economia
Quando Parretti sognava di realizzare Roma Vetus e voleva dedicarsi alla beneficenza
martedì 11 febbraio 2003
Era il 1998 ed il finanziere di origine orvietna calcava di nuovo le scene grazie al faraonico progetto di dar vita ad un grande parcop tematico vicino a Castel Giorgio. Vi proponiamo l'intervista che rilasciò al settimanale Panorama dal tiolo: " Ritorni. L'incredibile metamorfosi di Giancarlo Parretti. Che vecchi e bambini vengano a me"
Ex finanziere d'assalto, scalatore della Metro Goldwyn Mayer, ancora in causa con il Crédit Lyonnais e alle prese con i giudici. «Panorama» l'ha scovato. E ha fatto una scoperta: da 20 miliardi.
di LANFRANCO VINCI
Nostalgia per Hollywood? «No, nessuna. È solo cartapesta, finzione». E per l'alta finanza, il mondo degli affari? «Non potrebbe importarmene di meno». Ve lo ricordate il «Cameriere di Orvieto», al secolo Giancarlo Parretti, che insieme al finanziere (e poi bancarottiere) Florio Fiorini aveva conquistato la Metro Goldwyn Mayer? Sì, quel Parretti di cui Gianni Agnelli diceva: «È una persona simpaticissima». Quello che all'inizio degli anni Novanta riempiva le cronache mondane in compagnia di bellissime attrici («Sono un puttaniere» confessava con disarmante sincerità) e pochi anni dopo le pagine giudiziarie per le sue disavventure legali? Dopo aver perso la Mgm, Parretti sembrava svanito nel nulla.
Adesso, nella sua bella casa romana a due passi da fontana di Trevi, Giancarlo Parretti sfoglia per Panorama il libro della sua avventura: da cameriere («Prima lavapiatti» precisa con puntiglio) a padrone della Metro Goldwyn Mayer, la prestigiosa major americana. Da frequentatore dei potenti della Terra e dello star system («Guardi queste foto» dice aprendo un album, dove compare a fianco di Ronald Reagan e del Papa, di Simon Peres e di Yasser Arafat, di Lady Diana e di Sofia Loren) a destinatario di un mandato di cattura internazionale emesso in Francia, dove è attualmente accusato di «abuso dei beni sociali» (per un totale di circa 100 milioni di lire) del gruppo Mgm.
Davvero nessun rimpianto, signor Parretti? «Zero. Io vivo molto felicemente con me stesso. Ho una famiglia meravigliosa. E l'ultima cosa che mi interessa sono i soldi: non hanno mai cambiato la mia vita. Avrò avuto per le mani 20-30 mila miliardi... sarei potuto diventare ricchissimo. Ma questo è il passato. Non m'interessa. E ho un nuovo progetto, il sogno della mia vita». Ah, ecco. Dopo la disavventura della Mgm lei ha in mente nuovi affari. Ancora in campo cinematografico? «Allora non ci siamo capiti: io col business ho chiuso». Ma a che cosa pensa? Parretti, che abitualmente sprizza simpatia da tutti i pori ed è quello che si definisce un giovialone, per un attimo si fa serio, serio: «Ho deciso di dedicare tutto il mio tempo, e tutti i miei soldi, alla realizzazione di un progetto sociale per aiutare i bambini orfani e i vecchi abbandonati».
Signor Parretti, abbia pazienza: lei si è occupato di alberghi, turismo, assicurazioni, finanza, cinema e forse dimentico qualcosa. Insomma, ha sempre fatto ogni tipo di affari. È stato per anni discusso perché nessuno capiva l'origine dei suoi molti miliardi...
Alt. Ero discusso perché ero «il cameriere». L'ho fatto, non me ne vergogno. Se fossi stato figlio di Agnelli nessuno avrebbe avuto nulla da dire quando mi sono messo in affari. Comunque sappia che tutti i giornali che mi hanno diffamato li ho querelati. E ho vinto tutte, dico tutte, le cause.
E adesso si dà alla beneficenza...
Perché dice così? Semmai saranno loro, intendo i vecchi e i bambini senza famiglia, che faranno della beneficenza a me. In fondo io realizzo un sogno che avevo da molti anni.
Che cosa ha in mente?
Allora: ha presente il progetto «Roma Vetus»? No? Beh, è una operazione da mille miliardi. Si tratta di ricostruire Roma antica vicino a Orvieto. Sarà un immenso parco divertimenti e allo stesso tempo un set cinematografico permanente. L'idea era mia, di qualche anno fa. L'ho ceduta a un gruppo di imprenditori...
Scusi: ma che c'entrano orfani e vecchietti?
C'entrano, eccome. In ogni progetto di questo tipo bisogna dedicare parte dell'area a servizi socialmente utili. Io ho detto: vi offro l'idea e una consulenza, in cambio mi date l'area sociale per realizzare il mio piano.
Che sarebbe?
Un centro per bambini abbandonati, una casa per anziani e un centro artigianale. Lei ha mai visitato delle case di riposo? Anche le migliori sono avvilenti. E sa perché? Perché sono dei parcheggi, anticamera del cimitero. La mia idea invece è questa: costruire una struttura, completamente gratuita, dove i vecchi possano continuare a svolgere, quando vogliono e come possono, le attività che facevano, o che avrebbero voluto fare, durante la vita attiva.
Mi scusi, e i bambini?
Costruiremo un centro pediatrico, scuole. Potranno studiare, imparare un mestiere. Ne ho parlato anche con i miei figli, perché, vede, a questi bambini vorrei dare il mio cognome, adottarli.
Come?
Certo: se un bambino non ha il cognome, perché deve chiamarsi figlio di nessuno? Meglio Parretti, no? E poi a 18 anni, se vuole, lo potrà cambiare.
Ma crede davvero che la cosa sia giuridicamente possibile?
Guardi, non bisogna pensare con i paletti nella testa. Se uno comincia col dire questa cosa non è fattibile, poi dice scartiamola. In ogni caso, faremo tutto in collaborazione con il tribunale dei minori.
Parliamo di soldi, allora. In Roma Vetus che ruolo azionario ha?
Assolutamente nessuno. Non ho una azione e non guadagnerò nulla. Ho ceduto l'idea, che era mia, è ho offerto una consulenza esclusivamente in cambio della possibilità di realizzare il mio progetto per vecchi e bambini. Agli azionisti di Roma Vetus l'idea è piaciuta. E adesso si parte.
Quanto costerà realizzare orfanotrofio e casa di riposo?
L'investimento dovrebbe essere dell'ordine di 15-20 miliardi. Non chiederò niente a nessuno. Quei soldi ce li metterò io. Poi ci saranno le spese di gestione: diciamo circa 3 miliardi l'anno.
E chi se li sobbarcherà?
Agli ospiti, che inizialmente dovrebbero essere cento bambini e altrettanti vecchi, non verrà chiesta una lira. Sarà tutto assolutamente gra-tu-i-to.
Vabbé, ma chi paga. Enti pubblici?
No, assolutamente. Questa è una iniziativa completamente privata. Sa che cosa farò? Una fondazione, e la doterò di una ventina di miliardi. Amministrati bene, senza speculazioni azzardate, ne dovrebbero rendere uno e mezzo o due all'anno. Il resto verrà dalla vendita dei prodotti del centro artigianale.
Signor Parretti, ma questi soldi da dove li tirerà fuori?
Ho venduto tutto. Ormai non mi resta che qualche albergo e poco altro di cui si occupa mio figlio. Ho venduto anche i miei diritti sulla causa civile che ho intentato contro il Crédit Lyonnais...
Come sarebbe a dire?
Per la storia della Mgm ho fatto causa al Crédit in sede penale, per estorsione, e in sede civile dove ho chiesto 3 mila miliardi di danni.
Beh, anche il Crédit a sua volta si considera danneggiato...
Ma andiamo, che ci ha rimesso con noi? Si sono presi l'Mgm che vale 1.350 milioni di dollari! Comunque, i miei diritti li ho ceduti e non ne voglio più sapere niente. Non mi chieda quanto ho incassato perché è un segreto professionale. Oltretutto, da adesso in poi il mio denaro sarà destinato al bene degli orfani e dei vecchi. Vede, io all'idea di fare qualcosa di buono pensavo da tanti anni. Anzi, avevo giurato a me stesso, parecchi anni fa, di realizzarla. Poi è arrivata la storia dell'Mgm e non l'ho fatto più. Come dire, sono stato un vigliacco con me stesso. Ma adesso ho veramente deciso. Ed è per questo che ho venduto i miei diritti.
Allora, addio per sempre al Parretti tutto affari spericolati, belle donne e champagne?
Insomma, non esageriamo. Con il business ho chiuso. Ma le donne mi piacciono ancora.
Ex finanziere d'assalto, scalatore della Metro Goldwyn Mayer, ancora in causa con il Crédit Lyonnais e alle prese con i giudici. «Panorama» l'ha scovato. E ha fatto una scoperta: da 20 miliardi.
di LANFRANCO VINCI
Nostalgia per Hollywood? «No, nessuna. È solo cartapesta, finzione». E per l'alta finanza, il mondo degli affari? «Non potrebbe importarmene di meno». Ve lo ricordate il «Cameriere di Orvieto», al secolo Giancarlo Parretti, che insieme al finanziere (e poi bancarottiere) Florio Fiorini aveva conquistato la Metro Goldwyn Mayer? Sì, quel Parretti di cui Gianni Agnelli diceva: «È una persona simpaticissima». Quello che all'inizio degli anni Novanta riempiva le cronache mondane in compagnia di bellissime attrici («Sono un puttaniere» confessava con disarmante sincerità) e pochi anni dopo le pagine giudiziarie per le sue disavventure legali? Dopo aver perso la Mgm, Parretti sembrava svanito nel nulla.
Adesso, nella sua bella casa romana a due passi da fontana di Trevi, Giancarlo Parretti sfoglia per Panorama il libro della sua avventura: da cameriere («Prima lavapiatti» precisa con puntiglio) a padrone della Metro Goldwyn Mayer, la prestigiosa major americana. Da frequentatore dei potenti della Terra e dello star system («Guardi queste foto» dice aprendo un album, dove compare a fianco di Ronald Reagan e del Papa, di Simon Peres e di Yasser Arafat, di Lady Diana e di Sofia Loren) a destinatario di un mandato di cattura internazionale emesso in Francia, dove è attualmente accusato di «abuso dei beni sociali» (per un totale di circa 100 milioni di lire) del gruppo Mgm.
Davvero nessun rimpianto, signor Parretti? «Zero. Io vivo molto felicemente con me stesso. Ho una famiglia meravigliosa. E l'ultima cosa che mi interessa sono i soldi: non hanno mai cambiato la mia vita. Avrò avuto per le mani 20-30 mila miliardi... sarei potuto diventare ricchissimo. Ma questo è il passato. Non m'interessa. E ho un nuovo progetto, il sogno della mia vita». Ah, ecco. Dopo la disavventura della Mgm lei ha in mente nuovi affari. Ancora in campo cinematografico? «Allora non ci siamo capiti: io col business ho chiuso». Ma a che cosa pensa? Parretti, che abitualmente sprizza simpatia da tutti i pori ed è quello che si definisce un giovialone, per un attimo si fa serio, serio: «Ho deciso di dedicare tutto il mio tempo, e tutti i miei soldi, alla realizzazione di un progetto sociale per aiutare i bambini orfani e i vecchi abbandonati».
Signor Parretti, abbia pazienza: lei si è occupato di alberghi, turismo, assicurazioni, finanza, cinema e forse dimentico qualcosa. Insomma, ha sempre fatto ogni tipo di affari. È stato per anni discusso perché nessuno capiva l'origine dei suoi molti miliardi...
Alt. Ero discusso perché ero «il cameriere». L'ho fatto, non me ne vergogno. Se fossi stato figlio di Agnelli nessuno avrebbe avuto nulla da dire quando mi sono messo in affari. Comunque sappia che tutti i giornali che mi hanno diffamato li ho querelati. E ho vinto tutte, dico tutte, le cause.
E adesso si dà alla beneficenza...
Perché dice così? Semmai saranno loro, intendo i vecchi e i bambini senza famiglia, che faranno della beneficenza a me. In fondo io realizzo un sogno che avevo da molti anni.
Che cosa ha in mente?
Allora: ha presente il progetto «Roma Vetus»? No? Beh, è una operazione da mille miliardi. Si tratta di ricostruire Roma antica vicino a Orvieto. Sarà un immenso parco divertimenti e allo stesso tempo un set cinematografico permanente. L'idea era mia, di qualche anno fa. L'ho ceduta a un gruppo di imprenditori...
Scusi: ma che c'entrano orfani e vecchietti?
C'entrano, eccome. In ogni progetto di questo tipo bisogna dedicare parte dell'area a servizi socialmente utili. Io ho detto: vi offro l'idea e una consulenza, in cambio mi date l'area sociale per realizzare il mio piano.
Che sarebbe?
Un centro per bambini abbandonati, una casa per anziani e un centro artigianale. Lei ha mai visitato delle case di riposo? Anche le migliori sono avvilenti. E sa perché? Perché sono dei parcheggi, anticamera del cimitero. La mia idea invece è questa: costruire una struttura, completamente gratuita, dove i vecchi possano continuare a svolgere, quando vogliono e come possono, le attività che facevano, o che avrebbero voluto fare, durante la vita attiva.
Mi scusi, e i bambini?
Costruiremo un centro pediatrico, scuole. Potranno studiare, imparare un mestiere. Ne ho parlato anche con i miei figli, perché, vede, a questi bambini vorrei dare il mio cognome, adottarli.
Come?
Certo: se un bambino non ha il cognome, perché deve chiamarsi figlio di nessuno? Meglio Parretti, no? E poi a 18 anni, se vuole, lo potrà cambiare.
Ma crede davvero che la cosa sia giuridicamente possibile?
Guardi, non bisogna pensare con i paletti nella testa. Se uno comincia col dire questa cosa non è fattibile, poi dice scartiamola. In ogni caso, faremo tutto in collaborazione con il tribunale dei minori.
Parliamo di soldi, allora. In Roma Vetus che ruolo azionario ha?
Assolutamente nessuno. Non ho una azione e non guadagnerò nulla. Ho ceduto l'idea, che era mia, è ho offerto una consulenza esclusivamente in cambio della possibilità di realizzare il mio progetto per vecchi e bambini. Agli azionisti di Roma Vetus l'idea è piaciuta. E adesso si parte.
Quanto costerà realizzare orfanotrofio e casa di riposo?
L'investimento dovrebbe essere dell'ordine di 15-20 miliardi. Non chiederò niente a nessuno. Quei soldi ce li metterò io. Poi ci saranno le spese di gestione: diciamo circa 3 miliardi l'anno.
E chi se li sobbarcherà?
Agli ospiti, che inizialmente dovrebbero essere cento bambini e altrettanti vecchi, non verrà chiesta una lira. Sarà tutto assolutamente gra-tu-i-to.
Vabbé, ma chi paga. Enti pubblici?
No, assolutamente. Questa è una iniziativa completamente privata. Sa che cosa farò? Una fondazione, e la doterò di una ventina di miliardi. Amministrati bene, senza speculazioni azzardate, ne dovrebbero rendere uno e mezzo o due all'anno. Il resto verrà dalla vendita dei prodotti del centro artigianale.
Signor Parretti, ma questi soldi da dove li tirerà fuori?
Ho venduto tutto. Ormai non mi resta che qualche albergo e poco altro di cui si occupa mio figlio. Ho venduto anche i miei diritti sulla causa civile che ho intentato contro il Crédit Lyonnais...
Come sarebbe a dire?
Per la storia della Mgm ho fatto causa al Crédit in sede penale, per estorsione, e in sede civile dove ho chiesto 3 mila miliardi di danni.
Beh, anche il Crédit a sua volta si considera danneggiato...
Ma andiamo, che ci ha rimesso con noi? Si sono presi l'Mgm che vale 1.350 milioni di dollari! Comunque, i miei diritti li ho ceduti e non ne voglio più sapere niente. Non mi chieda quanto ho incassato perché è un segreto professionale. Oltretutto, da adesso in poi il mio denaro sarà destinato al bene degli orfani e dei vecchi. Vede, io all'idea di fare qualcosa di buono pensavo da tanti anni. Anzi, avevo giurato a me stesso, parecchi anni fa, di realizzarla. Poi è arrivata la storia dell'Mgm e non l'ho fatto più. Come dire, sono stato un vigliacco con me stesso. Ma adesso ho veramente deciso. Ed è per questo che ho venduto i miei diritti.
Allora, addio per sempre al Parretti tutto affari spericolati, belle donne e champagne?
Insomma, non esageriamo. Con il business ho chiuso. Ma le donne mi piacciono ancora.
Questa notizia è correlata a:
Il ritorno del Leone
orvietonews.it by http://www.orvietonews.it is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.