cronaca

Sì alla risoluzione geotermia, sull'Alfina si può sperare in un futuro senza speculazioni

mercoledì 23 marzo 2016
Sì alla risoluzione geotermia, sull'Alfina si può sperare in un futuro senza speculazioni

Con 11 voti favorevoli della maggioranza e 6 astenuti delle opposizioni, l'Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato una proposta di risoluzione predisposta dalla Seconda Commissione relativa alla realizzazione del progetto pilota per lo sfruttamento dell'energia geotermica nella Piana dell'Alfina (territorio dell'Orvietano). Il documento impegna la Giunta regionale a verificare ulteriormente la possibilità di giungere ad una soluzione condivisa tra Istituzioni locali, cittadini e Società proponente, subordinando ogni decisione finale al rispetto del “principio di precauzione” rispetto alla salute della popolazione e della tutela ambientale.

È stato il presidente della Seconda Commissione, EROS BREGA ad illustrare in Aula il documento, “frutto – ha detto - di un lungo dibattito, al quale hanno preso parte tutti i soggetti interessati. Ringrazio tutti i commissari per la partecipazione attiva alla stesura della proposta che, cosa non di poco conto, non ha registrato voti contrari”.

IL DOCUMENTO votato dall'Assemblea legislativa, nello specifico, impegna l'Esecutivo regionale a tenere in debita considerazione una articolata serie di questioni: “l'informativa alla Giunta regionale (documento istruttorio a corredo dell'intesa richiesto dal Mise alla Regione), consegnata ai componenti della Seconda Commissione lo scorso 1 febbraio 2016 da parte dell'assessore regionale competente; le indicazioni contenute in un documento redatto (9 ottobre 2015) a seguito dell'incontro del 7 settembre 2015 tra la Giunta regionale ed i sindaci dei Comuni interessati; la totale contrarietà espressa con atti ufficiali da tutti gli Enti locali della zona, oltre che dai cittadini e dai numerosi comitati che si sono costituiti per avversare il progetto, circostanza di cui le istituzioni regionali devono assolutamente tenere conto; che ogni decisione finale sia subordinata al RISPETTO DEL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE, che deve prevalere in tutti gli ambiti che attengono l'interesse della salute della popolazione e della tutela ambientale, come previsto da normativa nazionale ed europea; una specifica regolamentazione della materia in occasione dell'approvazione della strategia energetico-ambientale regionale, nei limiti degli spazi consentiti dalle competenze regionali, al fine di evitare il ripetersi di una simile e difficile vicenda; la possibilità di verificare, prima del rilascio degli atti di sua competenza, se ci siano ancora le condizioni per intraprendere una iniziativa volta alla concertazione tra le parti per giungere ad una soluzione condivisa e, qualora non si dovesse trovare un punto di incontro, si auspica che gli atti di competenza della Giunta regionale avvengano nel rispetto della normativa vigente e dell'interesse prevalente dei Comuni del territorio e delle comunità coinvolte”.

ANDREA LIBERATI (Movimento 5 Stelle): “NECESSARIO RIPARTIRE DAI CITTADINI E METTERLI AL CENTRO DI OGNI SCELTA. Sul documento ci siamo astenuti considerandolo una ragionevole sintesi delle posizioni, ma con un dispositivo comunque blando. Nello scorso mese di dicembre l'Assemblea legislativa era più determinata, chiedendo alla Giunta regionale di adottare il diniego, non concedere cioè l'intesa. Ci troviamo di fronte ad una opposizione di 25 Amministrazioni comunali, numerose associazioni e comitati. Praticamente la totale opposizione del territorio. È necessario ripartire dai cittadini e metterli al centro di ogni scelta. Diciamo con forza 'no' agli affaristi della politica. La politica e questa Assemblea deve trovare una giusta ed adeguata lungimiranza. L'Umbria del resto può vantare una alta produzione di energia elettrica, piuttosto riprendiamoci le centrali idroelettriche. Bisogna evitare le speculazioni sulle concessioni regionali. Facciamo le gare, come avviene, ad esempio al Comune di Bolzano che ha potuto incamerare 370milioni di euro. E come già avvenuto in Commissione, anche in Aula ci asterremo invitando l'Assemblea a fare in modo di non concedere l'intesa. La Regione avrà tutte le giustificazioni del caso. Il territorio, in modo unanime, chiede di non cedere a questi interessi”.

SILVANO ROMETTI
(Socialisti e Riformisti): “LA GIUNTA TROVI LA GIUSTA SINTESI TRA LE VARIE POSIZIONI, ASCOLTANDO ATTENTAMENTE I CITTADINI - Bisogna dare atto con soddisfazione alla Giunta che ha deciso di coinvolgere, nel parere, quest'Aula. Si tratta di un progetto con una lunga genesi. Di fatto è un intervento di cui la Regione è stata espropriata dal Governo in quanto ne ha fatto un progetto pilota a carattere nazionale. In questo modo tutto è passato in capo al Ministero competente. La Regione ha partecipato con una propria istruttoria tecnica che dovrà confluire su un'intesa tra Regione Umbria, Regione Lazio e Governo. Oggi abbiamo una istruttoria tecnica degli uffici regionali favorevole. È chiaro che va tenuto conto della forte e diffusa avversione dell'intero territorio rispetto a questi interventi. E la Commissione ha fatto bene a riportare nel dispositivo del documento questa realtà. L'auspicio è che la Giunta possa trovare la giusta sintesi tra le varie posizioni, dando massimo ascolto al territorio e alle Istituzioni che lo rappresentano”.

CLAUDIO RICCI (portavoce centrodestra e civiche): “NECESSARIA NUOVA FASE DI CONCERTAZIONE PER VERIFICARE SE ESISTONO ELEMENTI UTILI PER LA DECISIONE FINALE - Qualche giorno fa è emerso un interessante dato della Regione Toscana rispetto al rapporto tra fonti energetiche ed energie rinnovabili che arrivano a coprire il 40 per cento. L'Umbria è al 18 per cento e sta operando comunque bene su queste linee. L'argomento delle fonti rinnovabili dovrà tuttavia canalizzare l'attenzione di questa Assemblea su elementi di efficientamento e su rinnovabili 2.0 tese a raggiungere una specifica autonomia energetica. L'impianto pilota dell'Alfina determina una argomentazione politica e tecnica particolarmente complessa. Tra le argomentazioni è emersa la possibilità dei microsismi, anche se sembrerebbero poco probabili perché gli interventi avverrebbero senza rottura della rocce. Ma anche qui i pareri tecnici sono diversi, come quelli di comitati e sindaci che si sono detti particolarmente preoccupati. Si tratta quindi di un impianto sperimentale con riflessioni opposte anche sul piano tecnico. L'istanza è stata presentata nel mese di luglio 2011, con il percorso amministrativo che si è sedimentato nell'aprile 2015 con il parere del Ministero dell'ambiente. Sono passati 4 anni nel cui periodo la procedura amministrativa ha trovato la sua sostanziale determinazione. È chiaro che si doveva agire prima. È chiaro che si tratta di una materia particolarmente complessa. Il documento approvato dalla Commissione riporta tutti i pareri tecnici acquisiti e rimanda alla Giunta la decisione. Come Assemblea, del resto, possiamo produrre un elemento di indirizzo politico-amministrativo, ma a livello tecnico sarà la Giunta a decidere, che, sulla vicenda, ha svolto un percorso chiaro. Ma l'ultimo punto del documento è nodale: un intervento così incisivo nel territorio non può attivarsi senza il consenso delle comunità locali. Serve quindi una nuova fase di concertazione per verificare l'esistenza di elementi utili per la decisione finale”.

EMANUELE FIORINI (Lega Nord): “LE SCELTE NON POSSONO ANDARE CONTRO IL VOLERE DEI CITTADINI - Ci siamo fatti promotori di un lettera sottoscritta da 25 Amministrazioni comunali e proposta a tutti i capigruppo di questa Assemblea. Il documento redatto dalla Commissione è troppo blando. I dati tecnici sono stati ripresi dalla sperimentazione effettuata dall'Enel nel 1970, un progetto subito dismesso perché non economico. Ricordo anche che il pozzo di Torre Alfina esplose nel 1973. Su questa risoluzione il mio sarà un voto di astensione. Spero che la Giunta regionale possa fare le dovute valutazioni, considerando che le scelte non possono andare contro il volere dei cittadini”.

FERNANDA CECCHINI: “POSTO IL PROBLEMA DI UN INVESTIMENTO CON PARERE NEGATIVO DELLE ISTITUZIONI LOCALI E DI VARIE COMUNITÀ - Prendiamo atto del documento prodotto e contiamo di riuscire a rispondere al quesito posto dal ministero. Se non ci fosse stata una reale considerazione per le problematiche messe in evidenza dalla popolazione avremmo già espresso un parere positivo. Ci siamo invece posti il problema di un investimento che ha visto il parere negativo delle istituzioni locali e di varie comunità. Abbiamo chiesto una mano alle istituzioni del territorio, visto che il progetto ha ottenuto la compatibilità da parte dei ministeri e delle sovrintendenze, senza dimenticare che i piani regolatori di quei Comuni sono compatibili con la collocazione di impianti di questa natura. Il dialogo è stato continuo, sapendo che la Giunta regionale non ha come obiettivo primario quello di produrre energie alternative: con il Piano energia 2014–2020 abbiamo l'obbligo di ridurre i consumi del 20 per cento, di ridurre la produzione di anidride carbonica del 20 per cento e di incrementare le energie rinnovabili del 20 per cento. Abbiamo deciso di mettere in primo piano il risparmio energetico, puntando sull'efficientamento e sulle nuove tecnologie. Terremo in seria considerazione la risoluzione della Commissione, sapendo che non possiamo mettere in discussione i pareri positivi degli uffici regionali e ministeriali. Da un punto di vista tecnico e normativo la compatibilità c'è. Diremo al Governo che non si può intervenire in un territorio nonostante la contrarietà delle comunità. Andrà trovata una sintesi più avanzata, cosa che fino ad ora non è avvenuta”.

DICHIARAZIONI DI VOTO

GIACOMO LEONELLI (Pd): “È stato fatto un buon lavoro, abbiamo interloquito con tutti i soggetti interessati. Ci siamo fatti un'idea, di una dinamica da non banalizzare. La risoluzione della Seconda commissione tiene conto di tutto il percorso fatto e di quanto emerso durante la discussione. Voto favorevole alla risoluzione, dopo aver fatto gli approfondimenti necessari su una dinamica complessa che ha trovato una sintesi equilibrata”.

ANDREA LIBERATI (M5S): “Speriamo termini il gioco del cerino acceso. Sono state negate speranze e voglia di ritorno alla normalità. In Toscana la Giunta regionale ha detto no ad una concessione geotermica, nonostante il parere positivo degli uffici. Quindi questo si può fare, quando si sceglie di mettere avanti a tutto gli interessi dei cittadini. Oltre a ricordare l'esplosione degli anni '70 non si capisce perché dovremmo essere noi le cavie per le sperimentazioni di nuovi impianti. Ci attendiamo un secco no all'intesa, per chiudere definitivamente questa storia. Ci asterremo”.

CLAUDIO RICCI (Rp): “I Gruppi consiliari di Centrodestra e liste civiche esprimeranno un voto di astensione sulla risoluzione, pur apprezzando il lavoro di approfondimento svolto in Commissione. AS/MP