Restauro ultimato, San Michele e il drago tornano sulla facciata del Duomo
L'allestimento delle impalcature è già iniziato. San Michele Arcangelo e il drago, invece, arriveranno solo in settimana. La scultura in bronzo che tornerà ad impreziosire la facciata della cattedrale di Orvieto – rimasta spoglia dal 2002 – è, in realtà, una copia. Ultimato il lungo e necessario intervento conservativo, l'originale troverà posto nella sale del Museo dell'Opera del Duomo, dove è già conservato da tempo l'originale in marmo di Vincenzo Pacetti dell'altra statua, raffigurante un angelo custode, che rifinisce la cuspide destra.
L'asimmetria cesserà domenica 28 settembre, quando sull'estremità che incornicia la porta laterale di sinistra sarà ricollocata una copia in resina pigmentata della scultura con l'arcangelo che fende l'aria con la spada mentre punta il piede sul drago, fusa in bronzo da Matteo Ugolino da Bologna (1356), subentrato a Nino Pisano come capomastro della Fabbrica della Cattedrale, sul modello di Andrea di Cecco da Siena. Un simbolo, tra i tanti di cui è disseminata la facciata, a protezione della chiesa e della comunità stessa.
Al centro, resta l'Agnus Dei anch'esso fuso in bronzo da Matteo da Bologna (1352). Sotto: l'Angelo, il Leone, l'Aquila e il Bue. Emblemi rispettivamente degli evangelisti Matteo, Marco, Giovanni e Luca. La copia del bronzo trecentesco collocata in situ sarà inaugurata alle 10.30 nel corso di una cerimonia di benedizione presieduta da monsignor Benedetto Tuzia, vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi, a cui parteciperanno anche i rappresentanti della Polizia di Stato, di cui San Michele Arcangelo è patrono.
La data scelta per la presentazione al pubblico del restauro e della riproduzione fisica della statua originariamente collocata sulla facciata della cattedrale è invece quella di lunedì 29 settembre, festività di San Michele Arcangelo. Alle 10 a Palazzo Soliano, nella sede del Modo Museo Emilio Greco, si terrà un incontro nel corso del quale verranno ripercorse le vicende storiche e conservative dell’opera, approfondendo gli aspetti tecnico-scientifico del lungo e complesso intervento di restauro e del progetto di riproduzione fisica e musealizzazione, con particolare attenzione ai contenuti di innovazione e sostenibilità.
Accanto al presidente dell'Opera del Duomo Francesco Venturi, sono attesi il vescovo Benedetto Tuzia, il sindaco Giuseppe Germani, il direttore dell'Istituto superiore per la conservazione e il restauro Gisella Capponi, il direttore per i beni culturali e paesaggistici dell'Umbria Francesco Scoppola, la soprintendente Bap dell'Umbria Anna Di Bene e il soprintendente Bsae dell'Umbria Fabio De Chirico. Interverranno poi Alessandra Cannistrà (Museo dell'Opera del Duomo), Maurizio Damiani (direttore coordinatore della Soprintendenza Bap dell'Umbria), Roberto Ciabattoni (Iscr - Laboratorio di fisica), Paola Donati (Iscr - Laboratorio di restauro manufatti metallici), Gerardo De Canio (Enea - Centro Ricerche Casaccia).
Avviato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Storico Artistici dell’Umbria, il restauro è stato curato infatti dai tecnici e restauratori dell'Istituto superiore per la conservazione e il restauro di Roma. Il progetto di riproduzione fisica dell’opera attraverso un prototipo digitale ottenuto dal rilievo tridimensionale è stato portato avanti parallelamente. L’Enea ha effettuato la progettazione dei sistemi di ancoraggio interni ed esterni per il riposizionamento sulla facciata della copia – un calco ottenuto da un modello realizzato con tecnica 3D – e il progetto dei sistemi di ancoraggio del basamento antisismico della statua originale.
"Come già sperimentato in occasione della riproduzione del gruppo scultoreo della Maestà – spiega l'avvocato Francesco Venturi, presidente dell'Opera del Duomo – ci si è avvalsi della collaborazione delle più alte istituzioni e professionalità nell’ambito del restauro e della ricerca scientifica, come Iscr ed Enea, affidando poi alle competenze del Laboratorio Arte e Mestiere e della Fluimac di Roma la realizzazione, rispettivamente, della copia e della struttura espositiva per l’originale. Si deve inoltre all’Enea e in particolare al gruppo di progettazione dell’ingegner Gerardo De Canio il contenuto di innovazione studiato per la musealizzazione della statua trecentesca".
Questa ora verrà esposta all’interno del Modo - Palazzi Papali su un basamento dotato di un dispositivo per la prevenzione anti-sismica, analogo a quello che l’Enea ha di recente applicato per mettere in sicurezza i Bronzi di Riace. Se ne è parlato anche in occasione del "Salone del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali" di Ferrara, nell'ambito del quale vengono presentate le più innovative tecnologie per la salvaguardia e il recupero del patrimonio culturale.
"La statua bronzea di San Michele Arcangelo della facciata del duomo di Orvieto e la pala di Paciano di Luca Signorelli. Il restauro tra didattica e fruibilità: due casi emblematici" è stato il titolo del convegno al quale hanno preso parte i ricercatori Enea impegnati nel progetto e nella realizzazione dei basamenti antisismici in marmo per il gruppo scultoreo dell’annunciazione di Francesco Mochi, e della statua bronzea di S. Michele Arcangelo da esporre nel Museo dell'Opera del Duomo. Come noto, la Soprintendenza ha affidato all'Enea anche uno studio per la valutazione della vulnerabilità sismica del Duomo di Orvieto e degli interventi per la sua messa in sicurezza.