Beatificata Madre Speranza, la Santa dell'Amore misericordioso
A Collevalenza Todi si è beatificata Madre Speranza alla presenza del cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, davanti a circa 15.000 fedeli provenienti da molte parti d’Italia e dall’estero. Per il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Umbra, è stato “un giorno di festa e di gaudio tanto atteso, per il quale abbiamo pregato e invocato l’aiuto di Dio, e che è finalmente arrivato! Madre Speranza è stata sale e luce di Dio per il mondo. Ad essa si sono avvicinate migliaia di persone in cerca di aiuto e di consiglio. Riflettendo l’amore divino, è stata capace di sollevare tante anime dalla disperazione e di portare conforto a chi si credeva perduto.
Essa è passata tra noi non facendo ‘discorsi persuasivi di umana sapienza’, ma testimoniando ‘Gesù crocifisso’, completando nella sua ‘carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo, che è la Chiesa, con piaghe invisibili il cui dolore solo Dio ha potuto conoscere. Nell’epoca attuale, in cui gli uomini si allontanano sempre più dalla pratica religiosa e vivono come se Dio non esistesse, Madre Speranza diventa segno profetico di annuncio e di testimonianza che Dio ci ama, ama tutti, ama e rispetta l’intera umanità, senza eccezioni. La Madre ha consacrato la sua vita a questo scopo, affrontando umiliazioni e sofferenze, fino a consumarsi lentamente nella donazione totale”.
Ed il vescovo di Orvieto-Todi, mons. Benedetto Tuzia, per l’apertura del Congresso Eucaristico straordinario della regione ha scritto una lettera ai fedeli: “La nostra Chiesa di Orvieto-Todi è ricolma di gioia ed eleva lodi e inni al Signore, Padre Buono e Misericordioso, per il dono concesso della Beatificazione della Madre Speranza, Apostola dell’Amore Misericordioso di Gesù…
Un grande dono del Signore questo della Beatificazione di Madre Speranza, Apostola dell’Amore Misericordioso, per il nostro cammino di fede e per la nuova evangelizzazione: dobbiamo sentirci tutti inviati in missione fino alle lontane periferie esistenziali del nostro territorio per annunciare l’Amore eterno e irrevocabile di Dio… Nella misericordia, infatti, l’uomo può riscoprire il senso della propria esistenza e il luogo ove dimorare, e tutto acquista significato, anche la fatica, la sofferenza, gli ostacoli, le inevitabili sconfitte che accompagnano il nostro cammino.
L’amore misericordioso di Gesù va incontro all’uomo di oggi, che nella sua libertà può anche rifiutarlo: ma l’uomo non può impedire al Signore di amarlo ugualmente. ‘L’uomo più perverso e più miserabile e perfino il più abbandonato e trascurato, scrive Madre Speranza, è amato da Dio con immensa tenerezza: Egli è per lui un padre e una tenera madre’…
Madre Speranza è letteralmente presa da stupore dalla persona di Gesù che si fa per tutti padre, madre, amico, sposo, fratello, maestro, compagno perchè in Lui si riflette il Volto del Padre e tutto in Lui è incarnazione dell’Amore e della misericordia”.
Di questa nuova beata ho un ricordo da bambino, ma inequivocabile, perché negli anni ’70 con la famiglia si andava a Collevalenza per le tortuose strade che collegano l’Umbria con le Marche con la macchina Fiat 1100 (ed io soffrivo sempre il mal di macchina). Non sapevo il motivo per cui ci si andava ma nonna affermava che ci si andava per chiedere una ‘grazia’.
Ecco, questa immagine è riaffiorata appena il papa ha annunciato la sua beatificazione: non sapevo chi era, ma vedevo che sul grande piazzale c’era sempre molta gente e mi domandavo come mai uno sperduto paese dell’entroterra umbro raccoglieva tanta gente e soprattutto cosa chiedeva a lei.
Madre Speranza (al secolo Marìa Josefa Alhama Valera, deceduta nel 1983) era una mistica spagnola, che giunse nella frazione di Collevalenza, con il consenso del Vescovo di Todi Mons. Alfonso Maria De Sanctis, il 18 agosto 1951, insieme ai primi Figli dell’Amore Misericordioso e ad una piccola comunità di Ancelle. Dopo poco tempo, a poca distanza dal paese, si iniziarono ad inaugurare le nuove costruzioni: la Casa dei fam nel 1953; il Seminario minore nel 1954; la Cappella del Crocifisso nel 1955. Questa medesima Cappella fu poi eretta canonicamente come ‘Santuario dell’Amore Misericordioso’ da mons. De Sanctis, il 1° ottobre del 1959.
Nel 1993 il prof. Luigi Alici, già presidente di Azione Cattolica, scrive nel libro ‘Madre Speranza: testimone dell’Amore misericordioso’: “La santità è, in fondo, proprio questo: una testimonianza umanamente esemplare e storicamente profetica dell’amore di Dio, vissuta nella fedeltà alla sua grazia attraverso virtù praticate in modo eroico. ‘La presenza del Buon Gesù, scrive ancora Madre Speranza, è la base della santità, il fondamento della perfezione e la radice di tutte le virtù’…
In questa prospettiva tutta la sua opera diventa un’azione di testimonianza sempre più incisiva e decisiva. Un’azione di testimonianza che diventa aiuto concreto e mirato, offerto a tutti coloro che vivono una povertà d’amore, aprendosi ad un fronte molto ampio di interventi materiali, formativi e spirituali, voluti e attuati instancabilmente nei confronti dei bambini, dei poveri, degli abbandonati, dei malati, ma anche dei pellegrini e dei sacerdoti”.
Nel 30^ anniversario della sua morte padre Bartolomeo Sorge ha ricordato che l’umanità ha bisogno di Dio: “Ebbene, Madre Speranza è stata inviata da Dio per ricordare a questa ‘società senza padre’, e a tanti cristiani che l’hanno dimenticato, che il vero volto di Dio è quello di un Padre infinitamente misericordioso.
Infatti, nell’immaginario collettivo, anche di molti credenti, Dio assume spesso i tratti di un padrone severo, che impone obblighi e divieti incomprensibili; di un sovrano rigido che fa pesare la propria autorità sotto la minaccia di terribili castighi; di un giudice inflessibile dal volto corruscato, facile all’ira con chi non obbedisce ai suoi comandamenti e pronto a punire chi sbaglia. Cosicché oggi anche molti cristiani hanno perduto il ‘Padre’, sono rimasti ‘cristiani orfani’.
Madre Speranza è venuta a dirci che non è affatto questo il volto del Padre che Gesù ci ha rivelato. Il Dio di Gesù è un Padre amorosissimo che sa dare solo cose buone ai figli che gliele chiedono; che ama l’uomo molto più degli uccelli del cielo, ai quali non fa mai mancare il cibo, e dei fiori del campo, che riveste splendidamente, nonostante durino solo un giorno; che fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. E’ un Padre ‘misericordioso’, che ama con viscere insieme paterne e materne, indistintamente tutti i suoi figli, anche i ribelli”.
Madre Speranza volle quindi costruire un pozzo (122 metri di profondità) per la guarigione dei malati: “Nostra Madre ha ricevuto l’ordine di realizzare alcune Piscine per il bagno dei malati e le è stato indicato il punto dove troverà l’acqua necessaria.
Nostra Madre, sempre fedele ai comandi di Colui che non sbaglia, né dà ordini in maniera vana, si dispone ad iniziare un pozzo lì dove le è stato detto che troverà l’acqua, cioè a fianco della futura ‘Basilica dell’Amore Misericordioso’, tra questa e la futura ‘Casa della Giovane’…
Al ‘nemico del bene’ urta che si progettino delle piscine per il bagno dei malati (la qual cosa fa ben comprendere come queste piscine produrranno tanto del bene), e contrasta in ogni modo a nostra Madre a causa del pozzo, e la minaccia dicendole che se farà uso della trivella, la romperà; che romperà tutte quelle che verranno portate e non ce ne saranno a sufficienza in tutta l’Umbria”.