La Green Economy Umbria Etrusca approfondisce la realtà forestale
L'annunciata riunione della Green Community Umbria Etrusca tenutasi sabato 4 novembre a Parrano ha visto la partecipazione delle Amministrazioni Comunali di Allerona, Baschi, Orvieto, Parrano e San Venanzo, professionisti impegnati intorno alle problematiche forestali (Iris Biondi, Antonio Consoli ed Enrico Petrangeli), imprenditori del settore (Corradini e la Cooperativa Monte Peglia), associazioni dell’area (L'Upupa, Tana Liberi Tutti, Il Forno di Prodo, Musei in Rete, Gli Amici della Terra), insegnanti e molti cittadini. C'è stata, inoltre, una graditissima visita di una classe del Liceo Economico Sociale di Orvieto.
Dopo il saluto di Valentino Filippetti, sindaco di Parrano, ha preso le redini della riunione Pier Giorgio Oliveti, segretario generale di Cittaslow International, che ha tratteggiato la comunanza di obiettivi tra la Green Comunity e le città slow. Ha ricordato, inoltre, i cambiamenti in atto e la crescita della superficie forestale che ormai ha superato quella agricola, passando dai 5,5 milioni di ettari del 1960 ai 12 milioni di ettari di oggi. Da qui la svolta della nuova Legge nazionale sulle foreste che punta a sviluppare la consapevolezza che il bosco è un bene comune e che serve una assunzione di responsabilità complessiva.
Ha passato quindi la parola a Luca Lo Bianco, coordinatore tecnico della Green Community, che ha svolto la relazione introduttiva. Lo Bianco ha ricordato il lavoro svolto sia sul Bando PNRR sulle Green Community e il Bando Contratti di Filiera Settore Forestale che presenta ancora dei limiti per la mancanza di una visione complessiva che sconta la conoscenza ancora insufficiente dell’impatto e degli intrecci dei servizi ecosistemici. Da qui la necessità di un censimento approfondito di tutta la realtà forestale.
Adriano Rossi della Cooperativa Monte Peglia ha illustrato i risultati raggiunti con il progetto per la certificazione di 210 ettari di bosco ricadenti nei Comuni di Orvieto, Parrano e San Venanzo. Ha comunicato, inoltre, che è pronto lo studio del professor Santolini dell'Università di Camerino, sui servizi ecosistemici del Monte Peglia, che pone l’esigenza di agire per unità ecologiche funzionali. Dallo studio emergono tre ambiti che si riferiscono ai bacini del Paglia, del Nestore e del Medio Tevere. Inoltre ha informato che il primo corso professionale per operai forestali avviato dalla cooperativa ha visto l’adesione di dieci persone.
Antonio Consalvi, che sta operando professionalmente sui boschi del Monte Peglia, ha fatto presente che i piani di assestamento forestale sono ormai superati e che nel progetto di certificazione che sta curando porterà ad un Piano di Gestione Forestale. Vengono così prese in considerazione oltre al bosco tutte le altre componenti dei servizi ecosistemici, in una visione sistemica. "Conquistare questo approccio - ha sottolineato - vuol dire tutelare e valorizzare il territorio anche sotto il profilo della legalità. Infatti l’importazione illegale di legname è un fenomeno grave ed esteso. Come attività criminale viene subito dopo il traffico della droga".
Corradini dell’omonima ditta di silvicultura ha, invece, denunciato il peso della burocrazia e sostenuto che questi piani sono inutili in quanto già c’è una conoscenza approfondita dei nostri boschi. Oltre alla difficoltà crescente di reperire manodopera forestale. Damiano Bernardini, sindaco di Baschi, ha illustrato il lavoro che si sta facendo per la tutela e salvaguardia dei castagneti che popolano le pendici del Croce di Serra. Anche lì si sta realizzando un progetto di certificazione con fondi del Piano di Sviluppo Rurale.
Ha sottolineato poi l'importanza delle comunanze agrarie (tre a Baschi, una a Montecchio, una a Guardea ed una a Castel Viscardo). Il rischio più grande è la perdita di saperi. I castagneti sono stati una vera e propria risorsa alimentare per le zone collinari e la gestione collettiva ha assicurato la loro manutenzione. Obiettivi, salvaguardare le comunanze agrarie e avviare programmi che arrestino l’avanzata del bosco dentro i castagneti con interventi che ripristinino la viabilità, realizzino la pulizia dei castagneti e la loro manutenzione ordinaria.
Maurizio Conticelli ha ripercorso la storia dei progetti di pianificazione realizzati nel passato soprattutto dalla Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana ripresi adesso dall’Afor. Ha sottolineato a sua volta l'importanza delle Comunanze Agrarie sorte al di là del Tevere. Solo quella di Castel Viscardo sta nell'Umbria Etrusca. Ha richiamato il valore delle iniziative della Green Community, anche se va acquisita una visione piu organica e superata la frammentazione, ed ha citato diversi siti che necessitano una tutela maggiore, concludend che "bisogna curare prima di gestire".
Enrico Petrangeli, antropologo che collabora con il CNR di Porano per il progetto Agroforesti, ha sostenuto che per quanto riguarda i servizi ecosistemici è necessario "fare quello che facevano i nostri contadini che vedevano il bosco come parte fondamentale della propria attività". Francesco Biondi è intervenuto per sottolineare la necessità di banche date accessibili per avere informazioni adeguate ed aggiornate che aiutino i tecnici forestali e le amministrazione ad affrontare questa nuova fase di certificazione dei boschi.
La riunione è stata conclusa da Mario Angelo Mazzi, vicesindaco del Comune di Orvieto che si è detto soddisfatto del lavoro svolto fino ad adesso dalla Green Community dicendo che "questa attività va assolutamente continuata perche c’è bisogno di di sviluppare sia le elaborazioni, sia la partecipazione per essere pronti per le prossime scadenze". Mazzi ha anche ricordato l’esito del Bando PNRR sulle Green Comunity, l’impegno del vicepresidente Morroni, e la necessità di riavviare un confronto con la Regione Umbria a partire dalla Delibera 1077 del 24 ottobre 2022 sul FOSMIT che, ad un anno di distanza, non ha prodotto risultati sulle Green Community.