economia

"Orvieto Doc. Storia, territorio, cantine". Il Consorzio Tutela Vini riparte da qui

venerdì 8 gennaio 2016
di Davide Pompei
"Orvieto Doc. Storia, territorio, cantine". Il Consorzio Tutela Vini riparte da qui

La storia di un prodotto, le storie di chi lo produce. Da oltre duemila anni. Facendo convivere nel bicchiere identità etrusca e senso di appartenenza ad un luogo - il più antico dell’Umbria, sotto il profilo enoico - al punto che con esso coincide anche il nome. Colma un vuoto "Orvieto Doc. Storia, territorio, cantine", il libro curato da Daniele Cernilli per il Consorzio per la Tutela dei Vini Orvieto Doc presentato, come annunciato, domenica 3 gennaio, nel Foyer del Teatro Mancinelli nella giornata di chiusura della 23esima edizione di "Umbria Jazz Winter", di cui l’ente è stato "sponsor orgoglioso", e seguito da un aperitivo rigorosamente con Orvieto Doc.

Obiettivo, valorizzare i protagonisti di quella storia lontano dalla retorica patinata o iper-specialistica di certe pubblicazioni di settore. Compilando pagine che danno conto del passato e del presente del panorama vitivinicolo locale, si punta a scriverne una nuova. Per il Consorzio, per il vino di Orvieto e per Orvieto. "Con questo libro - ha esordito Vincenzo Cecci, vicepresidente del Consorzio costituito nel 1958 come Consorzio del Vino Tipico di Orvieto e divenuto Consorzio Tutela Vino Orvieto nel 1971, nell’anno di riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata - si è voluto realizzare un lavoro importante che è l’inizio di un percorso di valorizzazione".

"I progetti da realizzare insieme - ha proseguito il sindaco Giuseppe Germani - sono molti. La sponsorizzazione di Umbria Jazz Winter da parte del Consorzio va letta come la volontà di esserci. Orvieto e il suo vino sono un connubio inscindibile. Merito di questo libro è tradurre con i volti delle famiglie e delle aziende la progettualità di chi, forte della propria storia, intendere lavorare per il futuro". "Promuovere l’Umbria - ha sottolineato l’assessore regionale Fernanda Cecchini, sue le deleghe ad agricoltura, cultura e ambiente - significa anche promuovere il suo vino, la cui produzione qui più che altrove è radicata. Il libro racconta l’amore e la passione di chi sceglie questo che non è un mestiere ma vita, patrimonio professionale e produttivo".

Presentare 'Orvieto Doc. Storia, territorio, cantine' in concomitanza con l'atmosfera effervescente di Ujw ha rappresentato per il giornalista enogastronomico Daniele Cernilli, autore tra l’altro dell’edizione 2016 della "Guida Essenziale ai Vini d’Italia", una felice vetrina. "Ringrazio i rappresentanti della politica - ha esordito - per non aver parlato di eccellenze e sinergie, termini ipocriti per non dire nulla. Orvieto all’interno della denominazione di origine controllata è espressione della qualità diffusa, la rappresenta in maniera efficace da sempre, attraverso una tradizione che pochi altri possono vantare.

Nel libro, disponibile presso le aziende, abbiamo voluto raccontare la storia di Orvieto - Urbs Vetus, città vecchia già all’epoca dei Romani, dove si è sempre prodotto vino dal IV-V secolo a.C. - con un grande esperto dello studio della vite come Attilio Scienza. Oltre a ricostruire lo sviluppo della viticoltura, le origini antiche della coltivazione della vite ad Orvieto, con l’aiuto del critico Alessandro Masnaghetti, è stata compilata una cartina che localizza vitigni, vigneti, zone di produzione passando in rassegna le tipologie di uve coltivate, che nelle 35 cantine censite riescono a trovare magica esaltazione. Ci sono, infatti, terreni diversificati adatti a un prodotto piuttosto che a un altro e c’è l’esperienza di una tradizione di vignaioli, viticoltori e imprenditori vitivinicoli che sa dove fare cosa.

E poi ci sono le schede, i racconti delle 21 aziende aderenti al Consorzio - capofila di questa lungimirante operazione di promozione, di marketing territoriale - ultimo anello di una lunga evoluzione che fin dal Medioevo fu lodato da poeti, artisti e uomini insigni, dal Pinturicchio fino a D'Annunzio, che lo definì 'sole d'Italia in bottiglia'. Da soli, i produttori sono troppo piccoli per farsi riconoscere sul mercato internazionale. In quello italiano, si affollano qualcosa come 25.000 produttori e 100.000 etichette. Non è un libro grande nel formato ma nelle storie che ci sono dentro, tradotte anche in inglese da Graeme Lorimer e Michael Benson, presentate attraverso un processo di storytelling che lo rende comprensibile anche ai neofiti e arricchite dagli scatti del fotografo Paolo Della Corte". In copertina, un particolare delle colonne della facciata del Duomo.

A tenere a battesimo la presentazione, anche Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi e a sua volta sugli scaffali con il libro "A passo d’uomo nelle terre del vino" curato insieme a Nino D’Antonio. "Senza produttori, senza chi coltiva uva - ha osservato - molte figure professionali non esisterebbero. Abbiamo, dunque, un impegno morale verso chi si adopera in questo settore. Mi piace mettere l’accento sul fattore aggregante del Consorzio, che resta il luogo adeguato a discutere e confrontarsi sul vino. Da parte della politica, sta venendo l’attenzione verso di esso come il più grande settore del Made in Italy. I progetti sono molti, l’augurio per Orvieto è che abbia, da questo prodotto, quello che merita: l’attenzione di tutto il mondo. I mezzi sono qui, siamo noi e siamo sulla buona strada".


Per ulteriori informazioni:
Consorzio per la Tutela dei Vini Orvieto DOC
0763.343790 - info@orvietodoc.it

Nota della Redazione: Orvietonews, giornale online registrato presso il Tribunale di Orvieto (TR) nr. 94 del 14/12/2000, non è una bacheca pubblica. Pur mantenendo fede alla disponibilità e allo spirito di servizio che ci ha sempre contraddistinto risultando di gran lunga l’organo di informazione più seguito e letto del nostro territorio, la pubblicazione di comunicati politici, note stampa e altri contributi inviati alla redazione avviene a discrezione della direzione, che si riserva il diritto di selezionare e modificare i contenuti in base a criteri giornalistici e di rilevanza per i lettori.