Dopo il Palazzo dell'Opera del Duomo "I Sabati del Merletto" approdano a Palazzo Bisenzi
Dopo "Una Rosa per Orvieto", la mostra sbocciata in occasione dell'edizione 2024 di "Orvieto in Fiore" dalla collaborazione tra il Comitato Cittadino dei Quartieri e la Comunità del Merletto di Orvieto "Ars Wetana" che ha presentato gli elaborati fioriti delle comunità candidate per il riconoscimento dei saper fare il merletto italiano quale Patrimonio Immateriale dell'Umanità che aspira all'iscrizione nella Lista Rappresentativa della Convenzione Unesco del 2003, le differenti tipologie di filato e le diverse tecniche esecutive del merletto ad ago, a fuselli, a macramè, a modano o a uncinetto trovano degna rappresentanza nell'iniziativa "I Sabati del Merletto".
È stato così per l'intera giornata di sabato 5 ottobre che ha richiamato nella Sala Urbani del Palazzo dell'Opera del Duomo di Orvieto l'Associazione "Bolsena Ricama", l'Associazione "Il Merletto nella Città di Piero della Francesca" Aps di Sansepolcro, il Centro Italiano Femminile di Chiavari, l'Associazione Culturale "Bella Nina" di Rapallo - Sezione di Camogli. È nella continuità di una comunione di intenti che dal 2014 si sono tessute – è il caso di dirlo – le maglie di una rete impegnata a portare avanti il processo di candidatura, con il coordinamento tecnico e scientifico di Elena Sinibaldi del Servizio II – Ufficio Unesco del Segretariato Generale del Ministero della Cultura.
Orvieto ne fa parte insieme a Tuoro sul Trasimeno e San Feliciano, frazione di Magione, per quanto riguarda l'Umbria. Unica rappresentanza del Lazio, Bolsena. E ancora le comunità di Varallo, Cuneo, Sampeyre per il Piemonte, Cant per la Lombardia e ancora Venezia, Mestre, Isola di Burano, Isola di Pellestrina, Chioggia in Veneto, Gorizia in Friuli Venezia Giulia, Chiavari, Rapallo-Portofino-Camogli, Santa Margherita Ligure e Genova in Liguria, Bologna, Forlì e Meldola in Emilia Romagna, Sansepolcro e Anghiari in Toscana, Offida nelle Marche, L'Aquila in Abruzzo. Al Sud Isernia (Molise), Latronico (Basilicata), Maglie (Puglia), Mirabella Imbaccari (Sicilia) e Bosa (Sardegna).
Le creazioni dell'Associazione Culturale Femminile "P.Es.Co." di Tuoro sul Trasimeno e della Società Economica di Chiavari saranno esposte sabato 12 ottobre in un analogo ambiente prestigioso del centro storico nelle sale affrescate di Palazzo Bisenzi – abitato nei secoli dalla Famiglia Albani e poi dai Negroni, i Marchesi Missini (attraverso il matrimonio di Teresa Negroni, figlia della Contessa Camilla Bisenzi, vedova Negroni, con il Marchese Giampietro Giberti Missini) e da ultimo ai Conti Macioti Giberti – dove soggiornò anche Sigmund Freud. Il contesto è quello della 13esima edizione delle Giornate FAI d'Autunno. Sabato 19 ottobre, infine, spazio all'Associazione Culturale "La Foce" di Bosa e all'Associazione Culturale "Fili e Spilli" - Scuola di Merletto di Forlì e Meldola.
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