati in base alle loro condizioni psico-fisiche. Tenendo conto che i pazienti residenti alla “Non ti scordar di me” sono perlopiù in fase avanzata della malattia, si può dire che l'esperienza si è rivelata molto positiva.
L’operatrice e insegnate Shiatsu, Daniela Piola, responsabile del progetto spiega: «Lo Shiatsu ha dimostrato di essere una disciplina che aiuta la persona malata di Alzheimer a rilassarsi, ad avere una respirazione più profonda, a calmare gli stati di agitazione psicomotoria. Tra le cose più importanti emerse c'è il fatto che la persona mostra una risposta allo stimolo offerto dal trattamento: lo sguardo da assente e perso nel vuoto si fa presente, attento, anche se appare chiaramente che non è in grado di comprendere cosa sta succedendo. Il trattamento viene vissuto come un'esperienza sensoriale profonda e, pur non riuscendo ad elaborarlo dal punto di vista cognitivo, è comunque una via per stabilire una relazione con l'altro.
Il corpo parla un linguaggio non verbale che l'ascolto attento dell'operatore Shiatsu sa cogliere e interpretare, allo stesso modo la pressione profonda ma sempre calibrata consente a chi riceve di sentire e di sentirsi: sono qui con te, ti ascolto, ti sento, tu ci sei e ti senti perché io ti sto toccando, tu senti te stesso attraverso me che ti tocco. Per una buona comunicazione non verbale con il malato di Alzheimer è fondamentale iniziare bene e trovare la giusta chiave d'accesso. Se l'operatore sbaglia punto o forza della pressione la persona si chiude. A volte basta l'osservazione per entrare in contatto nel modo giusto, può essere la stessa postura ad indicare dove iniziare, altre volte invece bisogna cercare. Ma anche il cercare è un dialogo: prendo la mano, ascolto, non c'è risposta o la risposta non è di apertura... mi sposto e contatto un'altra zona, stessa cosa? cambio ancora. In questo modo la persona mi sta già guidando verso il luogo dove sarà possibile passare un po’ di tempo insieme».
Il progetto “Shiatsu&Alzheimer” si è dimostrato utile ed efficace e l’Associazione Alzheimer Orvieto ha avviato una raccolta fondi specifica per poter continuare a sostenerlo. Vi invitiamo a vistare nel sito la pagina dedicata a questo progetto dove è stata anche pubblicata una relazione dettagliata. Per fare una donazione troverete tutte le informazioni su Rete del Dono.