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Codici e manoscritti da scoprire nei Sotterranei del Convento che ospitano la Biblioteca

martedì 11 febbraio 2025
di D.P.

Dopo chiese nascoste, palazzi nobiliari, antichi conventi e i luoghi che, durante i lavori del Colle, portarono alla scoperta di emergenze storiche particolari, stavolta è il turno dei tesori di carta, ovvero codici, manoscritti e incunaboli conservati nella Biblioteca Comunale ospitata nei Sotterranei del Convento Francescano di San Fortunato. È questa, infatti, la nuova tappa – la seconda del 2025, la prima del nuovo ciclo – di "4 Passi per Todi", la fortunata iniziativa partita in autunno e in agenda per sabato 15 febbraio alle 15 con ritrovo sul sagrato della Chiesa di San Fortunato promossa da Lions Club e Comune, ogni terzo sabato del mese, aperta sia ai turisti che ai tuderti, per promuovere la conoscenza della vicina città di Jacopone.

Un'occasione preziosa per conoscere da vicino il fondo manoscritti, costituito da circa 300 codici di filosofia, teologia e scienza naturale, per la maggior parte in pergamena con eleganti miniature su fondo blu e oro. I manoscritti più antichi del patrimonio messo insieme dai Francescani risalgono alla prima metà del XII secolo e sono i Moralia in Iob di Gregorio Magno. Il primo nucleo librario identificabile è dovuto alla donazione del Cardinale Matteo d’Acquasparta, già ministro generale dell’Ordine dei Grati Minori e maestro di teologia, che donò la sua biblioteca per metà al Convento di Assisi e per l’altra metà al Convento di San Fortunato di Todi. Accanto alle opere di Aristotele, figura una rara copia del Timeo di Platone.

E ancora volumi di autori della Patristica e della Scolastica medievale, tra cui San Bonaventura da Bagnoregio e San Tommaso d’Aquino che, di ritorno dall'Università di Parigi, dal 1261 e il 1265 soggiornò a Orvieto. I lasciti testamentari e le donazioni furono fondamentali per lo sviluppo della biblioteca tuderte. L’incremento più significativo, però, fu dovuto ai singoli frati che, dopo essersi procurati, per le proprie esigenze di studio o di insegnamento, i manoscritti, dopo la morte li lasciavano al convento. Il passaggio dei libri dei confratelli defunti diventò una prassi ordinaria come si evince dalle note di possesso e dalla serie di inventari realizzati a partire da qualche decennio dopo la formazione della prima raccolta di codici.

Elementi, questi, che permettono di dedurre che la Biblioteca del Convento di San Fortunato si formò per stratificazione casuale, non programmata, “ordinata” inizialmente grazie all’opera di un armarista che nel 1300 compilò il primo inventario. Alla stessa operazione di inventariazione la biblioteca sarebbe stata sottoposta nel 1341 e nel 1435. Negli inventari non ci sono indicazioni sulla reale collocazione dei manoscritti, ma numerosi codici conservano ancora la placca – o frammenti di essa – alla quale era attaccata la catena che tratteneva il libro al banco. Ciò dimostra che ci fosse una sorta di doppia biblioteca: una dedicata allo studio e alla consultazione accessibile a tutti i frati e agli studenti della scuola e del convento, dove i libri erano incatenati ai banchi e quindi inamovibili, e una biblioteca “circolante” destinata al prestito.

La Biblioteca Comunale conserva, inoltre, 66 incunaboli realizzati con la tecnica di impressione a caratteri mobili. Pubblicati tra il 1460 ed il 1490, i 66 incunaboli aiutano a comprendere lo sviluppo della cultura nel XV secolo a Todi e, nello specifico, all’interno dello Studium del Convento di San Fortunato. Gli autori presenti vanno da Aristotele alle Elegie di Tibullo, da Sant’Agostino a San Tommaso d’Aquino, passando per Ubertino da Casale e arrivando a Petrarca. Di rilievo la presenza dei testi sull’arte notarile del giurista Rolandino de’ Passeggeri.

Per ulteriori informazioni e prenotazioni (obbligatorie): 
339.4071635

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