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Un'intervista di Maria Luisa Salvadori a Lele Luzzati

martedì 30 gennaio 2007
di M.L. Salvadori
L'Illustratore in primo piano / Emanuele Luzzati L’Imprevedibilità dei Limiti dalla rivista “Il Pepeverde” N. 3/2000 Il 5 dicembre 1999, al Teatro della Tosse di Genova è stato proiettato in prima nazionale il lungometraggio di animazio­ne “Il flauto magico”, di Giulio Gianini ed Emanuele Luzzati, dall’opera di Mozart, nella versione restaurata con l'intervento del Comune di Genova. Maria Luisa Sal­vadori, presente alla manifestazione, ha intervistato Emanuele Luzzati per la rivista “Il Pepeverde “ (N.3/2000). Il film è stato restaurato grazie alla segna­lazione dell'Asifa (Associazione Italiana per il film di animazione) nell'ambito dell'iniziativa “Adotta un film – 100 film da salvare”, promossa nel 1997 dalla Pre­sidenza del Consiglio dei Ministri. Nel­l’ambito della stessa campagna il Comu­ne di Orvieto, di cui Luzzati è cittadino onorario, ha contribuito al finanziamen­to del restauro della “Trilogia rossiniana”, altro film di animazione che si compone di tre cortometraggi, “La gazza ladra”, “L’I­taliana in Algeri” e “Pulcinella”, realizzati dalla coppia Gianini-Luzzati su musiche di Gioacchino Rossini. La presentazione in prima nazionale del film restaurato si svolse ad Orvieto il 27 marzo 1999. Ti ho sentito affermare che la tua creatività si esprime al meglio in presenza di limiti dati. Puoi spiegarmi perché? Sì, senza dubbio per me è sempre stato così: io devo sapere dove si colloca quello che faccio, per chi e per che cosa lo fac­cio. Perché questo avviene? Credo che la faccenda abbia due facce. La prima, se vo­gliamo un po' ‘romantica’, è la sfida a su­perare un ostacolo, come può essere quel­lo di realizzare una scena in un corridoio lungo e stretto, dipingere una parete ri­spettando l'ingombro dei mobili, illustra­re un libro usando solo un colore (è già successo con il rosso, naturalmente unito al nero) o con un numero di immagini assegnato, magari alcune a colori e altre in bianco e nero, però delle stesse dimensio­ni. La seconda è l’incentivo a scoprire co­se nuove. Il limite non è prevedibile e po­ne quasi sempre di fronte a un problema nuovo da risolvere; così diventa stimolan­te fare qualcosa che non si è mai fatto. Naturalmente, se i limiti si ripetono fini­sce il divertimento, non c'è più novità. Prossimamente dovrò progettare un par­co per ragazzi, il Salisburgo: il bello è che lì ci sono limiti a non finire; a parte i li­miti di spazio, ci sono giochi preesistenti che io devo inglobare e far diventare miei, trasformarli mentre invento cose nuove tutte mie. Bisogna anche dire che questa è una sto­ria vecchia: i grandi pittori del Rinasci­mento, ad esempio, hanno sempre lavo­rato con dei limiti imposti. Penso a Piero della Francesca, a Michelangelo che af­fresca la Cappella Sistina o anche al Si­gnorelli che dipinge nel Duomo di Or­vieto... Nessuno di loro faceva quadri in libertà, il loro lavoro era tutto un limite. La ragione per cui non ho mai fatto un quadro è che proprio non saprei cosa fare dentro una tela bianca. Il bianco mi spa­venta, la troppa libertà mi fa paura, men­tre mi interessa tutto quello che è "arte applicata": scenografie e costumi per il teatro, decorazioni di interni, illustrazio­ne di libri, cinema di animazione. Lo di­cevo anche da bambino: «Da grande fac­cio il pittore, ma il pittore applicato !». Quali sono i tuoi rapporti col mondo dell'arte? Incontrare, per caso e nello stesso giorno, Picasso e Chagall è stata la cosa più straordinaria che mi sia capitata, ma que­sto l'ho già raccontato ed è anche stato pubblicato, ad esempio sull’Unità in un'intervista che mi fu fatta da Carmine De Luca. C'è da considerare che io non ho mai di­pinto quadri e le mostre che ho fatto era­no riferite all'illustrazione, alla scenogra­fia o altre forme di arte applicata. In questo senso, quello della pittura è per me un mondo parallelo, anche se dalla pittura ho assorbito molte cose. Ad esempio, al tempo della pop art si usava­no materiali di ogni tipo, pezzi raccolti per la strada... Sicuramente questo modo di esprimersi è entrato in me e l'ho ap­plicato al teatro. Altri pittori mi saranno senz' altro stati utili nell'illustrazione. Adesso faccio il collage, uso anche dei pezzi delle riproduzioni di pittori, pren­do una testa di qua, un paesaggio di là, li metto a caso uno accanto all'altro, li in­collo... Li uso molto, specialmente in scenografia. Usi spesso materiali poveri e questo non toglie niente alla ricchezza espressiva delle tue opere. Me ne parli? Uso materiali poveri se sono costretto a farlo, non necessariamente per scelta. Di­ciamo che ho usato più volte materiali poveri perché molte più volte c’erano po­chi soldi, c'era un limite appunto. Quan­do faccio scene per i grandi teatri, come il Massimo di Palermo o il San Carlo di Napoli, non bado a spese: in un teatro con i palchi d'oro la scena deve essere ricca, non avrebbe senso il contrario. Di­ciamo che quando non c'è la possibilità di spendere ritorno nelle condizioni di avere dei limiti e cerco di superarli gio­cando con i materiali poveri. In questo senso può diventare stimolante farlo. Nella varietà di materiali che hai usato, ce n'è qualcuno che ti appartiene di più, che ti piace e ti realizza particolarmente? Beh, devo dire che con la ceramica ho avuto un rapporto abbastanza strano. Per vent' anni è stata la mia materia preferita: facevo tante cose, facevo teatro, facevo film di animazione... e poi andavo rego­larmente ad Albisola, almeno due volte alla settimana, a fare ceramica. Ne ho fatta tantissima, chilometri credo. Poi, per ragioni banali, ho smesso: quando è morto il proprietario della fabbrica dove lavoravo, ancora con il forno a legna che era bellissimo, la fabbrica ha interrotto l'attività; avrei dovuto cercarmi altre cose e invece ero sommerso di lavori: cartoni animati, teatro... Così mi san detto: «Con la ceramica chiudo!». E ho chiuso. Adesso però mi ha fatto piacere lavorare, naturalmente insieme ad altri, per rac­contare in una vetrina lunga trenta me­tri, la storia dell'Abbazia di Farfa, vicino Roma. Ho dovuto realizzare pezzi in ce­ramica, figure di frati e "pupazzi" vari, ed ho scoperto che è un po' come andare in bicicletta: non si dimentica; ho ripreso la ceramica dopo vent' anni, ho toccato di nuovo la terra, ed è stato come se avessi smesso di farlo il giorno prima. La terra è una mia materia, la sento mol­to e sento molto anche il modo di trat­tarla e di dipingerla, perché non è come dipingere un foglio di carta! Ogni mate­ria ha le sue leggi e bisogna capirle. Come illustratore, senti il bisogno di seguire canoni espressivi diversi quando ti rivolgi ai ragazzi? Più che la mia espressività conta il testo. Per esempio, ultimamente ho illustrato prima Alice nel paese delle meraviglie poi Pinocchio per le edizioni Nuages di Mila­no, che si rivolgono agli adulti, non cer­to ai bambini. Se avessi illustrato gli stes­si libri per i ragazzi, lo avrei fatto esatta­mente nella stessa maniera. Ho osservato, in alcuni libri che hai illustrato, una specie di ritmo, un crescendo di immagini e di colori che talvolta raggiunge il culmine nelle pagine centrali. Come lo spieghi? Non ci ho mai pensato, me lo dici tu per. la prima volta, ma può essere vero. Potrei forse spiegarlo paragonando il lavoro di illustrazione a una parti tura musicale: comincia piano, poi arriva l'andante, l'al­legro ma non troppo, e avanti fino al gran finale. Negli ultimi anni ti sei dedicato ad una nuova forma di arte applicata, che consiste nella progettazione di spazi gioco per ragazzi... Se escludiamo la ceramica, che io pro­prio volevo fare, tante cose mi sono suc­cesse senza che io le cercassi. Ai parchi proprio non avrei pensato. La prima ri­chiesta è arrivata da Santa Margherita, poi contemporaneamente, senza che ci fosse alcun colleg4ffiento tra le diverse esperienze, mi sono arrivate altre richie­ste dello stesso tipo o simili. Per Castel­nuovo Rangone non ho realizzato giochi, ma sculture in legno, personaggi che so­no stati collocati nel parco; lo stesso vale per il presepe di Torino: ho creato forme, che possono essere messe nei giardini e in genere piacciono ai bambini, ma non sono giochi. Certe cose, non si sa perché, avvengono contemporaneamente, sono nell' aria e maturano tutte insieme senza che se ne riesca a capire la ragione. 'Poi fi­nisce anche che una cosa attira l'altra, ma all'inizio non è così. Sempre per fare un esempio, la richiesta di Salisburgo deriva direttamente da Santa Margherita: il di­rettore del Mozarteum è capitato a Ge­nova, ha visto il "Parco del Flauto magi­co" e, dato che è interessato a tutto ciòche ha a che fare con Mozart, ha pensato di fare qualcosa di simile a Salisburgo. Lo ha proposto al Sindaco, che peraltro aveva già in mente di intervenire su un parco cittadino, e così siamo arrivati alla formulazione ufficiale della richiesta che è di circa dieci giorni fa; a luglio presen­terò il bozzetto (potrei fare dei disegni, ma preferisco sempre fare un modellino perché capisco meglio io ed è più chiaro agli altri), poi il progetto sarà discusso e infine si passerà alla realizzazione, che dovrebbe concludersi entro i prossimi due anni. All'interno di un grande parco già esistente a Salisburgo, la zona desti­nata ai bambini sarà ampliata e dedicata a Mozart: io dovrò ispirarmi al Flauto magico e al Ratto del Serraglio, due opere in qualche modo più vicine ai bambini. A proposito, il tuo lavoro intorno al Flauto Magico di Mozart è particolare e molto impegnativo. Come è cominciato? Ho affrontato la prima volta quest' opera creando le scene e i costumi per il "Festi­vai di Glyndebounre" del '63: credo di avere già allora impostato tutto il mio la­voro visto un po' dalla parte di Papage­no. Sia le scene che i costumi interpreta­vano più il lato favolistico e magico del­l'opera che il lato mistico-massonico: tutto il teatro era diventato un po' come un meraviglioso gioco per bambini, con le scene che si componevano e scompo­nevano per ricrearsi a vista del pubblico. Un editore inglese (Blakwel di Oxford) che aveva visto l'opera mi ha chiesto se ero disposto a raccontarla e illustrarla in un libro per bambini. Così ho cercato di adattare la complicata storia dell'opera privilegiando il personaggio Papageno, come se tutta i' azione girasse intorno a lui, mentre la Regina della Notte è di­ventata una fata tenebrosa e Sarastro un mago benefico. E come è nato il film di animazione Il Flauto Magico, realizzato da te e Giulio Gianini? Naturalmente, dopo aver fatto il libro, con Gianini ci siamo proposti di realizza­re anche un film. Però non potevamo sbrigarci con i soliti dieci minuti delle sinfonie rossiniane; ci occorreva almeno un' ora e ci occorreva anche trovare un produttore. La proposta ci è venuta dalla Thalia Film di Vienna e nel 1976 ci sia­mo gettati in questa impresa, la più diffi­cile certo da quando abbiamo comincia­to a lavorare nell' animazione. Avete incontrato difficoltà in questo lavoro? Per la prima volta abbiamo affrontato con i cartoni animati un' opera di teatro musicale cantata e questo è stato molto difficile. Per ridurre l' opera in cinquanta minuti senza tralasciare nessuna delle arie più belle, abbiamo dovuto servirci di un personaggio "vero": abbiamo creato un Papageno in carne ed ossa che spiega­va il senso delle arie, dato che abbiamo conservato il testo originale cantato in tedesco. La lavorazione del film è durata un anno e mezzo. Il tuo rapporto con i personaggi del Flauto Magico però non finisce qui... Sì, tra il libro, la rappresentazione e il film, i personaggi del Flauto Magico han­no vissuto nella mia attività in molte al­tre forme: ho fatto un album di sei lito­grafie con gli episodi più salienti affian­cati dalla partitura; ho fatto un disegno per un arazzo con lo sfondo della foresta del Flauto; ho ricreato in televisione il modellino della scenografia spiegando ai bambini come avvenivano i cambiamenti e poi, col personaggio di Papageno, mi sono ancora ritrovato varie volte... Un'ultima cosa, più personale, se me lo consenti. Ogni volta che ti incontro e parlo con te rimango affascinata dalla serenità che trasmetti... Devo dire che mi è facile essere sereno perché mi accorgo delle cose un po' in ri­tardo. Sai, come succede in certe gag, quando si incontrano due comici e uno dice: «Cretino!». L’altro risponde: «Piace­re!», come nulla fosse, e si ricorda solo dopo che gli hanno detto cretino. Anche io mi accorgo dei colpi bassi sempre in ritardo, quando il fatto è già sdramma­tizzato e posso vederlo con distacco. Naturalmente questo non è sempre positi­vo: metti il caso di un incidente, lì la prontezza a volte salva il salvabile; se mi capita di accorgermene dieci minuti do­po, qualcuno ha già fatto in tempo a morire. Comunque ho sempre avuto piacere di conoscere gente: amici, colleghi, illustra­tori, scenografi, pittori... Proprio perché siamo diversi, nessuno porta via qualcosa all'altro e la conoscenza consente di scambiare reciprocamente qualcosa. EMANUELE LUZZATI nasce a Genova nel 1921. Studia e si diploma a Losanna all'École des beaux Arts et des Arts Appliquées. Pittore, decoratore, illustratore, ceramista, si dedica alle scene e ai costumi teatrali e, più tardi, insieme a Giulio Gianini, alla realizzazione di film e disegni animati. Ha realizzato più di quattrocento scenografie per prosa, lirica e danza nei principali teatri italiani e stranieri. Ha illustrato molti libri dedicati all'infanzia. Ha eseguito pannelli, sbalzi ed arazzi sulle navi "Leonardo Da Vinci", "Michelangelo", “Ausonia” e "Marco Polo". Tra i numerosi premi ottenuti, ricordiamo che nel 1955 ha vinto il Primo "Premio per la Ceramica" a Cannes;nel1982 è stato premiato come illustratore alla Biennale di Bratisla­va e ha ricevuto il premio "Andersen-Baia delle Favole" di Sestri Levante, nel 1984 ha avuto il premio "Stregatto-Perugia" per il teatro per ragazzi. Alla fine del 1980 la sua attività teatrale trova ampio riconoscimento in una mostra cu­rata dall'Istituto del Teatro e dello Spettacolo dell'Università di Roma, Il sipario magico. Percorsi teatrali di Emanuele Luzzati. Dal 1981 al 1984, la mostra ha girato in Italia e all'estero. Ha esposto alla Biennale di Venezia dal 1972, nella sezione Grafica Sperimentale. Ha pubblicato, tra l'altro, illustrazioni per le fiabe di Italo Calvino e per i testi di Gianni Rodari; nel 1988 ha illustrato il volume Le fiabe scelte dei fratelli Grimm nell'edizione fuori commercio della Società Olivetti. Da ricordare, nella sua opera di illustratore, anche il filone dedicato alla cultura e alle leggende ebraiche. Nel marzo 1990 si inaugurano a Reggio Emilia, Cavriago, Sant'Ilario e Montecchio, quattro sezioni di una grande mostra dedicata all'opera complessiva di Luzzati. Luzzati fa parte dell'Agi (Alliance Graphique Internationale) e dell'Academy avendo otte­nuto due nominations all'Oscar per i suoi film d'animazione La gazza Ladra e Pulcinella. Dal 1982 al 1990 è docente di Illustrazione al Politecnico Byron di Genova. Nel 1989 illustra Candido di Voltaire per le Edizioni Nuages. Nel 1992 gli viene conferita dall'Università di Genova la laurea honoris causa in Architettura. Nel 1993 l'Unione dei Teatri d'Europil organizza la mostra Emanuele Luzzati scenografo che viene allestita, come prima sede, presso il Centre George Pompidou di Parigi. Nel novembre 1995 riceve il "Premio Ubu" per la migliore scenografia dell'anno, conferi­togli per le scene realizzate per il Pinocchio prodotto dal Teatro della Tosse di cui è fonda­tore nel 1975 con Tonino Conte e Aldo Trionfo e, attualmente, direttore artistico con To­nino Conte. Nel 1997 gli viene dedicata la mostra Emanuele Luzzati dalla scenografia all'illustrazione a Palazzo Ducale a Genova. Nello stesso anno realizza per il Comune di Torino il presepe in Piazza Carlo Felice, in cui figure sante tradizionali si mescolano a personaggi delle fiabe. Nel 1998 progetta e realizza a Santa Margherita il Parco del Flauto Magico, parco giochi per bambini ispirato alla celebre opera di Mozart. I libri illustrati Rinaldo Negri, L'arte di navigare, Socierà Ira­liana di Navigazione, Genova, 1952; Calendario colombiano per il quinto centenario della nascita di Cristo foro Colombo, Istituto Grafico Bertello, Borgo S. Dalmazzo, 1953; Emanuele Luzzati, Viaggio alla città di Sa.fèd, Age d'or, Roma, 1955; Chichibio cuoco e la gru (da un racconto di Giovanni Boccaccio), I Girasoli, Roma, 1961; Altre edizioni: Chichibio and the crane. Obelenski, New York, 1962; Emanuele Luzzati, I paladini di Francia ovve­ro il tradimento di Gano di Magonza, Mursia, Milano, 1962; Altre edizioni: Ronald and the Wizard Calico, Pantheon Books, NewYork, 1969; Ronald and the Wizard Calico, Hutchinson Junior Books, London, 1969; Gianni Rodari, Castello di carte, Mursia, Mi­lano, 1963; Diego Fabbri (introduzione e note di), Da Sofocle a Pirandello, Rai, Roma, 1963 (fuori commercio); Emanuele Luzzati, La gazza ladra, Mursia, Milano, 1964; Emanuele Luzzati, Alì Babà e i quaranta la­droni, Emme, Milano, 1968; Altre edizioni: Alì Babà e i quaranta ladroni, Editori Riu­niti, Roma, 1992 (collana "La freccia az­zurrà'; in allegato alla confezione in cofa­netto, comprendente opere di altri autori e illustratori, il film Alì Babà di Giulio Gia­nini e Emanuele Luzzati); Ali Baba and the Forty Thieves, Pantheon Books, New York, 1969; Ali Baba und die Viering Raube, Ellerman, Munchen, 1969; Ali Baba, Lécole de Loisir, Paris, 1969; Ali Baba, Shuppan, Tokyo, 1979; Bill Martin, When it rains...it rains, Rinehart & Winston, New York, 1970; Bill Martin (filastrocca adattata da), Whistle, Mar}, Whistle..., Rinehart & Winston, New York, 1970; Emanuele Luzzati (dall' opera di Wolfgang A. Mozart), The magic flute, Blackwel, Oxford, 1971; Emanuele Luzzati, La tarantella di Pulcinella, Emme, Milano, 1971; Altre edizioni: Pulcinella e il pesce d'argento, Editori Riuni­ti, Roma, 1993; lo e Gli altri (enciclopedia in dieci volumi), La Ruota, Milano e Genova, 1971; Italo Calvino, L'Uccel belverde e altre fiabe ita­liane, Einaudi, Torino, 1972; Come si fànno i bambini, Ghiron, Genova, 1972; E. Poi, L'uccellino Tic Tic, Einaudi, Torino, 1972; Donatella Ziliotto, Il viaggio di Marco Polo, ERI, Roma, 1972; Altre edizioni: Il viaggio di Marco Polo, Emme, Milano, 1975 e 1981; The travels o[ Marco Polo, Dent, London, 1975; Ich, Marco Polo, Ellerman, Munchen, 1977; Emanuele Luzzati e Tonino Conte, Bimbo re­ cita, Emme, Milano, 1974; Altre edizioni: Sganarello medico per forza, Il medico gra­dasso, Emme, Milano, 1981; Ibi Lepschky, Voglio comperare una tazza gial­la con una ochetta blu, Einaudi, Torino, 1974; Italo Calvino, Il principe Granchio e altre fiabe italiane, Einaudi, Torino, 1974; Mio fratello, La Ruota, Milano, 1975; Iralo Calvino, Il visconte dimezzaiò, Einaudi, Torino, 1975; . Giacoma Limentani, Gli uomini del Libro. Leggende ebraiche, Adelphi, Milano, 1975; Altre edizioni: Gli uomini del Libro. Leggende ebraiche, Milano, Feltrinelli, 1995; Rita Cirio, Dodici Cenerentole in cerca d'auto­re, Quadragono Libri, Conegliano, 1976; Altre edizioni: Dodici Cenerentole in cerca d'autore, Nua­ges, Milano, 1991; Michal Snunit, Walking and Talking with Yoav, Sifriat Poalim, Tel Aviv, 1976; Emanuele Luzzati, C'erano tre fratelli, Emme, Milano, 1977; Emanuele Luzzati e Tonino Conte, Facciamo insieme teatro, Einaudi, Torino, 1977; Silvio Pampiglione, As doenças in.fècciosas: o que siio, como siio transmitidas, como se devem combater, Pampiglione, Bologna, 1977; Emanuele Luzzati e Gianni Rodari, Il teatro, i ragazzi, la città, Emme, Milano, 1978; Emanuele Luzzati e Guido Davico Bonino, Orlando in guerra, Stampatori, Torino, 1979; Altre edizioni: Orlando in guerra, Einaudi Scuola, Milano, 1999 (Collana "Bibliotechina"); Emanuele Luzzati La Cenerentola, (dall'opera di Gioacchino Rossini), Emme, Milano, 1979; Altre edizioni: Cinderella, Bluth, London, 1981; Il flauto magico (dall' opera di Wolfgang A. Mozart), Il Bisonte, Firenze, 1979; Isaac Bashevis Singer, Quando Shlemiel andò a Varsavia, Garzanti, Milano, 1979; Donatella Ziliotto, Sundjata, Mondadori, Milano, 1980; Giacoma Limentani, Il vizio del Faraone e al­tre leggende ebraiche, Stampatori, Torino, 1980; Tonino Conte, I tre grassoni (dal racconto di Jurij K.Olesa), Editori Riuniti, Roma, 1981; Virgilio Savona, O che bel castello, Emme, Milano, 1981; Gianni Rodari, Filastrocche lunghe e corte, Edi­tori Riuniti, Roma, 1981, (in allegato all'ulti­ma edizione del maggio 1996, che è la prima nella Universale economicalragazzi degli Edi­tori Riuniti, il floppy disk: I viaggi di Stoccofil­lo. Filastrocche lunghe e corte di Gianni Rodari); Niccolò Machiavelli, Belftgor arcidiavolo, Il Melengolo, Genova, 1982; Gianni Rodari, Atalanta, una fànciulla nella Grecia degli dei e degli eroi, Editori Riuniti, Roma, 1982; Furio Jesi, La casa incantata, Vallardi-Garzan­ti, Milano, 1982; Emanuele Luzzati, Tre fatelli, quaranta ladro­ni, cinque storie di maghi e burloni, Emme, Milano, 1983; Sandro Gindro, A Tiresia, Psicoanalisi Con­tro, Roma, 1983; Haggadàh di Pesach: rito sefàrdita (testo ebrai­co con traduzione italiana e note del rabbino Fernando D. Belgrado, prefazione del rabbi­no Elio Toaf) , La Giuntina, Firenze, 1984; Gianni Rodari, Il libro dei perché, Editori Riuniti, Roma, 1984, (in allegato all' edizione del novembre 1995,che è la prima nella Uni­versale economicalragazzi degli Editori Riu­niti, il floppy disk: Stoccofillo, da Il libro dei perché Gianni Rodari); Gianni Rodari e Virgilio Savona, Filastrocche da cantare, Ricordi, Milano, 1984; Psicoanalisi Contro. Foglio mensile di psicoana­ lisi cultura e arte, Psicoanalisi Contro, Ròma, 1984, n. 1,5; Gianni Rodari, Le avventure di Tonino l'invi­sibile, Editori Riuniti, Roma, 1985; Enzo Bianchi, Un rabbi che amava i banchetti, Marietti, Genova, 1985; Licia Oddino, Habitat per un'idea, Tolozzi, Genova, 1985; Domenico Rea, Faida, Pirella - Alpha Tra­ding, Genova, 1986; Gianni Rodari, Filastrocche per tutto l'anno, Editori Riuniti, Roma, 1986; Gianni Rodari, Fiabe lunghe un sorriso, Edito­ri Riuniti, Roma, 1987; Itinerari. Percorsi di ricerca per la scuola e la fàmi­glia, Nuova lo e gli altri, Genova-Milano, 1988; Tonino Conte, I sentieri della notte, Ecig, Ge­nova, 1988; Tonino Conte, Dediche, Ecig, Genova, 1988; Jacob e Wilhelm Grimm, Fiabe scelte, Gior­gio Soavi (a cura di), Olivetti, Milano, 1988; Meir Shalev, Michael and the Monster o/ Jeru­salem, Tower of David Museum of the Hi­story, Jerusalem, 1989; Age, Scarpelli, Monicelli, Brancaleone alle cro­ ciate, Casa di Mantegna e Circolo del Cine­ma, Provincia di Mantova, 1989; Francesco Bollorino, Il bambino a espansione e altre storie, Marietti, Genova, 1989; Voltaire, Candido, ovvero L'ottimismo, Nua­ges, Milano, 1990; Isaac Bashevis Singer, Il Golem, Adriano Sala­ni, Firenze, 1990; Nanda Mari, Il figlio di carta, Graphos Narra­tiva, Genova, 1990; Carmelo Cusumano (poesie di), La Mattana, Grafiche Fratelli Spirito, Savona, 1990; O. Mirbeau, Diario di una cameriera, Lo Sca­rasco, Torino, 1991; Isaac Bashevis Singer, Le distese del cielo, Guanda, Parma, 1991; Gianni Rodari, Il ragioniere a dondolo, Editori Riuniti, Roma, 1993; . Gianni Rodari, Perché i re sono re?, Editori Riuniti, Roma, 1993; Umberto Albini, Oroscopo; Claudio Tolomeo, Previsioni astronomiche, Emanuele Luzzati, Cieli e Pianeti; Collana "Epigoni", Francesco Pirella, Genova, 1993; Roberto De Simone, La tarantella napoletana, Benincasa, Roma, 1993; Andrea Stanisci, Aida, La Spada di Radames, Firenze, 1994; Pier Luigi Luisi, Selenio e i pirati etruschi, Nuove Edizioni Romane, Roma, 1994; M.W., Il secondo diario della salute, Erga, Genova, 1994; M.W., La notte delle fàvole, Erga, Genova, 1994; Meir Shalev, I racconti della Bibbia, Keter Pu­blisher, Gerusalemme, 1994; Vito Elio Petrucci, Favole senza tempo, Pirella, Genova, 1994; Matteo Maria Boiardo, Orlando innamorato, Scandiano, Comune, 1994; Gustavo Strafforello, La sapienza del mondo ovvero dizionario universale di tutti i popoli, Barboni e Tolozzi, Genova, 1994; Giusto e Ingiusto. lo e gli Altri, Genova, 1995 (due libri); Silvia Waugh, Occhi di bottone, Salani, Firen­ze, 1995; Uri Orlev, La bestia d'ombra, Salani, Firenze, 1995; Carlo Martigli, La fònte secca, Giunti, Firen­ze, 1995; Massimo Montanari, Il pentolino magico, La­terza, Bari, 1995; Isaac Bashevis Singer, Mazel e Schlimazel, Sa­lani, Firenze, 1995; Andrea Levi, Gli ebrei, lo e gli Altri, Genova, 1995; Mauro Biagioni, Enrica Bonamini, Il go/fò racconta. Storia della Spezia e del suo go/fò nar­rata ai ragazzi, Giacché, La Spezia, 1995; La giostra dei mestieri, Associazione per l'Auxilium, Genova, 1995; I colori della pace. Programma educativo per la pace e la intercultura, testi di Mario Salomo­ne, fotografie di Oliviero Toscani, Giunti, Fi­renze, 1996; Carlo Collodi, Pinocchio, Nuages, Milano, 1996; Giacoma Limentani, Anita Schaumann, Mi­drashim, antichi racconti ebraici dal giornale per noi, Adei Wizo, Roma, 1996; Tonino Conte, Genova, una città in venti sto­rie, Laterza, Bari, 1996; Sandro Bayini, El pomm - Stori liber del gran liber, Viemme Pierre, Milano, 1996; Prokofiev, Pierino e il lupo, adattamento di Dario Fo, De Agostini-Rizzoli Periodici, Mila­no, 1996, supplemento al n.12 di "Amadeus"; Piera Maldini, Rino Tacchella, (scritta da), Alexandria Liberata ovvero storia di un Papa, di un Imperatore, di un Libero Comune e... del Popolano Gagliaudo con la sua Mucca, Loft Art Tacchella, Alessandria, 1996; Gianni Rodari (testi di), Il teatro delle fila­strocche: laboratorio delle parole e della fàntasia, Editori Riuniti, Roma, 1996 (in al­legato un ed-rom); Il grande gioco di Urluberlù: laboratorio dei suoni e della musica, disegni animati di Ema­nuele Luzzati, resti di Tiziana Ferrando. Ro­ ma, Editori Riuniti, 1996 (in allegato un cd­rom); Tiziana Ferrando (testi di), Urluberlù ladro di suoni, Editori Riuniti, Roma, 1996 (con floppy disk: Urluberlù nell'antro del mago); Elio Giacone, Filastrocche nel prato e in cielo, schede didattiche a cura di Anna Maria Gerli, Il Capitello, Torino, 1996; Anna Maria De Chiara, Laura Galletti, La guida di Napoli per ragazzi, Liguori, Napoli, 1998; Carrol Lewis, Alice nel paese delle meraviglie, Nuages, Milano, 1998; Ermanno Detti, E quando cupa mezzanotte scocca, Firenze, Fatatrac, 1998; Alessandro Manzoni, I promessi sposi, Lecco, Beretta per Lecco, Iaber Spa, Gruppo Riello, 1999; Piera Maldini, Narrativa a teatro, Adas, Ber­gamo, 1999; Sandra Dal Pozzo, Anna Maria Morbiducci, La guida di Roma per ragazzi, Liguori, Napo­li, 2000 (in corso di srampa); Marina Bassani, Ombretta Camilla (titolo provvisorio), Franco Cosimo Panini, Mode­na, 2000 (in corso di stampa nella Collana "Le due lune"); Marina Bassani, Zeffirino Collo lungo (titolo provvisorio), Feltrinelli, Milano, 2000 (in corso di stampa). I cataloghi delle mostre Mara Fazio, Silvia Carandini (a cura di), Il si­pario magico di Emanuele Luzzati, Officina, Roma, 1980 (Catalogo della Mostra tenUta a Roma, Palazzo delle Esposizioni, nel 1980, e poi a Genova, Torino, Milano, Bergamo, Magdeburgo, Bologna); Il teatro come decalcomania. Le immagini di Emanuele Luzzati per la Tosse, La Casa Usher, Firenze, 1984 (Catalogo della Mostra tenuta a Genova nel 1984); Galleria d'arte Il Vicolo di Genova (a cura di), Lele Luzzati:figure incrociate. L'opera completa di un protagonista della grafica, La Casa Usher, Firenze, 1985 (Catalogo della Mostra tenuta a Pontremoli, convento della Ss. Annunziata, nel 1985); Susi Davoli (a cura di), Le mille e una scena. Teatro-Cinema-Animazione di Emanuele Luz­zati, Provincia di Reggio Emilia, 1990 (Cata­logo della Mostra tenuta a Reggio Emilia nel 1990); Silvio Ferrari (presentazione di), Guido Giubbini, Franco Sborgi, Tonino Conte, Gi­na Lagorio, Federico Marzinot e Nalda Mura (testi di), Emanuele Luzzati: le ceramiche (1950-1970), Costa & Nolan, Genova, 1991 (Catalogo della Mostra tenuta a Genova, Mu­seo d'Arte Contemporanea di Villa Croce, nel 1991); Attilio Valenti (a cura di), Luzzati e le favole, Coop Liguria, Genova, 1991 (Catalogo della Mostra tenuta a Genova nel 1991); Sergio Noberini (a cura di), Emanuele Luzza­ti. Le scenografie 1954-1992, Il Vicolo, Geno­v"a, 1992 (Catalogo della Mostra tenuta a Ro­vigo nel 1992); Giorgio Ursini Udii':, Andrea Rauch, Ema­nuele Luzzati. Scénographe, Union des Thé:ì­tres de I.:Europe, Parigi, 1993 (Catalogo della Mostra tenuta a Parigi, Centre Giorges Pom­pidou, nel 1993), Edizione italiana: Giorgio Ursini Udii': e Andrea Rauch, Emanuele Luz­zati. Scenografo, Tormena, Genova, 1996; Natasha F. Pulitzer (a cura di), Emanuele Luz­zati cantastorie: cinema e teatro, navi, libri e il­ lustrazioni, ceramiche, scene e manifesti, arazzi, stoffe e costumi, Coedizioni d'arte, Bassano del Grappa, 1994 (Catalogo della Mostra tenuta a Bassano del Grappa, Palazzo Agostinelli, nel 1994); . Sergio Nòberini (a cura di), Goffredo Fofi e Carmine De Luca (testi di), Emanuele Luzza­ti. lllustratore, Tormena, Genova, 1996 (Cata­logo della Mostra tenuta a Genova, Palazzo Ducale, nel 1996); Cristina Taverna (a cura di), Mario Monicelli (con un testo di), Campo dei miracoli, Nua­ges, Milano, 1999 (Catalogo della Mostra te­nuta a Venezia, Museo di Palazzo Fortuny, nel 1999); Fabrizio Montecchi (a cura di), teatro Gioco Vita (realizzazione del), Un mondo di figure d'ombra. Omaggio a Lele Luzzati, Press 80, Fi­renze, 1994 (Catalogo della Mostra tenuta a Piacenza, Chiesa di Santa Maria della Pace, nel 1994); Sergio Noberini e Rudolph Angermiiller (a cura di), l Mozart di Luzzati, Tormena, Ge­nova, 2000 (Catalogo della Mostra in corso a Salisburgo, Casa Natale di Mozart, 15 otto­bre 1999 - 1 maggio 2000); Sergio Noberini (a cura di), Emanuele Luzza­ti. Viaggio nel mondo ebraico, Genova, Torme­na, 2000 (Catalogo della Mostra in corso a Milano, Palazzo della Triennale, 20 gennaio ­12 marzo 2000). La filmografia (dati completi di tutte le voci in Emanuele Luzzati illustratore, Tormena, Genova, 1996) l due guerrieri (incompiuto). Regia: Giulio Ganini e Emanuele Luzzati; produzione: Gia­nini e Luzzati; origine: Italia 1957; Pulcinella: il gioco dell'oca (incompiuto). Re­gia: Giulio Gianini e Emanuele Luzzati; pro­duzione: Gianini e Luzzati; origine: Italia 1959; La tarantella di Pulcinella (pubblicità, inedi­to). Animazione: Giulio Gianini; disegno, scenografìa: Emanuele Luzzati; produzione: Gianini e Luzzati; origine: Italia 1959; l paladini di Francia ovvero il tradimento di Gano di Magonza. Regia: Giulio Gianini e Emanuele Luzzati; testo: Emanuele Luzzati, produzione: Gianini e Luzzati; origine: Italia 1960; Castello di carte. Regia: Giulio Gianini e Emanuele Luzzati; testo: Gianni Rodari; pro­duzione: Gianini e Luzzati; origine: Italia, 1962; La gazza ladra. Regia: Giulio Gianini e Ema­nuele Luzzati; Sinfonia da La gazza ladra di Gioacchino Rossini; produzione: Gianini e Luzzati; origine: Italia 1964; L'armata Brancaleone (titoli di testa per illun­gometraggio "dal vero" di Mario Monicelli). Animazione: Giulio Gianini; disegni, sceno­grafia: Emanuele Luzzati; produzione: Fair­Marceau; origine: Italia, 1966; LItaliana in Algeri. Regia: Giulio Gianini e Emanuele Luzzati; Sinfonia da LItaliana in Algeri e Temporale da Il barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini; produzione: Gianinì e Luzzati; origine: Italia, 1968; Alì Babà. Regia: Giulio Gianini e Emanuele Luzzati; testo: Emanuele Luzzati; produzione: Gianini e Luzzati; origine: Italia 1970; Brancaleone alle crociate (titoli di testa per il lungometraggio "dal vero" di Mario Monicel­li). Animazione: Giulio Gianini; disegno, sce­nografia: Emanuele Luzzati; produzione: Fair; origine: Italia, 1970; Il viaggio di MarcoP5lo. Regia: Giulio Giani­ni e Emanuele Luzzati; testo: Donatella,Zi­liotto; produzione: Rai -Radiotelevisione Ita­liana; origine: Italia, 1971; Pulcinella. Regia Giulio Gianini e Emanuele Luzzati; Sinfonia da Il Turco in Italia Gioacchino Rossini; produzione: Gianini e Luzzati; origine: Italia, 1973; Turandot. Regia: Giulio Gianini e Emanuele Luzzati; testo: Tonino Conte; produzione: Rai -Radiotelevisione italiana; origine: Italia, 1974; L'augellin Belvedere. Regia: Giulio Gianini e Emanuele Luzzati; testo: Tonino Conte; pro­duzione: Rai -Radiotelevisione italiana; origi­ne: Italia 1975; Il flauto magico. Regia: Giulio Gianini e Ema­nuele Luzzati, brani da Il flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart; collaboratori per le animazioni: Manfredo Manfredi, Jan Tr­mal; produzione: Thalia Film; origine: Au­stria, 1978; l tre fratelli. Regia: Giulio Gianini e Emanue­le Luzzati; testo: Tonino Conte; produzione: Tsi - Televisione Svizzera Italiana; origine: Svizzera, 1979; La donna serpente. Regia: Giulio Gianini e Emanuele Luzzati; testo: Tonino Conte; pro­duzione: Tsi - Televisione Svizzera Italiana; origine: Svizzera, 1979; La ragazza cigno. Regia: Emanuele Luzzati e J. Trmal; testo: Tonino Conte; produzione: Tsi - Televisione Svizzera Italiana; origine: Svizzera, 1980; La palla d'oro. Regia: Emanuele Luzzati e J. Trmal; testo: Tonino Conte; produzione: Tsi ­Televisione Svizzera Italiana; origine: Svizzera, 1980; L'uccelllo di fuoco. Regia: Giulio Gianini e Emanuele Luzzati; testo: Tonino Conte; pro­duzione: Tsi - Televisione Svizzera Italiana; origine: Svizzera 1981; Pulcinella e il pesce magico. Regia: Giulio Gia­nini e Emanuele Luzzati; testo: Tonino Con­te; produzione: Tsi - Televisione Svizzera Ita­liana; origine: Svizzera 1981; Il libro. Regia: Giulio Gianini e Emanuele Luzzati; testo e musica: Angelo Branduardi; produzione: Musiza; origine: Italia 1983; Concerto per gatti. Regia, sceneggiatura: Giu­lio Gianini; disegno, scenografia: Emanuele Luzzati; musica: Concerto per gatti di Gioac­chino Rossini; produzione: Gianini e Luzzati; origine: Italia, 1985; Contrappunto bestiale. Animazione: Giulio Gianini; disegno, scenografia: Emanuele Luz­zati; musica: Contrappunto bestiale alla mente di Adriano Banchieri; produzione: Gianini e Luzzati; origine: Italia, 1986; Jerusalem. Animazione: Giulio Gianini e Emanuele Luzzati; produzione: Tower ofDa­vid Museum of the History of Jerusalem; ori­gine: Israele, 1990; La casa dei suoni, da un libro di Claudio Ab­bado. Animazione: Giulio Gianini e Ema­nuele Luzzati; produzione: Flitz Buttenstedt, Boris Riaskov; cassetta in allegato a La Casa dei Suoni, supplemento al n. 4 della rivista mensile "Video Art Concerto".

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