Un salire, senza arpioni né funi

Duomo di Orvieto, facciata
"Chi è - si chiede la scrittrice e docente di Storia della Chiesa Adriana Valerio - la giovanissima ragazza ebrea proveniente da un piccolo paese della Galilea che divenne la madre di Gesù? Oggetto di culto e devozione senza pari, la figura di Maria di Nazareth nel corso dei secoli è stata al centro di interpretazioni spesso lontane da quanto raccontano le esili tracce presenti su di lei nei vangeli canonici. Dai vangeli agli scritti apocrifi, dai dogmi al culto delle apparizioni, l’immagine di una donna dalla forte carica eversiva".
Una cosa è certa: Luca presenta la Madre di Dio come la donna dell’inizio, sia della vita di Gesù (Lc 1,34) sia della nascente Chiesa di Gerusalemme (Atti 1,14). Lei è stata portatrice di una logica nuova, quella di Dio. L’ombra che ricopre Maria indica il mistero stesso del Creatore che fa trasparire la sua luce in tutte le cose, senza far vedere il sole nascosto dietro le nubi. Nei vangeli ella si affidò non senza timori, rispondendo al progetto di Dio con un’espressione che rischia di essere banalizzata: "Ecco la serva del Signore, accada a me secondo la tua parola". Ma cosa significano queste parole? Che Maria fa spazio all’energia divina che ha la forza di trasformare ogni cosa, di capovolgere la visione del mondo e del futuro, di creare e rigenerare i rapporti tra le persone. Maria ha vinto l’abitudine, l’apatia, la rassegnazione, il subdolo rimandare, la rassicurante auto-giustificazione che svuota di senso la vita.
Mariangela Gualtieri
Maria insegue un sogno, crede che i potenti saranno rovesciati dai troni e chi è stato umiliato potrà ritrovare la sua dignità, crede che giustizia e pace trionferanno. Maria crede nella felicità perché ha custodito un sogno che gli stolti e gli arroganti volevano distruggere. Maria ha saputo esultare di gioia e di vittoria perché ha creduto che niente potesse essere insormontabile, irrealizzabile. Maria fece sue, prima che fossero pronunciate, le parole della poetessa Mariangela Gualtieri: "Dietro le palpebre c’è vastità di altissime cime, e sopra le cime ancora un salire senza chiodi né arpioni senza neanche un’ala o una fune".
Maria aspettava il compimento della promessa "più che le sentinelle attendono l’aurora" (Salmo 129), sicura di non rimanere delusa. In lei si riconoscevano quelli che nella Bibbia vengono definiti i ‘poveri’, e cioè coloro che non solo si affidano a Dio ma che annunciano il sovvertimento delle logiche del mondo. Per lei la fede non è stata accettazione passiva, sottomissione, ma desiderio di cambiamento, di rinnovamento, di superamento di ciò che è vecchio e morente.
Maria non invocava Dio per superare paure e angosce, per riempire i suoi vuoti interiori, ma scendeva dentro quelle paure, quelle angosce e quei vuoti per sperimentare Dio. Maria è stata Signora e non serva. Maria è stata la ‘ruah’, il respiro di Dio, il vento e il fuoco che irrompeva nella storia. Maria è stata il roveto ardente che bruciava e non si consumava. Maria è stata il modello di quell’umanità nuova che priva di potere personale ha vissuto la propria vita con fiducia e speranza.
Dormizione di Maria
Ecco perché Maria va in cielo, non perché è purissima, castissima, quasi divina, ma va in cielo perché ha ascoltato una semplice parola e questa parola l’ha abitata, l’ha fatta persino generare, le ha aperto il mondo, la vita, la storia, i cieli, la terra…tutto. A quella parola si è affidata anche quando non la capiva e, non capendola, la meditava nel segreto del suo cuore, perché dentro una relazione di fede anche ciò che non si comprende è causa di gioia. Maria non era una dea, ma una donna che senza fare conti ha amato e Dio ha trasformato questo suo amore in vita, come diceva Sant’Agostino: "Maria, ha generato prima nel suo cuore che nel suo ventre".
Ma la cosa più incredibile è che fu lei a rendere possibile all’uomo ciò che era possibile a Dio, testimoniando che nulla è impossibile in chi ama. Maria questo l’ha compreso e, invece di morire, si è addormentata per entrare in quella pienezza che si era conquistata proprio con il suo amore.
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