Il Pd di Ficulle sulla fusione dei comuni del Comprensorio: "al centro il cittadino"
Il Circolo del PD di Ficulle ha deciso di rompere gli indugi e di farsi promotore dell'attivazione di un percorso di consultazione dei cittadini sull'unificazione delle Municipalità dell'Alto Orvietano. Di seguito la nota diffusa in proposito.
"Considerato che ormai non è più rinviabile la costituzione di un unico Comune dalla fusione dei Comuni dell'Alto Orvietano - si afferma nella nota - il Partito Democratico di Ficulle propone al suo gruppo Consiliare la proposizione di un ordine del giorno da approvare in Consiglio Comunale per procedere alla fusione dei Comuni del Comprensorio, con una proposta di legge al Consiglio Regionale e chiedendo la convocazione del referendum consultivo previsto dall'art. 23 dello statuto della Regione Umbria, dopo aver verificato la disponibilità degli altri Comuni confinanti e coordinandosi con loro.
Tenuto conto che, come previsto dal Testo Unico degli Enti Locali all'art.15 e dallo Statuto della Regione Umbria all'art.23, la fusione dei Comuni è deliberata dal Consiglio Regionale, successivamente alla consultazione delle popolazioni interessate e che il referendum consultivo può essere proposto soltanto dalla Presidente sentita la Giunta Regionale o da 1/5 dei Consiglieri Regionali l'unica strada percorribile è che i Consigli Comunali dei Comuni interessati deliberino la volontà di fondersi in un unico Comune e a norma dell'art.3, comma e) della Legge Regionale n.14 del 16/02/2010, propongano al Consiglio Regionale la fusione e chiedano la convocazione del referendum consultivo.
E' ormai arrivato il momento di proporre alle nostre Comunità l'ipotesi di un percorso unitario. Si tratta di un obiettivo e di un'esigenza che nascono non solo sotto la spinta e l'impellenza delle difficoltà economiche e finanziarie in cui versano i Comuni in generale, ma anche e soprattutto da una valutazione oggettiva della possibilità e dell'opportunità di riunificare un territorio che presenta un'omogeneità di fondo in termini geografici, sociali, produttivi e culturali, ed anche e soprattutto storici.
Il percorso che potrà portare al Comune unico passerà comunque, ed inderogabilmente, da una consultazione referendaria di tutti i cittadini dei Comuni interessati.
Nel frattempo, i nostri Comuni non sono stati e non staranno fermi sulle tematiche della razionalizzazione delle spese e del taglio dei costi di gestione degli apparati amministrativi: da diversi anni ormai va avanti la diminuzione della spesa complessiva del personale e quindi anche un suo più razionale utilizzo, visto che nel frattempo non sono stati tagliati, ma semmai rafforzati i servizi alla cittadinanza.
In attesa della conclusione dell'iter di fusione deve essere da subito costituita l'Unione dei Comuni, soggetto istituzionale a cui ormai devono delegare e delegheranno le politiche e le scelte più importanti di carattere comprensoriale. Questa scelta consentirà anche in futuro, come già accaduto finora, di utilizzare fondi e risorse provinciali e regionali che altrimenti sarebbero stati dirottate altrove, in maniera particolare per quanto riguarda la tutela dell'assetto idrogeologico del territorio.
E' chiaro che in questo processo al centro dovrà esserci il cittadino e per questo nel progetto di fusione si dovrà garantire la delocalizzazione dei servizi in modo che il cittadino non dovrà subire problemi e disagi, in particolare la fascia di popolazione più anziana.
Tutto questo per ribadire quanto già fatto e quanto si potrà fare nella direzione di un migliore funzionamento delle istituzioni locali che rimangono comunque, in una situazione di estrema difficoltà per i cittadini e per le imprese e nonostante i tagli continui delle risorse a loro disposizione, un punto di riferimento insostituibile anche se sicuramente migliorabile nel suo assetto e nella sua organizzazione".