cronaca

Monsignor Galantino: “Anche le coppie irregolari debbono sentirsi a casa in Chiesa”

giovedì 28 agosto 2014
Monsignor Galantino: “Anche le coppie irregolari debbono sentirsi a casa in Chiesa”

La Chiesa deve “far sentire a casa chiunque ne faccia parte”. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, aprendo a Orvieto la Settimana Liturgica Nazionale che ha per tema "Eucaristia e Misericordia".

Anche le persone che “si trovano in una situazione matrimoniale irregolare” sono “cristiani”, “fanno parte della Chiesa” ma talvolta sono visti dagli altri “con uno sguardo carico di pregiudizio”.

"Al peso della non ammissione ai sacramenti si aggiunge, non giustificatamente e come ulteriore fio da pagare, una loro discriminazione di fatto”. L’immagine della Chiesa proposta da Papa Francesco - ricorda mons. Galantino - “non è quella della cittadella arroccata in difesa e neppure quella della città immobile che attende di essere visitata”. E allora la Chiesa deve essere “in uscita”, “accogliente”, deve “accorciare le distanze” e “prendere l’iniziativa”.

Il segretario generale della Cei cita, oltre alle persone in una situazione di coppia irregolare, una serie di situazioni in cui la Chiesa deve mostrare maggiore accoglienza: disabili, malati, poveri, migranti, anziani e bambini. Parlando in particolare delle Messe, tema al centro del convegno a Orvieto, Galantino chiede: “Siamo sicuri che nelle nostre assemblee non si facciano davvero differenze tra ricchi e poveri?”. Come anche le celebrazioni eucaristiche dovrebbero essere maggiormente accessibili ai malati e ai disabili. Che cosa fare in concreto? “Eliminare le barriere architettoniche” e “pensare a dei posti riservati” in chiesa.

Il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana chiede anche di riflettere per cambiare alcune abitudini delle parrocchie, come la cosiddetta ‘Messa dei bambinì. Piuttosto, secondo il vescovo di Cassano all’Jonio, “occorrerebbe pensare alla Messa che veda coinvolta l’intera famiglia”. Infine una critica a quei movimenti ecclesiali che all’interno delle parrocchie fanno le Messe per conto loro. “Celebrazioni di singoli gruppi che dovessero svolgersi regolarmente - avverte il vescovo - contraddirebbero la natura della domenica”.