Terremoto del Centro Italia, non dimenticatevi dei volontari
Tra alcuni giorni ricorrà il primo anno del terremoto del Centro Italia. La scossa del 24 agosto e la successiva del 30 ottobre spazzarono via vite, case, beni culturali, un tessuto umano e culturale, un pezzo di storia del nostro Paese che si ha il dovere di “ricostruire”.
Tutti i mass-media in questi giorni riproporranno quelli immagini, faranno il punto della situazione dopo 12 mesi. Il ruolo dell’informazione sarà ancora una volta fondamentale e per questo vi chiediamo di non spegnere le telecamere. Continuate ad illuminare questi luoghi, le facce, le speranze dei tanti uomini e donne che con caparbietà non hanno abbandonato i loro paesi distrutti, perché è lì che vogliono vivere.
In quelle prime ore migliaia di volontari della Protezione Civile accorsero sui luoghi colpiti dal sisma. Spesso in quelle ore concitate, con oggettive difficoltà di coordinamento, i nuclei operativi di volontari hanno assunto un ruolo di coordinamento, di soccorso, di aiuto, di messa in sicurezza delle persone e dei loro beni, dimostrando grande professionalità. Fondamentale è stato il ruolo dei Vigili del Fuoco, come sempre in prima linea e spesso affiancati proprio dai volontari.
Volontari, lo dice la parola, uomini e donne che partono dalle loro case dai loro affetti, per soccorrere altri cittadini senza nessun compenso.
Volontari, persone che del senso “civico,” della cultura della solidarietà, fanno la loro unica “bandiera”.
Per 12 mesi, da quel 24 agosto 2016, sono stati più di 2000 i volontari umbri operativi in quelle zone, ed alcuni sono ancora lì a recuperare tende, attrezzature, materiali.
Cosa sarebbe la Protezione Civile senza queste persone? Come risponderebbe il “sistema” alle tante emergenze presenti nel nostro Paese? Terremoti, inondazioni, frane, incendi, immigrati, non c’è una di queste situazioni che non veda la presenza di volontari, quelli dalle divise gialle.
Queste persone, è stato detto, rappresentano la parte viva ed esemplare del nostro Paese. Un fenomeno, quello del volontariato, capace di stupire i più grandi paesi del mondo. Un modello unicamente Italiano con volontari dalle grandi capacità professionali.
Volontari, che nei luoghi dove hanno operato, costruiscono rapporti con la gente che spesso durano nel tempo. Si diventa parte di quelle comunità, cittadini di quei luoghi.
Volontari, uomini e donne che finito il loro impegno in missione ritornano nell’anonimato, alla loro vita di tutti i giorni. Nessuna medaglia, nessuna menzione al merito. La loro medaglia più bella è l’abbraccio di quel bambino, il bacio di quella donna, la stretta di mano di quell’uomo che hai aiutato; è il grazie di chi ha vissuto momenti di dolore atroce per la perdita di un caro, e tu gli sei stato vicino e hai pianto con lui.
Volontari, uomini e donne che quando serve sai di trovarli subito disponibili, pronti a ripartire.
Tra alcuni giorni ricorrà il primo anniversario del terremoto del Centro Italia, tra le tante storie e notizie non scordatevi dei volontari.
Lo ricordino soprattutto le Istituzioni, perché se vogliamo che questi uomini e donne continuino questo impegno civico, hanno bisogno di impegni concreti.