"Le Meraviglie dell'Alfina", scatto dopo scatto alla scoperta del dialogo tra l'uomo e la natura
Sono le mani le vere protagoniste della mostra "Le Meraviglie dell’Alfina alla scoperta delle Bellezze Naturali. La Natura è un bene prezioso come la Pace". Le mani ruvide di chi conosce il lavoro, la fatica e la preoccupazione per un inutile tentativo di controllo sulla natura. Un concetto che, sfumando la poesia del contesto bucolico, assume significato soprattutto quando si verificano fenomeni inaspettati, imprevedibili e incontrollabili per l’uomo.
Momenti nei quali il dialogo tra l’uomo e la natura si interrompe o, meglio, diventa incomprensibile, soprattutto per le conseguenze che assumono il volto della miseria, della distruzione e a volte anche quello della morte. È il celato rovescio dell’esposta moneta della mostra fotografica, ideata e curata da Maria Assunta Pioli, che rimarrà aperta dalle 9 alle 19 nella Chiesa di Sant'Agostino di Castel Viscardo per tutto il periodo delle festività natalizie, fino a domenica 8 gennaio.
Mostra che è stata patrocinata dal Comune di Castel Viscardo, dal Comune di Castel Giorgio e dall’Unità Pastorale San Pancrazio Martire. Ad illustrare il percorso che si compone di ricordi in sembianza di immagini, ma anche di realismo definito da attrezzi di passata vita agreste, arricchita dalla fantasia dei disegni dei bambini, è la stessa curatrice della mostra, appassionata fotografa nonché volontaria della Croce Rossa Italiana – Comitato di Orvieto.
Accanto a lei, di fronte all’ingresso, per i più attenti è stato posto un pannello descrittivo della storia e della geografia dell’Alfina, tratto da uno studio di Silvio Manglaviti. Maria Assunta Pioli, nel raccontare l’esposizione, non nasconde di aver risposto positivamente a quel bisogno di immortalare paesaggi e dettagli del suo territorio già dagli anni ’90. E mentre racconta dei luoghi ai quale si sente legata, ecco che il visitatore scorge quei contesti naturalistici, volti e tradizioni che caratterizzano il territorio.
Caratteristiche - ad ogni territorio le proprie - che danno a chi vive intensamente un luogo quel sapore di familiarità ed autenticità. Elementi che rendono riconoscibile un contesto ma che, soprattutto in un racconto fotografico, si mostrano nel proprio inevitabile divenire. Momenti differenti a confronto, tra ieri ed oggi, tra quel bimbo immortalato su pellicola a tu per tu con un coniglio e un immaginario flash digitale da cellulare su quello che rimane di quel dialogo tra l’uomo e la natura.
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