cultura

La "Decade Kantiana" orvietana (e italiana) decolla e si trasferisce al Palazzo del Popolo

giovedì 8 dicembre 2016
La "Decade Kantiana" orvietana (e italiana) decolla e si trasferisce al Palazzo del Popolo

Giovedì 1° dicembre di prima mattina la magnifica Sala dei Quattrocento del Palazzo del popolo di Orvieto era già affollata di studenti delle classi terminali degli istituti superiori della città. Ma sparsi qua e là, oltre ai docenti accanto alle loro classi, si potevano notare anche non pochi cittadini. Sala piena, allegra, colorata, e ordinata, divenuta subito attenta non appena l’incontro ha avuto inizio. Un ambiente diverso da quello dello scorso anno, pure bello e confortevole, il più importante della città, magnifico per storia, sontuosità, e capienza. Un ambiente necessario per rispondere al salto di qualità pensato dagli organizzatori.

Al tavolo della presidenza, accanto al Presidente Unitre di Orvieto M° Riccardo Cambri e all’ideatore e coordinatore dell’evento prof. Franco Raimondo Barbabella, c’erano due relatori d’eccezione: il prof. Luciano Dottarelli, docente di Filosofia nelle scuole superiori della provincia di Viterbo e Presidente del Club Unesco Viterbo Tuscia, ed il prof. Massimo Donà, ordinario di Filosofia Teoretica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

Era l’incontro del secondo anno della “Decade kantiana” orvietana, e a quanto risulta italiana, proposta dal prof. Franco Raimondo Barbabella e accolta dal M° Riccardo Cambri e da Unitre in analogia con la “Kant Decade” lanciata in Germania dall’associazione degli ex parlamentari del Bundestag e dall’Accademia delle Scienze di Berlino per celebrare il trecentesimo anniversario della nascita di Immanuel Kant che cadrà appunto nel 2024.

La formula era la stessa dello scorso anno: su un tema attinente al pensiero di Immanuel Kant gli studenti delle classi terminali delle scuole superiori, sotto la guida dei loro docenti di filosofia, elaborano riflessioni e domande che poi presentano ai relatori tenendo anche conto delle lezioni che questi sono incaricati di svolgere sul tema scelto da una commissione. Per quest’anno: “Dopo Kant, che cosa intendiamo oggi dicendo metafisica?”, un tema di grande interesse nel panorama del dibattito filosofico degli ultimi due secoli e vivo oggi più che mai non solo in ambito strettamente accademico.

Ci si chiedeva se un tema così difficile per natura e portata fosse stato gradito dagli studenti. La risposta è stata straordinaria: ben 15 interventi, tutti personalizzati e padroneggiati perfettamente, hanno dimostrato che nelle nostre scuole le sfide culturali sono non solo possibili ma rappresentano il livello giusto per dare senso al lavoro di ogni giorno anche dei docenti.

Alla presenza iniziale dell’Assessore all’istruzione del Comune di Orvieto dott.ssa Cristina Croce, ha introdotto l’incontro il Presidente dell’Unitre di Orvieto, il M° Cambri, il quale, dopo aver ringraziato i relatori, il coordinatore dell’iniziativa, l’Assessore Croce e il Sindaco Germani, gli studenti, le DS Busà e Struzzi e i docenti di filosofia, ha anche letto la bella lettera con cui il Presidente nazionale Unitre, prof. Gustavo Cuccini, ha lodato l’iniziativa orvietana auspicandone la continuità e assicurando ad essa il sostegno suo personale e della stessa Unitre nazionale.

Di seguito ha preso la parola il prof. Franco Raimondo Barbabella, che con una serie di slides ha presentato per l’essenziale il contesto in cui è maturata l’opera kantiana e le ragioni della scelta del tema di quest’anno collocandolo all’interno del dibattito filosofico contemporaneo. Al termine ha ringraziato a sua volta sia il M° Riccardo Cambri e l’Unitre che le scuole che, ha detto, hanno lavorato con straordinaria passione e competenza, e ha presentato i due relatori illustrandone l’opera in generale e con riferimento al tema.

La prima relazione è stata quella del prof. Luciano Dottarelli, che ha studiato a fondo il pensiero kantiano dedicandogli interessanti pubblicazioni alle quali ha anche fatto riferimento nel corso della sua prolusione. In particolare, ha sostenuto la tesi che è falsa la vulgata secondo cui Kant sarebbe il distruttore della metafisica, quando invece il suo assillo fu sempre la fondazione della metafisica come scienza, liberandola tuttavia dall’idea della conoscibilità di ciò che prescinde dall’esperienza e dunque intendendo la metafisica come ontologia, scienza dell’essere in quanto essere alla maniera aristotelica.

È intervenuto di seguito il prof. Massimo Donà, autore di una sterminata produzione di pubblicazioni che non solo testimoniano della vastità dei suoi interessi culturali combinati con quelli strettamente filosofici, ma lo collocano tra i punti di riferimento possibili nel panorama della riflessione su ciò che è da intendere oggi per metafisica nella sua veste di ontologia. Il prof. Donà ha svolto una bella lectio magistralis a partire dalla lettura di un passo della “Critica della ragion pura”, quello in cui Kant presenta l’intelletto umano come un’isola, una terra della verità circondata dal mare dell’apparenza, sviluppando da qui un denso e coinvolgente ragionamento sull’intrascendibilità del rapporto individuale-globale, sul perché kantianamente non possiamo accontentarci del fenomenico, che ha letteralmente affascinato gli studenti e tutti gli uditori.

A questo punto è intervenuto il sindaco Giuseppe Germani, che non si è limitato a portare il saluto suo e dell’Amministrazione comunale facendo i complimenti agli organizzatori per l’organizzazione dell’evento, ma ne ha sottolineato la portata nel quadro della vocazione culturale e formativa della città, impegnandosi anche a sostenerne la prosecuzione negli anni a venire.

Sono seguiti poi gli interventi degli studenti che, come si è detto, sono stati numerosi e di qualità davvero elevata, frutto di un lavoro attento e intelligente svolto a scuola e riferito con capacità sia di pensiero che di linguaggio da ciascuno di essi. Le magnifiche e puntuali risposte dei due relatori non possono essere qui riferite ma sono state di spessore non minore delle loro relazioni introduttive. A conclusione della manifestazione, sia il presidente Cambri che il prof. Barbabella, oltre a ringraziare sentitamente i relatori, le scuole e le istituzioni, si sono impegnati a sviluppare questa iniziativa al massimo livello possibile, confortati anche da suggerimenti di ulteriore ampliamento che nel frattempo sono venuti dagli stessi relatori.