Orvieto tra i luoghi più radioattivi d’Italia, colpa del tufo e dell’area vulcanica
Per non farci mancare nulla tra le classifiche che non ti aspetti, secondo il Corriere della Sera, Orvieto conquista una posizione di tutto rilievo nella graduatoria mondiale dei luoghi più radioattivi del globo.
Proprio così. Orvieto e tutta l’area del Viterbese (probabilmente del bacino del lago di Bolsena ndr) sarebbero i luoghi più radioattivi d’Italia. La notizia è stata pubblicata in un articolo a firma di Paolo Virtuani per il Corriere della Sera che nella classifica dei 5 luoghi più radioattivi del mondo inserisce quello che sarebbe il “più radiattivo” d’Italia.
“In Iran, India e Brasile le località dove è più alto il livello naturale di radioattività. E dove la gente continua a vivere senza particolari problemi. E in Italia…” scrive il Corriere on line lasciando in sospeso la collocazione.
Basta scorrere in basso e la foto della Rupe di Orvieto con in primo piano il Duomo compare in bella mostra con questa descrizione: “Secondo il rapporto Onu a Orvieto la radioattività è di 5 mSv/ann0. Tutta l’area del Viterbese al confine con la Maremma e del basso Ternano ha un’alta radioattività naturale a causa delle particolari rocce vulcaniche presenti”.
Per in quadrare l’argomento, riprendendo l’articolo del Corriere.it: “Secondo il rapporto Uscear 2000 (United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiations) presentato all’Assemblea generale dell’Onu, sulla Terra è in media di 2,4 millisievert (mSv) all’anno”.
“Il sievert - viene chiarito nel servizio di Virtuani - è l’unità di misura della dose equivalente di radiazione utilizzata nel Sistema internazionale. Per dare un’idea, una radiografia all’addome o una mammografia comportano una dose di radiazioni inferiore a 1 mSv, una Tac addominale a circa 8 mSv. Circa il 12% della radioattività naturale è dovuta ai raggi cosmici, dai quali però siamo protetti (in parte) dall’atmosfera e dal campo magnetico terrestre. A livello del mare i raggi cosmici hanno intensità pari a 0,3 mSv/anno, sulla vetta del monte Bianco a oltre 4.800 metri di altezza è di sei volte maggiore. La maggior parte dell’Frn è dovuta perciò alle radiazioni emesse dai materiali radioattivi che si trovano naturalmente nelle rocce e nei suoli. In particolare dal potassio-40 (K-40), dal rubidio-87 (Rb-87), dall’uranio e dal torio che generano il gas radioattivo radon (Rn). Quindi l’Frn (Fondo di radioattività naturale) dipende soprattutto dal tipo di rocce che si trovano in un determinato luogo e in misura minore dall’altitudine e dalla latitudine (all’equatore lo schermo del campo magnetico terrestre è maggiore)”.
La classifica mondiale dei luoghi con la più alta intensità di radioattività naturale vede al primo posto Ramsar in Iran, al secondo Karunagapalli in India, al terzo Guarapari in Brasile, al quarto Arkaroola in Australia e al quinto Yangijang in Cina. Orvieto sarebbe la prima località italiana inserita nella classifica dell’Onu anche se a farle compagnia ci sono le “aree vaste” di Sud Toscana, Campania e Lazio. Con chi prendersela, sicuramente stavolta non con la politica, bensì
con il tufo e le varie rocce di origine vulcanica che sarebbero all’ordine di questa anomalia.