La struttura di accoglienza del Santuario dell'Amore Misericordioso di Collevalenza ospiterà la seconda edizione del Convegno per Confessori. I lavori si aprono mercoledì 31 agosto alle 7.30 con la recita delle Lodi nella cripta della Basilica. Alle 9, padre Aurelio Perez, Superiore generale Fam, relazionerà sul tema "Il confessore, giudice severo o padre buono"? La testimonianza di Madre Speranza e il Magistero di Papa Francesco". Seguirà dialogo con il relatore. Nel pomeriggio, alle ore 16 spetta a Mons. Alessandro Saraco, Officiale della Penitenzieria Apostolica affrontare il tema "Non ci si improvvisa confessori” (MV,17). Dall’esperienza personale della misericordia al ministero del perdono".
Giovedì 1 settembre, dopo larecita delle Lodi nella cripta della Basilica, alle ore 9 don Carmelo Carvello, docente di Liturgia nell’Istituto Teologico di Caltanisetta relazionerà su "Misericordia e verità s’incontreranno". Alle 16, invece, padre Giulio Michelini, docente di Sacra scrittura nell’Istituto Teologico di Assisi relazionerà sul tema: “Il Vultus Misericordiae di Gesù incontra il volto dei peccatori”. Seguirà dialogo con il relatore. Alle ore 18,30 Vespri in Santuario.
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“Non mi stancherò mai di insistere - scrive Papa Francesco nella Misericordiae Vultus (17) perché i confessori siano un vero segno della misericordia del Padre. Non ci si improvvisa confessori. Lo si diventa quando, anzitutto, ci facciamo noi per primi penitenti in cerca di perdono. Non dimentichiamo mai che essere confessori significa partecipare della stessa missione di Gesù ed essere segno concreto della continuità di un amore divino che perdona e che salva. Ognuno di noi ha ricevuto il dono dello Spirito Santo per il perdono dei peccati, di questo siamo responsabili. Nessuno di noi è padrone del Sacramento, ma un fedele servitore del perdono di Dio. Ogni confessore dovrà accogliere i fedeli come il padre nella parabola del figlio prodigo: un padre che corre incontro al figlio nonostante avesse dissipato i suoi beni. I confessori sono chiamati a stringere a sé quel figlio pentito che ritorna a casa e ad esprimere la gioia per averlo ritrovato. Non si stancheranno di andare anche verso l’altro figlio rimasto fuori e incapace di gioire, per spiegargli che il suo giudizio severo è ingiusto, e non ha senso dinanzi alla misericordia del Padre che non ha confini. Non porranno domande impertinenti, ma come il pdre della parabola interromperanno il discorso preparato dal figlio prodigo, perché sapranno cogliere nel cuore di ogni penitente l’invocazione di aiuto e la richiesta di perdono. Insomma, i confessori sono chiamati ad essere sempre, dovunque, in ogni situazione e nonostante tutto, il segno del primato della misericordia”. Papa Francesco, MV 17