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Alto Orvietano, discutibile il metodo per la fusione. Sul merito bisognerebbe aprire un'approfondita discussione

venerdì 17 gennaio 2014
di Enrico Borri, responsabile per la Cisl del Coordinamento di Orvieto
Alto Orvietano, discutibile il metodo per la fusione. Sul merito bisognerebbe aprire un'approfondita discussione

Si fondono i cinque comuni dell'Alto Orvietano, si sta cercando un nuovo nome (o si userà quello del comune più grande?) e la popolazione interessata non è adeguatamente informata su una scelta epocale, che - se passerà- avrà ricadute imponenti nel territorio. E verosimilmente anche per la regione. Semplificare questioni complesse è sempre un errore. Soprattutto se si fa senza coinvolgere adeguatamente la cittadinanza, cercando vari e costruttivi confronti e spiegando in maniera diffusa e puntuale, grazie anche all'elaborazione ed esposizione di analisi tecniche di prospettiva, un progetto il più possibile condiviso in una visione di medio-lungo periodo.

Questo, nel rispetto del territorio e della popolazione coinvolta. Ma anche della regione, che potrebbe vedere nella fusione di Fabro, Monteleone d'Orvieto, Montegabbione, Ficulle e Parrano un progetto capofila. Per essere proposto, con i giusti distinguo, in altre realtà regionali.  Anche per questi risvolti non è comprensibile la metodologia adottata. Che non si sviluppa sul necessario confronto con la cittadinanza. E fa caricare di eccessiva responsabilità gli amministratori.

Un tema così importante, che investe il bene della comunità e l'interesse generale, non può essere ridotto a una mera contrapposizione, a uno scontro politico. Riguardo al contenuto, la popolazione, il mondo dell'associazionismo, le parti sociali, gli imprenditori e le amministrazioni si dovrebbero confrontare maggiormente sull'opportunità di ricercare politiche che permettano risparmi a vantaggio della detassazione dei lavoratori, dei pensionati e delle aziende e una lotta agli sprechi e ai privilegi che liberi risorse a vantaggio delle fasce più deboli, perseguendo politiche di sviluppo territoriali, l'incremento dei servizi e la creazione di posti di lavoro. Questo mettendo a rete il territorio dell'Alto Orvietano con altre realtà anche attraverso una maggiore valorizzazione della filiera turismo-ambiente-cultura.