politica

Andrea Pensi e Simona Meloni candidati alla segreteria regionale del Pd

martedì 30 ottobre 2018
Andrea Pensi e Simona Meloni candidati alla segreteria regionale del Pd

Mettere in campo idee nuove e una nuova generazione che sappia interpretarle, fuori dai correntismi esasperati, al riparo da unanimismi di facciata, ma dentro a un progetto partecipato che possa imprimere un cambio di passo all'Umbria e ai suoi territori. È questa l'ambizione di Andrea Pensi e Simona Meloni, giovani amministratori dem, che martedì 30 ottobre a Perugia in conferenza stampa hanno presentato la loro candidatura alla segreteria regionale del Partito Democratico.

La mozione si chiamerà “Rigenerazione Democratica”, “un titolo che rende il senso del nostro impegno per la costruzione di un pluralismo interno, che non sia l'esito di un accordo tra correnti, ma il frutto di una capacità di elaborazione e sintesi; e ovviamente per una rigenerazione identitaria del nostro partito”.

“Vogliamo affermare – ha sottilineato Pensi - il potere delle idee, riscoprire il senso di una  comunità di intenti respingendo affiliazioni e correntismi. Il nostro percorso non nasce oggi, abbiamo incontrato nelle scorse settimane militanti e simpatizzanti con cui abbiamo condiviso tracce e spunti, ma vogliamo che la nostra mozione cresca nel confronto e nella partecipazione e sia scritta da quanti vorranno fare un pezzo di strada insieme a noi. Rivendichiamo con forza la nostra autonomia e l'indipendenza del nostro progetto, sia rispetto alle dinamiche locali, sia rispetto alle tensioni del congresso nazionale.

Troppo spesso abbiamo svolto i nostri congressi nel nome di una presunta unità, di patti consociativi che non hanno prodotto altro effetto se non quello di delegittimare un attimo dopo i gruppi dirigenti. È successo anche con la segreteria di Giacomo Leonelli ed è un errore che non possiamo permetterci di ripetere. La spinta alla nostra candidatura viene da gruppo di giovani che fino ad oggi hanno fatto le seconde linee, impegnandosi sui territori, amministrando le nostre città e che chiedono ora di potersi assumere responsabilità diretta e autonoma alla guida di questo partito.”. “A chi ci rimprovera scarsa autorevolezza – aggiuge Meloni – rispondiamo che l'autorevolezza sta nella forza della condivisione e della partecipazione”. “L'autorevolezza – fa eco Pensi - si misurerà anche sulla capacità di sedersi a un tavolo con il governo regionale e concertare la necessità di una accelerazione forte su alcune tematiche, come ad esempio le liste d'attesa in sanità, le infrastrutture, la tutela dello stato sociale”.

“Se vinceremo – ancora Pensi - risponderemo a quella maggioranza che ci ha eletti, non ad accordi tra correnti, e ovviamente ci faremo carico della sintesi che serve per creare percorsi unitari. L'unità è un elemento che sta a cuore ai nostri elettori, prima ancora che a noi, ma riteniamo che questa possa arrivare solo all’esito di un congresso fatto per confrontarsi, non prima. Ci prendiamo, dunque, un impegno alla responsabilità a costruire percorsi che vadano oltre le divisioni per gruppi e se saremo minoranza non negheremo la nostra disponibilità al segretario. Crediamo nel tesseramento, una fase che è stata depotenzionata negli ultimi anni, ma non al partito delle tessere e  un sano pluralismo non può che aiutarci a riconnettere il Pd alla società e ai cittadini che in molti passaggi ci hanno negato il rinnovo del consenso.

La nostra strada parte dalla considerazione che serve aprire un dibattito vero, non strozzare la discussione dentro un unanimismo di facciata, non negare il diritto di tribuna di quanti hanno qualcosa da dirci costruendo una vittoria a tavolino; serve prendere atto che un partito corale è un partito più forte e attrattivo. In questo senso troviamo singolare che oggi l'appello alla concertazione e a trovare candidatura unitaria venga proprio da quei soggetti che hanno affossato la disponibilità di Walter Verini che si era proposto come traghettatore e che non ha ricevuto nemmeno il rispetto che gli sarebbe stato dovuto”. “Vogliamo riscoprire – infine – la parola 'noi' e aprire una fase nuova, perchè la società sta cambiando e servono risposte nuove e all'altezza”.

“Ci siamo chiesti cosa possiamo fare noi per questo Pd – ha detto Meloni. Il primo obiettivo è smettere di fare di questo partito un campo di battaglia ma  mettere insieme le idee migliori, le persone migliori, le competenza migliori. Vogliamo prenderci la responsabilità di un nuovo progetto che rovesci la piramide dei processi decisionali, prenda il meglio e guardi al futuro con maggiore progettualità. Vogliamo tornare a tessere rapporti con chi ci è stato a guardare e non è stato convinto e soprattutto vogliamo impegnarci per un confronto che metta al centro le idee, che non abbia paura del confronto e che si ponga l'obiettivo dell'unità non come patto di non belligeranza ma come cifra dell'azione politica”.

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