cronaca

Morte di Gigi Pelliccia, il cordoglio delle istituzioni e di chi lo ha conosciuto

giovedì 18 luglio 2024

In tanti hanno voluto ricordare Luigi Pelliccia, storico fondatore della emittente locale Rtua Aquesio, nel giorno della sua scomparsa, avvenuta proprio alla vigilia del suo 84esimo compleanno. Una grande attestazione di vicinanza alla famiglia a testimonianza di quanto la comunità orvietana e non solo ha voluto bene a Gigi.

"Orvieto perde un vero e proprio custode della memoria collettiva"
Roberta Tardani, sindaco di Orvieto

Con la morte di Gigi Pelliccia la nostra città perde un vero e proprio custode della memoria collettiva. Una notizia che l’intera città ha appreso con profonda tristezza e commozione. Con la sua telecamera sempre in spalla, Gigi ha raccontato per anni le storie, le sfide, i successi, i pregi e i difetti della nostra comunità diventando una voce inconfondibile per gli orvietani. La ‘sua’ televisione, il suo modo di fare televisione così semplice e diretto, per anni ha svolto una autentica e insostituibile funzione sociale anche per l’amministrazione comunale. Non possiamo infatti non ricordare come sia stato proprio Gigi Pelliccia con la sua tv a portare nelle case degli orvietani i lavori del consiglio comunale avvicinando la politica alla gente e rendendo le istituzioni più trasparenti. Ci mancherà la sua figura ma siamo convinti che lo stesso spirito e la curiosità che lo hanno guidato in questi anni continuerà nel lavoro dei figli che ne hanno raccolto il testimone. Alla famiglia vadano dunque le più sentite condoglianze da parte dell’amministrazione comunale e dell’intera città di Orvieto.  

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"Gigi Pelliccia ha portato il Consiglio Comunale nelle case degli orvietani"
Stefano Olimpieri, presidente del Consiglio Comunale di Orvieto

"Con Rtua Aquesio Gigi Pelliccia ha portato il Consiglio Comunale nelle case degli orvietani contribuendo alla trasparenza delle istituzioni e alla crescita della nostra comunità. Ricordo la sua empatia, la professionalità e l'importantissima funzione che ha svolto anche per le istituzioni cittadine. Un lavoro che rappresenta oggi una preziosa memora storica per la città e per il Consiglio Comunale e che ritengo debba essere valorizzato per creare un vero e proprio archivio della massima assemblea cittadina. Gigi Pelliccia è stato un maestro per tanti suoi colleghi ma soprattutto per i figli che stanno proseguendo in maniera più moderna e contemporanea la strada intrapresa dal padre, di cui devono essere fieri. A loro e alle loro famiglie va l'ideale grande abbraccio di tutto il Consiglio Comunale e della città intera".

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"Lo ricorderemo per il suo essere costantemente a disposizione del prossimo e per il servizio reso alla comunità"
Andrea Taddei, presidente dell'Opera del Duomo di Orvieto

Con profondo cordoglio, a nome mio e dei membri del Consiglio d'Amministrazione dell’Opera del Duomo di Orvieto, rivolgono le più sentite condoglianze alla Famiglia Pelliccia per la scomparsa del caro Luigi. Gigi rappresentava per tutti una figura di grande valore etico e morale nel suo impegno costante per l’informazione libera e soprattutto capace di raggiungere tutti, sempre al servizio del bene comune. Lo ricorderemo con grande affetto per il suo essere costantemente a disposizione del prossimo e per il servizio reso alla comunità che in molte circostanze è stato prezioso anche per la diffusione dell’attività dell’Opera del Duomo di Orvieto. Alla moglie, ai figli e ai nipoti, giunga la vicinanza di tutta la Fabbriceria Orvietana. Gigi resterà indelebilmente nei cuori di quanti hanno avuto l’onore di conoscerlo e di condividere con lui molti momenti importanti.  

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"Un esempio luminoso di come ciascuno di noi, nel proprio piccolo, possa fare la differenza"
Gabriele Anselmi, presidente Scuola Comunale di Musica "Adriano Casasole" di Orvieto

La Scuola Comunale di Musica "Adriano Casasole" di Orvieto si stringe in un profondo abbraccio alla Famiglia Pelliccia per la morte dell’indimenticabile Luigi. Gigi è stato un esempio di altruismo e generosità, dedicando la sua vita al servizio degli altri e della comunità. Pelliccia con la sua telecamera è stato per oltre 40 anni un amico immancabile delle iniziative e dei concerti della Scuola Comunale di Musica. Grazie a lui è stato possibile diffondere il lavoro dei docenti e la crescita di tante generazioni di allievi. Oltre all’attività televisiva, Gigi ha lasciato un segno indelebile anche nella musica orvietana: con il suo negozio di strumenti e impianti musicali, uno dei primi aperti nel nostro territorio, ha dato la possibilità a molti giovani di dare vita al loro sogno. La morte di Luigi Pelliccia ci lascia un’eredità di valori e di azioni concrete che continueranno a ispirare molti. La sua vita è stata un esempio luminoso di come ciascuno di noi, nel proprio piccolo, possa fare la differenza.

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"Grazie, Luigi. Ci mancherai"
Riccardo Cambri, presidente dell'Università delle Tre Età di Orvieto

L'Unitre di Orvieto si stringe attorno alla Famiglia Pelliccia per la perdita dell’indimenticabile Luigi. Uomo di raro ingegno e di straordinaria bontà, ha documentato, con costanza ed altissimo senso civico, gli accadimenti e i fatti di storia, cultura e tradizione della nostra comunità. L’Unitre aveva con la sua emittente televisiva un rapporto di collaborazione che ci ha permesso di conservare e rendere accessibile a tutti, e in ogni momento, buona parte della nostra programmazione culturale. Grazie, Luigi. Ci mancherai.

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"Ci ha lasciati anche il nostro Gigi"
Franco Raimondo Barbabella

Ci ha lasciati anche il nostro Gigi per il suo ultimo viaggio, sicuramente verso i Campi Elisi. Non può essere diversamente, lui solo là può andare, là ha il suo posto riservato. Ho voluto molto bene a Gigi e lo ho molto stimato. Sentimenti ricambiati. Una lunga frequentazione in situazioni diverse: lui inventore della tv verità, che con la sola presenza della telecamera in Sala Consiliare produceva l'effetto di chilometrici consigli comunali, esibizioni di muscoli verbali che hanno riempito una stanza intera di videocassette (chissà che fine avranno fatto?!); lui impiegato della Provincia, distaccato al Liceo Majorana come tecnico di laboratorio, non il suo mestiere ma un "mestiere" imparato rapidamente, cosicché anche in quel compito ha dato il meglio di sé, competente, intelligente, disponibile, corretto, utile (trasformò il suo locale-ufficio in centro attrezzato per la soluzione di problemi sia di elementare che di raffinata tecnologia); lui giornalista, pronto ad accendere la telecamera per una dichiarazione che voleva raccogliere per il suo telegiornale, formula unica e irripetibile di giornalismo locale (Rtua Aquesio è semplicemente storia); lui semplicemente Gigi, che amava le occasioni di incontro, le feste, lo stare insieme con simpatia e spirito amicale. E sempre quel “professo’, allora che si dice?” formula con cui sollecitava un giudizio su qualcosa che era accaduto e su cui si aspettava una reazione, un giudizio, che poi accettava senza replicare o al massimo con la sua altra espressione “è la solita”. Se ne è andato e lascia un vuoto nel tessuto civile della nostra comunità. Siamo stati insieme poco tempo fa, in occasione del compleanno di un comune amico. Stava male, ma era nel suo ambiente, tra amici. Lo accompagnava il nipote, un bel gesto d’amore. Per la prima volta il suo ragionare sempre lucido esprimeva un velo di tristezza. Capivo e anche io sentivo quel velo. Te ne sei andato. Ciao Gigi, hai vissuto intensamente la vita della tua comunità, la comunità aquesiana, hai lasciato un bel segno di presenza civile. Hai dato, con generosità e modestia autentica. Ricordo la tua ritrosia, il tuo imbarazzo, come se ti stessi chiedendo “ma che ho fatto mai?!”, nel ricevere l’Attestato di benemerenza che con Pier Luigi Leoni e altri amici ti conferimmo come UniPopTus - Università Popolare della Tuscia il 14 dicembre del lontano 2012 per il contributo che hai dato alla vita civile della nostra comunità. Era la modestia di una persona di valore. Sei stato un cittadino di valore. Spero che non solo Orvieto ma l’intero territorio aquesiano te lo riconoscano. Buon viaggio amico mio! Vicinanza affettuosa a tutti i tuoi familiari.

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"Stiamo insieme per ricordarlo"
Giorgio Santelli

Giggi Pelliccia (rigorosamente con due g), a Orvieto, è stato il mio primo "capo". Quando arrivai, nell'89, cominciai a lavorare con lui. Tele Aquesio aveva un accordo con il PCI che, probabilmente, drenava un po' di pubblicità. Arrivavo da Milano e Filippetti e Galanello mi chiesero di dare una mano alla tv. Lui, libero, mi guardava di sottocchio quasi fossi una sorta di controllore. Io, tutto precisino come ero allora, volevo fare un tg "normale". Ma la normalità non andava d'accordo con Giggi. Gli chiedevo l'orario di messa in onda e mi guardava perplesso dicendomi "dalle 20 in avanti ogni minuto è buono". Lo vedevo leggere il Tg a suo modo, con la classica drop estiva che fornivano dal terzo guardie. Ero estasiato e turbato, nello stesso tempo, per come raccontava le notizie. Non commentava. Era giornalismo anglosassone, ma l'espressione diceva tutto. Provò a mettere una conduttrice. Ma durò poco. Quella sera me la ricordo come oggi. Io a vedere il tg, lei che comincia a leggere le notizie, lui dietro la telecamera. Poi un colpo di tosse della letteice... Un altro e un altro ancora. Può capitare. Si spegne la telecamera ma non l'audio. Si sente fuori campo la voce di Giggi. "Ma che hai? La tubercolosi?". Poi silenzio. Uno, due, cinque 10 secondi. Si riaccende la telecamera. La conduttrice tossisce appoggiata al simbolo di tele aquesio sullo sfondo. Poi stop. Si spegne tutto per altri 10 secondi. Fino a quando si riaccende nuovamente e Giggi appariva in video: "Come avrete potuto vedere abbiamo avuto dei problemi. Ora continuiamo con le notizie". Era la tv bellezza! Prima del tg, ogni sera, arrivava l'uomo del Partito: il Drago. E mi chiedeva quali fossero le notizie. Le guardava e poi diceva: "questa si, questa no, questa pure, questa si". Una sorta di censura. I battibecchi erano continui tra loro due e Pelliccia trionfava sempre. Le notizie si davano! "Dai, che famo incazzà il Drago" - mi diceva. Cosí divenni, per lui, da ipotetico controllore a complice! La sera, a fine tg, mi ricordo che chiudeva sempre con le informazioni di servizio. Quello era un periodo in cui ce l'aveva con un'azienda che aveva fatto pubblicità ma che non aveva ancora pagato la fattura. Il "cattivo pagatore" gli rispondeva "oggi passo" ogni giorno. Ma non passava mai. Mi ricordo le sue telefonate per ricordare al cliente l'insoluto. Le piccole tv campano di pubblicità. Quella sera, prima del tg, mi disse. "Santè, vedrai che domani passano. E rideva". E cosi lui, con una tranquillità serafica e in diretta a fine Tg, richiamò il cliente in diretta: "ricordiamo a "XY" che ancora non è passato a saldare la fattura". E il giorno dopo il cliente passò davvero! La mia esperienza con lui non durò molto. Ma ci vedevamo spesso in giro per la città. Ci ritrovammo anche ad una manifestazione a difesa della Rai servizio pubblico, al tempo dei professori. Gridava, sotto viale Mazzini con altri,  "Vi stanno chiudendo l'azienda e non vi siete accorti". E a quel punto io e Stefano Corradino perdemmo i nostri nomi e cognomi, per lui io ero Articolo 21 e Stefano Articolo 22. Vivevo a Roma quando ci fu lo switch per cui la tv analogica divenne digitale. Tornai a casa la sera sintonizzai i canali sul decoder e al numero 1 ci stava RTUA Aquesio. A Roma. Nella Capitale. Lo chiamai e glielo dissi. Rideva come un bambino. Se ne va davvero, con Giggi, un pezzo di storia della città e della radiofonia italiana e una delle prime tv private, fatte entrambe da Giggi che stendeva i cavi nei campi passando all'Itelco a chiedere "aiuto". Mi piace immaginarlo come lo ha immaginato Roberto Conticelli. Per noi è e sarà polvere alla polvere. Per lui etere nell'etere. Faccio una proposta a tutti gli amici e colleghi. Dobbiamo stare tutti insieme una sera, per ricordarlo e immaginarci qualcosa dedicata a lui. Ma non penso ad una via o ad una piazza, a qualcosa di statico. Pensiamo a qualcosa che sia vivo, sorridente, forte, innovativo, dirompente, sornione. Come lui, insomma! Buon viaggio "on air" Pelliccia! E un forte abbraccio alla famiglia.

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"Pelliccia c'è?"
Marco Sciarra

"Attendiamo l’arrivo di Pelliccia e poi iniziamo il Consiglio Comunale" era la frase che più di una volta ho sentito e che dà, a mio avviso, la misura della lungimiranza, dell’intuizione e dell’attaccamento al territorio di un uomo. Prima la radio, poi la televisione, con un occhio sempre vicino alla gente e l’inseparabile camicia a maniche corte. E l’ingresso delle telecamere nei consigli comunali, tanto da modificarne perfino il paradigma. Ma anche il Pelliccia privato, con un patrimonio di aneddoti di varia umanità, anzi, di OGNI umanità. Perché per lui tutti erano degni di stare sia “a vejia” che davanti alla sua telecamera, da Pio Ilice con le sue previsioni del tempo alle star di Hollywood incontrate in varie occasioni, come per la cerimonia per l’acquisto della Metro-Goldwyn-Mayer da parte di Giancarlo Parretti, quando, nella Sala Consiliare che era il suo secondo ufficio, si fece registrare per la testata «TeleLecco». Sornione ma mai distratto, ironico all’inverosimile, antidivo per eccellenza col suo pandino multitasking, mancherà. Mancherà davvero, perché era (è) entrato nei modi di dire di Orvieto e di un vastissimo territorio, come Ferrarelle è il nome di ogni acqua effervescente naturale o Scottex quello di qualsivoglia carta da cucina, noi continueremo a chiedere se le emittenti locali si sono interessate ad un evento semplicemente chiedendo "Pelliccia c’è?". Ma ora Gigi Pelliccia non c’è più, avrà il suo bel da fare a intervistare gli angeli, e poi anche il Padreterno, naturalmente in maniche di camicia, nei secoli dei secoli. E magari chiedere il permesso a San Pietro di andare a fare due riprese perfino all’inferno, giusto per non tralasciare gli ultimi… Un abbraccio infinito a tutta la famiglia e a tutti coloro che stanno soffrendo per questa perdita, che è di tutti noi.

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