Maurizio Longobardi presenta a Orvieto "Cinquant'anni e non sentirli". Tra ironia e consapevolezza
Cinquant'anni, li compirà ad ottobre. Da marzo, però, è sugli scaffali di tutta Italia con il libro "Cinquant'anni e non sentirli. L'età giusta per rendersi ridicoli in cinquanta modi" pubblicato per Aletti Editore. Il secondo, dopo il thriller "La verità dirottata", per lui che di professione è dirigente bancario. Ma che alla serietà dei numeri non disdegna il piacere della parola scritta, piegandola al gusto della ritrattistica umana.
Grazie al connubio che bilancia le due anime, con irriverenza, disincanto e buona dose di auto-ironia, Maurizio Longobardi ha dato forma a un campionario surreale di racconti da circa due pagine l'una. Quelli di altrettanti ventenni con trent'anni d'esperienza o gente che ha sconfinato le cinquanta lune. Di almeno quindici, in realtà, è lui stesso il protagonista involontario.
Si destreggia fra le stesse situazioni con cui fanno i conti gli uomini, single o impegnati, che hanno raggiunto o abbondantemente superato il mezzo del cammin di loro vita. Cifra tonda, la seconda degli -anta, che porta con sé esperienza e regressione, risveglia ribellioni sopite e mette di fronte all'impietosa sincerità di uno specchio che fotografa il goffo senza renderlo tenero.
A questo pensa la penna dell'autore che tratteggia le "cinquanta sfumature dei grigi", richiamando una generazione alla ricerca di identità e vitalità al senso estetico della moderna cosmesi, dalla ceretta all'opportunità della tinta per capelli, dalla cena galante con la bella di turno al tour estremo in mountain bike, passando per l'acquisto dell'ultimo ritrovato della tecnologia.
"Dal mio osservatorio privilegiato – ammette – ho scoperto che siamo una categoria permalosa. È forse per questo che pur parlando di uomini, le storie finora sono state apprezzate soprattutto da donne in grado di cogliere gli eccessi umoristici. Occorre consapevolezza del tempo che passa, ma anche la capacità di riderci su, di avere un rapporto onesto con gli anni, di mettersi in discussione e arrendersi all'idea che non siamo più ragazzi. E che ci sono ragazzi che hanno da insegnarci".
Nato e vissuto a Roma, per lavoro si è trasferito a Siena. Ad Orvieto, però, dove vive la famiglia torna spesso. Lo farà anche sabato 16 maggio alle 18 per presentare nell'Atrio del Palazzo dei Sette, presso la Libreria Mondadori (Premio Mauri 2015) la sua raccolta di racconti. Con lui, è atteso anche l'amico Alvaro Moretti, direttore di Leggo, che ha curato anche l'introduzione del volume.
"Lo accosto provocatoriamente al Decamerone – aggiunge l'autore – anche se sono consapevole che non finirò nei libri di letteratura come Boccaccio. Ho cercato di raccontare il conflitto che viviamo alle soglie dei cinquant'anni, semplicemente guardandomi intorno con l'intento di suscitare qualche riflessione e un po' di sorrisi. Il libro è un insieme di piccoli flash di vita vissuta in tempi di transizione post-moderna come quelli attuali". L'approccio ad essi è tutt'altro che facile. Il segreto, forse, la giusta dose di leggerezza.