Alto Orvietano, discutibile il metodo per la fusione. Sul merito bisognerebbe aprire un'approfondita discussione
Si fondono i cinque comuni dell'Alto Orvietano, si sta cercando un nuovo nome (o si userà quello del comune più grande?) e la popolazione interessata non è adeguatamente informata su una scelta epocale, che - se passerà- avrà ricadute imponenti nel territorio. E verosimilmente anche per la regione. Semplificare questioni complesse è sempre un errore. Soprattutto se si fa senza coinvolgere adeguatamente la cittadinanza, cercando vari e costruttivi confronti e spiegando in maniera diffusa e puntuale, grazie anche all'elaborazione ed esposizione di analisi tecniche di prospettiva, un progetto il più possibile condiviso in una visione di medio-lungo periodo.
Questo, nel rispetto del territorio e della popolazione coinvolta. Ma anche della regione, che potrebbe vedere nella fusione di Fabro, Monteleone d'Orvieto, Montegabbione, Ficulle e Parrano un progetto capofila. Per essere proposto, con i giusti distinguo, in altre realtà regionali. Anche per questi risvolti non è comprensibile la metodologia adottata. Che non si sviluppa sul necessario confronto con la cittadinanza. E fa caricare di eccessiva responsabilità gli amministratori.
Un tema così importante, che investe il bene della comunità e l'interesse generale, non può essere ridotto a una mera contrapposizione, a uno scontro politico. Riguardo al contenuto, la popolazione, il mondo dell'associazionismo, le parti sociali, gli imprenditori e le amministrazioni si dovrebbero confrontare maggiormente sull'opportunità di ricercare politiche che permettano risparmi a vantaggio della detassazione dei lavoratori, dei pensionati e delle aziende e una lotta agli sprechi e ai privilegi che liberi risorse a vantaggio delle fasce più deboli, perseguendo politiche di sviluppo territoriali, l'incremento dei servizi e la creazione di posti di lavoro. Questo mettendo a rete il territorio dell'Alto Orvietano con altre realtà anche attraverso una maggiore valorizzazione della filiera turismo-ambiente-cultura.