Sulla fusione dell'alto Orvietano. Prc: "Referendum consultivo, accolte le nostre proposte. Ora la verifica"
La proposta di fusione dei Comuni dell'alto Orvietano sarà all'ordine nel giorno della Prima Commissione Consiliare Provinciale che si riunirà mercoledì 22 gennaio alle 10,30 a Palazzo Bazzani. Per gli approfondimenti necessari è stato convocato in audizione anche l'assessore provinciale alle riforme istituzionali ed endoregionali Fabrizio Bellini. Sul progetto che interessa Fabro, Ficulle (nella foto), Montegabbione, Monteleone d'Orvieto e Parrano - la delibera viene esaminata in queste ore nei cinque comuni - intervengono intanto con una nota congiunta il circolo Prc alto Orvietano e la federazione provinciale di Terni.
"La grandissima partecipazione della popolazione al dibattito apertosi nel territorio dell'alto Orvietano in merito all'ipotesi di fusione dei Comuni - affermano in una nota congiunta - ha determinato una profonda riflessione tra le forze politiche locali, dove è maturata finalmente la consapevolezza dell'insostenibilità di un percorso calato dall'alto e privo delle necessarie garanzie democratiche.
Rifondazione Comunista si è impegnata in questi giorni a fare in modo che, nei dispositivi adottati, si subordinasse tale ipotesi alla consultazione referendaria dei cittadini, prevedendo il rispetto inderogabile dell'eventuale parere negativo della cittadinanza di uno o più comuni al fine di dare seguito al processo di fusione solamente nei territori in cui l'esito referendario sarà favorevole, cosa non affatto scontata.
La consultazione referendaria della popolazione assume pertanto la dovuta centralità ed inderogabilità, consentendo d'ora in avanti quel confronto sul merito della proposta finora insufficiente, e su cui comunque sarà necessario risolvere senza indugi le molteplici criticità, a partire da quelle legate alle modalità per lo svolgimento delle elezioni amministrative, essendo in scadenza ben 4 delle 5 amministrazioni coinvolte, per le quali si rischia di andare incontro al commissariamento in caso di mancato rinnovo.
Sarebbe paradossale che, per svolgere il referendum e garantire, come dovuto, la partecipazione in merito all'ipotesi di fusione, si privassero le popolazioni del diritto a decidere dell'amministrazione del proprio territorio per un tempo indefinito. Le garanzie finora ottenute anche attraverso il nostro contributo, aprono alla necessità di un'ulteriore confronto su questo punto essenziale tanto con la cittadinanza quanto tra le forze politiche, per le quali è ormai giunto il momento della verifica sull'operato di questi anni".