Il consiglio provinciale discute la mozione di Tiberi (FdI) e Buconi (Gm)
Il progetto di fusione dei cinque comuni dell'alto Orvietano è stato al centro del dibattito del Consiglio provinciale di Terni nella seduta di lunedì 24 febbraio, da cui è emersa l'opportunità di approfondire i temi in agenda facendo recuperare alla Provincia il ruolo che istituzionalmente le compete per legge.
La discussione è stata aperta dalla presentazione di una mozione da parte di Francesco Tiberi (Fdi) e Danilo Buconi (gruppo Misto). "Le incognite di questo progetto sono molte - hanno detto illustrando la mozione - perché esso non è stato percepito dai cittadini come una cosa positiva e migliorativa, ma solo come un tentativo di svuotare di funzioni e servizi i territori per accentrare tutto nel comune dove presumibilmente sorgerà la nuova sede amministrativa. Non c'è stata partecipazione reale, la Provincia non è stata coinvolta in questo processo, mentre il referendum prevedere l'obbligo di adesione al progetto anche da parte di quei comuni dove prevalesse il no alla fusione. Questa sarebbe una lesione dei diritti democratici".
"L'iniziativa - ha affermato l'assessore Fabrizio Bellini - è senza dubbio positiva, anche se occorre adesso verificare alcuni passaggi riguardanti l'attuazione pratica del progetto. La fusione dei comuni in un unico ente se ben gestita potrebbe comportare vantaggi dal punto di vista dell'ottimizzazione e della razionalizzazione dei servizi per i cittadini, tuttavia i tempi, le modalità e i futuri assetti sono incognite che devono ancora essere approfondite e chiarite. Su questi temi la Provincia può dare il suo contributo importante per le funzioni che le sono proprie".
Anche Roberto Montagnoli (Pd) ha sottolineato la necessità di valorizzare il ruolo della Provincia, "con un approfondimento - ha proposto - che riguardai temi di specifica competenza provinciale, come la messa a disposizione di uffici e competenze per esempio per il Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale, ndr) e per supportare il processo di riorganizzazione e fusione".
Zefferino Cerquaglia (Psi) ha posto l'accento sull'urgenza di "attivare un dibattito nelle comunità interessate profondo e serio che svisceri tutti gli aspetti e che porta a maturazione un processo importante che non può essere affrontato con leggerezza e con eccessiva rapidità. Tutto questo va inserito in una dimensione più ampia che non sia più quella comunale ma quella sovracomunale e per fare questo c'è bisogno di portare a maturazione molti aspetti che ancora non sono stati chiariti". Andrea Sacripanti (gruppo Misto) ha ricordato che "la fusione porta con sé anche aspetti pratici che riguardano i servizi al cittadino, il personale, le ricadute del progetto sulla comunità.
La Provincia in questo senso può svolgere un ruolo importante di raccordo tra i territorio e la Regione". "Il progetto di fusione è un atto di coraggio dei sindaci e della politica locale - ha notato Stefano Garillo (Pd) - e mettere adesso in discussione il progetto, ormai partito è un errore. C'è già stato un voto dei Consigli comunali". "La chiave di volta di questo processo - ha concluso Mauro Paci (Pd) è riuscire a realizzare e a comunicare correttamente ai cittadini un sistema nuovo che sia in grado di migliorare la qualità generale della vita a chi risiede in quei territori".
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